Italiani popolo di nuotatori? Fino ad un certo punto: quasi 20 milioni di concittadini adulti smentiscono infatti questa affermazione. I trionfi di nuotatrici e nuotatori nostrani ad Olimpiadi e Mondiali non hanno ancora convinto quei sette milioni (14% del totale) che ad un sondaggio Confesercenti-Swg ha ammesso “no, non so nuotare”. Se poi aggiungiamo un buon 26% che ammette di entrare a mala pena in acqua (risponde così: nuotare? Poco…) ci rendiamo conto che il 40% degli italiani non ha una grande familiarità con mare e piscine.

Ad ammettere di non saper nuotare è una donna su 5, vale a dire circa cinque milioni. Anche un anziano su tre dichiara di non nuotare: è un piccolo esercito di over 64enni stimato in quasi 4 milioni di unità.

Ma mare per fortuna vuol dire anche sole, natura, aria buona. Ed allora si può sempre restare in spiaggia a godersi il sole o passeggiare sulla riva. A riprova di questa considerazione il 24% degli italiani che scelgono le località marittime per le vacanze risponde senza esitazioni al sondaggio Confesercenti-Swg “vado al mare per abbronzarmi e perché amo il sole”.

Sempre di più, circa quattro milioni, sono attratti dall’ambiente marino (21% ma erano solo il 9% nel 2006 ed il 16% l’anno scorso); c’è anche un buon numero di persone – almeno 3,7 milioni – che sceglie il mare per l’aria salutare (20%, in leggero calo di un punto sul 2009).

A tener alte le quotazioni dei nuotatori resta un 14% che va al mare proprio con l’idea di tuffarsi ed immergersi. E’ un 4% in più rispetto all’anno scorso ma il 3% in meno nei confronti del “picco” raggiunto nel biennio 2007-2008. Seguiti a breve distanza da coloro (sono il 12%) che hanno preso casa al mare.

L’equazione mare-divertimenti convince l’8% del campione (nel 2008-2009 era stato il 7%).

Sotto osservazione – soprattutto per trovare politiche turistiche di promozione delle nostre località marine – va posto però il trend in forte discesa di coloro che scelgono il mare per le proprie vacanze estive: erano il 73% nel 2006, sono quest’anno il 47%. Un calo costante negli anni che difficilmente è spiegabile solo con la pesantezza della crisi. Anche se la crisi una sua responsabilità l’ha di sicuro: secondo valutazioni raccolte fra gli associati alla filiera “mare” di Confesercenti (albergatori, campeggi, stabilimenti balneari) finora quest’anno le presenze hanno segnato un calo attorno al 15%. Naturalmente c’è ancora da giocare la carta “agosto”. E’ proprio il caso di dire: l’ultima spiaggia.