Per tutti difficilissimo, ma le idee per affrontarlo esattamente all’opposto: nella miglior tradizione italiana, che ci vuole sempre divisi.
Dopo aver cercato di fare un po’ il punto della situazione per quanto riguarda il settore intervistando un campione di Agenzie dell’Italia centro- settentrionale, questa settimana abbiamo provato a coinvolgere tutto lo stivale, per verificare eventuali differenze. Non solo, alle domande mirate a fotografare lo stato delle cose, ne abbiamo aggiunta una, cruciale: quale futuro? I risultati rispetto all’inchiesta precedente non sono cambiati di molto, segno che il nostro paese, almeno rispetto ad un momento di crisi, percepisce la realtà esattamente nello stesso modo. Singolare: le difficoltà sembrano azzerare le differenze fra nord e sud, salvo livellare tutti, purtroppo, verso il basso. Ricorre la convinzione, diffusissima, che dal famoso 2001 gli anni peggiori siano stati proprio gli ultimi due. 2009 e 2010 si contendono il primo posto, con chiusure di attività, riduzioni di personale, giochi al ribasso, guerre fra poveri. Chi è ancora in pista si definisce in qualche caso un “sopravvissuto” oppure, ed è la quasi totalità, dichiara di arrancare con una fatica enorme ed una altrettanto enorme amarezza. Perchè? Perchè a rendere difficili le cose non c’è solo la crisi (che pure è un fatto innegabile) ma anche la latitanza delle istituzioni. In primo luogo a livello nazionale, con enti che dovrebbero essere competenti e che invece tanta competenza evidentemente non comunicano, se coloro che dovrebbero rappresentare li sentono lontani dalla realtà e molto poco efficaci. In secondo luogo a livello locale, con forme associative che non soddisfano né le aspettative né le richieste della categoria. Si è parlato (naturalmente!) di Fiavet, alla quale è stato riconosciuto un certo miglioramento negli ultimi tempi, ma un’azione ancora insufficiente. C’è chi, come Mauro Mascipaolo della romana Cassia Travel, dichiara di aver ritirato la propria iscrizione, e chi, come Angelo Zaratti, Consigliere Fiavet Lazio, manifesta un po’ di imbarazzo. Il malcontento serpeggia perchè gli agenti si sentono in una giungla in cui l’associazione di categoria non li tutela abbastanza dalla cosiddetta “pirateria” e nello stesso tempo non riesce a farsi sentire da chi di dovere. Paolo Pollastri, direttore di “Amici del Turismo” di Firenze, ad esempio, sostiene in modo provocatorio l’inutilità delle licenze e lamenta che chiunque (cral, associazioni, circoli, parrocchie) può organizzare viaggi senza che nessuno verifichi se ha permessi e competenze. Questo crea alle agenzie una concorrenza tanto capillare quanto sleale, che dovrebbe essere impedita. E qualcun altro, come Virgilio Palli, proprietario della fiorentina “Senza Confini“, si interroga legittimamente sulla propria identità di agente di viaggio (“Ma esistiamo????”, testualmente), vista la politica di Trenitalia circa la biglietteria. Non solo: dichiara di aver avuto un grosso problema (con conseguente figuraccia di fronte al cliente) perchè l’estate scorsa un sito vendeva al 50% in meno il medesimo viaggio in Kenya di un noto T.O. E i T.O. sono un’altra dolente nota che, come le istituzioni e le associazioni di categoria, gli agenti non sentono dalla loro parte. -” Non puntano sulle Agenzie e sul loro know -how”- sostengono in molti, oppure -“ci bypassano completamente vendendo per conto loro”-. E’ anche vero, come ci ha detto
Rossana Mensa, Responsabile delle Relazioni Esterne de “Il Tucano“, che la vita non è semplice per nessuno ed anche chi ha la fortuna di rappresentare una realtà solida e conosciuta ha il problema di restare a galla. “I nostri risultati, tutto sommato buoni“-ha dichiarato-“sono conquistati palmo a palmo, con un lavoro enorme, la fidelizzazione e la cura costante dei clienti, o gli investiment in eventi prestigiosi che ci aiutino a mantenere l’immagine che ci siamo costruiti”. E allora? Per Massimo Bertolini, 25 anni di attività con la sua “Faro Viaggi” di Genova, quello dell’agente è un mestiere destinato a cambiare: se i T.O. si promuovono autonomamente e se non si compete sulla biglietteria, non resta che proporsi come “consulenti”. In altre parole, non vendere la convenienza tout court, con il prezzo stracciato, ma competenza, qualità, sicurezza. L’agente si dovrebbe proporre prima di tutto come un conoscitore del proprio prodotto, e dunque come un garante. Sì, perchè un’altra temibilissima ed intricata giungla è quella di Internet che tutti, ma proprio tutti, considerano piena di insidie. E’ vero che ci si trova qualunque cosa, fregature comprese, e l’agente può e sa orientarsi, ma è anche una tentazione enorme quando si cerca il last minute, o il viaggio fai da te. Non c’è dubbio che l’agenzia, come molti ci hanno detto “ci mette la faccia”, ma l’immensità dell’offerta on line sottrae comunque grosse fette di mercato. A questo punto, individuati i problemi, come appare il futuro? Per tutti difficilissimo, ma le idee per affrontarlo esattamente all’opposto: nella miglior tradizione italiana, che ci vuole sempre divisi, anche gli agenti hanno manifestato due visioni della realtà molto diverse. Alcuni sostengono che il futuro stia nella SPECIALIZZAZIONE, ovvero nella capacità di offrire prodotti particolarissimi, ricercatissimi, insomma nell’individuare una provvidenziale nicchia in cui insidiarsi. Per altri, al contrario, andare avanti significa GENERALIZZAZIONE, cioè un’offerta il più possibile ampia, variegata, multiforme, che soddisfi qualunque tipo di esigenza e di cliente. In queste due direzioni sembra si stia muovendo il mondo agenziale e sinceramente non sappiamo per quale propendere. Sarà il tempo (ma quanto ancora?) a dare ragione agli uni o agli altri, uniti comunque, e questo lo sappiamo, da una grande preoccupazione per il loro destino.
Cecilia Emiliozzi
Siamo giunti alla resa dei conti…
si salvi ki può e ki ha ancora fieno in cascina è il momento di attingervi…ki ne ha ancora, perkè il trend è inesorabilmente a senso unico da anni, senza ke vi siano più regole, in un contesto così deregolato ke ogni colpo basso è ammesso.
Selezione naturale?
Kissà, certo è come sottolineato nell’articolo ke a tutt’oggi l’intervento istituzionale latita (ad eccezione per faccende private ke poco hanno a ke fare con gli interessi di categorie o del Paese, ma purtroppo unicamente con i privilegi di alcuni, vedasi assalto alla diligenza sulle poltrone Aci);
grande clamore ma ancora poca sostanza…spero di sbagliare ma un piano di rilancio in tanti punti in assenza di politici competenti e tecnocrati sul ponte di comando nn fa presagire nulla di buono all’orizzonte.
La crisi è senza precedenti e fa pressione su un trend ribassista in atto ormai da anni…
da contraltare il n. crescente di sempre nuovi operatori (evidentemente inconsapevoli delle reali difficoltà del settore)
e abusivi a vario titolo,….
cui segue se nn bastasse un’ulteriore facilitazione nell’ottenimento delle licenze (autocertificazione di inizio attività):
è vero la nostra licenza è carta straccia e l’identità degli adv è annullata (ma ahimé non é da oggi).
Specializzazione-generalizzazione?
Una dicotomia inconciliabile per la composizione del tessuto imprenditoriale del retail Italiano…
con la forza lavoro a disposizione delle microimprese la scelta obbligata diviene allora una e una sola: SPECIALIZZAZIONE, SPECIALIZZAZIONE, SPECIALIZZAZIONE.
Fortunati quanti possono farvi ricorso anke attraverso l’ausilio di strumenti tecnologici, per quanto il ricorso alla multicanalità (web, crm, social networks e canali tradizionali del marketing insieme) rikiedano investimenti (tecnologia e competenze) unite a strutture interne adeguate per essere efficaci, ke ancora una volta fanno propendere l’ago della bilancia a favore di operatori forti, dimensionati e ben organizzati.
Rimarranno poke adv, rappresentate da network di peso insieme ai soliti furbetti del quartierino ke la faranno sempre franca (il nepotismo in Italia è sempre terribilmente attuale…, oggi di più);
ovviamente ci saranno anke i casi di eccellenza (ma a parte le potenziali aziende menzioante già di un certo calibro), saranno davvero poki (i fortunati superdotati geniacci)…
per tutti gli altri sempre più briciole, briciole, briciole.
E’ arrivato il momento di cambiare mestiere…
ma anke qui per i poki fortunati ke ci riusciranno.
Grz per lo spazio concessomi.
Saluti a tutti
Franco
Negli stessi giorni, ci siamo seduti anche noi in Arezzo, assieme a colleghi e rappresentanti di altri comparti turistici quali guide, albergatori, promotori. In pochi abbiamo potuto forse meglio mettere in evidenza, luce (poca) e le tante ombre che sovrastano il lavoro nel settore turismo. Non abbiamo perso troppo tempo in lamenti ma ci siamo attenuti al tema che ci eravamo prefissi: quale il futuro delle agenzie di viaggio e degli operatori turistici, quale possibile riposizionamento delle adv nella sconclusionata filiera del turismo in Italia? Quali idee e progetti? Mi sono stupito anch’io ma qualche idea e possibile progetto ne sono scaturiti, un piccolo embrione ma adesso stà a noi far si che cresca!!! Inconsciamente ed irragionevole forse, ma credo ci siamo lasciati, ma dato ulteriore appuntamento, con un pò più di ottimismo!!!
Sono d’accordo con il dott. polastri nella “jungla2 di chi puo prenotare senza avere i requisiti.. perchè non si controlla questo? dai c…o facciamoci sentire…
x LUIGI: mettiamole in piedi le idee, non aspettiamo ancora……….. quali sono?????