Patti: “E’ allarme marginalità, a rischio il patrimonio imprenditoriale nazionale”. “Riteniamo poco opportuno ed inutile diffondere dati su partenze e prenotazioni, ma le statistiche che ci arrivano sono ben lontane dall’ottimismo di cui si parla in questi giorni”.
Con queste parole, Maria Concetta Patti – Presidente di Federviaggio-Confturismo – commenta le indicazioni diffuse, nei giorni passati, circa una ripresa del turismo degli Italiani. “Ma al di là delle disquisizioni sul numero dei viaggiatori, è chiaro che l’economia del settore si basa su fatturati e marginalità, non sulla semplice quantità delle persone che viaggiano” – prosegue la Presidente Patti – “Dopo un 2009 davvero difficile, le imprese stanno affrontando un anno di turbolenze economiche che costringono ad operare quasi in regime di diseconomia: vendite all’ultimo minuto, marginalità estremamente ridotte nell’alta stagione, impossibilità di una pianificazione strutturata”.
Secondo la Presidente di Federviaggio, è indispensabile affrontare la situazione con coraggio e determinazione, concertando le iniziative da mettere in campo a livello di sistema, senza lasciare soli gli imprenditori, che – comunque – già sono consapevoli delle probabili ulteriori capitalizzazioni che dovranno effettuare, entro fine anno, per sostenere le proprie aziende.
“L’Italia è un Paese dove, paradossalmente, è difficile operare nel turismo. Sosteniamo costi superiori a tantissimi competitor internazionali per l’acquisizione delle risorse, la gestione di mille adempimenti e le regole sulla formazione del reddito imponibile. Per questo, siamo una destinazione spesso fuori budget per segmenti di domanda importanti. Di conseguenza, le imprese si indeboliscono e scivoliamo ai margini dello scenario mondiale – sempre più vulnerabili – a causa della ridotta competitività del nostro prodotto e privati di una leadership, anche in termini di know-how, che ci aveva sempre contraddistinto” – commenta Maria Concetta Patti.
Il danno di una stagione tutt’altro che positiva non si limiterà – dunque – ai bilanci dell’esercizio in corso, ma rischia di compromettere alla radice la rilevante porzione del PIL nazionale prodotta dalle imprese del turismo, che – oggi – si sentono poco ascoltate e ancor meno supportate.
“Anche la recente protesta delle imprese che operano nel settore della balneazione è esemplificativa di questa vicenda” – conclude la Presidente Patti – “Si ritrovano schiacciate tra una politica ambientalistica incomprensibilmente aggressiva e nuovi criteri per i rinnovi delle concessioni demaniali che rasentano l’incredibile, soprattutto se si considera che – in Italia – due terzi del turismo estivo sono impostati proprio sulla balneazione. Quale strategia del turismo possono attivare le Aziende se è lo stesso sistema Paese – un Paese a naturale vocazione turistica – che non riesce a trasformare questa vocazione in una vera e propria strategia di sostegno al business?”