Secondo Rino Siconolfi, Vice presidente Cna Turismo e Presidente Tubiviaggi Tour Operator, il settore congressuale rappresenta il core-business dell’ industria turistica e il suo sviluppo sarà determinante per il rilancio del settore.
“Il settore – continua Siconolfi – è un importante volano economico che permette di valorizzare le eccellenze del territorio integrandosi con esso anche in considerazione del fatto che è sempre più importante la presenza del corporate,cioè delle aziende, che vedono nell’ organizzazione degli eventi un’ opportunità per fare business.
L’Italia rappresenta la location ideale per l’ organizzazione di eventi, un settore d’ avanguardia dove la competitività si gioca sulla qualità dei servizi: ecco perchè investire sulla formazione e sulle nuove tecnologie permette di dare un importante impulso al settore, permettendo di cogliere le opportunità che offrono i mercati esteri“.
Nei 35 e passa anni trascorsi nelle redazioni nazionali occupandomi anche di turismo, il tema del turismo congressuale mi è stato servito nel piatto condito con le salse più disparate. Tante parole, pochi fatti. Mancano le infrastrutture, le poche degne di ospitare congressi costano un occhio. I congressisti, dunque, vanno all’estero. La mia deduzione è che i governi non si sono impegnati e gli operatori, molto spesso, non hanno fatto la voce grossa. Peccato! Anche perchè la temperatura del mare, nei mesi invernali, nel Tirreno Centro-settentrionale è di poco inferiore a 20° e quella dell’Adriatico è di circa 18° gradi. Temperature ideali per la gente del Nord, quelli di razza celtica, abituati a temperature polari. Potrebbero coniugare vacanza al mare e congressualità. L’Italia Meridionale, per definirla con le parole del leghista Borghezio, quella oltre la “Linea Gotica”, presenta condizioni ottimali per “vacanze di lavoro”, ma mancano le infrastrutture. La Salerno-Reggio Calabria è quella che è. In pratica da Napoli a Catania c’è un solo aeroporto degno di questo nome, quello di Lamezia. Per andare a Rossano, zona splendida, tra mare, archeologia e monumenti medievali, sono sceso all’aeroporto di Lamezia ed ho dovuto affrontare quasi cinque ore di tragitto in macchina. E Taranto? Dall’unico aeroporto, quello di Grottaglie, partono solo aerei militari. Potrei continuare all’infinito: sciatteria, balordaggine, denaro buttato inutilmente al vento sono tra le cause degli italici malanni, e tra questi la scarsa attenzione al mondo del turismo. Così il Belpaese perde occasioni e sprofonda nello sfascio.
A me non piace di parlare di politica e, come giornalista, ho sempre cercato di restare fuori dalla mischia. C’è scarsissima attenzione da parte del Governo ai problemi del turismo e della congressualità. La Brambilla, a mio avviso, dovrebbe rendersi parte attiva, cercando di stringere sinergie tra pubblico e privato, pressando continuamente Berlusconi, anche di sera (lui dorme poco perchè al piano di sotto c’è il fracasso della musica, quella del Bunga-Bunga. Poverino!). E poi sono gli agenti, i tour operator a farsi sentire, pestando i piedi. Sfogliando l’archivio delle mie inchieste più importanti, posso contare almeno 8o titoli sul turismo congressuale su Roma e l’Italia. Non è cambiato niente e non cambierà niente fino a quando non capiranno che il turismo congresssuale è una priorità per il Paese, soprattutto quello oltre la “linea Gotica”, noto come Italia.