testo e foto di Antonella Pino d’Astore.
A Piazza Tahrir, il 26 febbraio, a un mese esatto dall’inizio della protesta antiregime che ha tracciato un solco importante nella storia dell’Egitto, è di nuovo festa. Noi giornalisti e alcune rappresentanze di T.O. siamo qui tra la gente che ci ha accolto festosamente, orgogliosa di raccontare la svolta epocale.
Tutti insieme sventoliamo una bandiera lunga 40 metri con i colori dell’Egitto: nero come la lunga striscia del Nilo, rosso come il sangue versato dai giovani martiri della rivoluzione, bianco come la pace che chiede di trionfare in tutti i territori martoriati del nord africa. C’è amicizia e simpatia tra italiani ed egiziani; anche i militari, pur continuando a vigilare armati, si uniscono al corteo festoso. La gente ci chiede di tornare a visitare l’Egitto, la terra dei Faraoni: attualmente per i turisti ormai rimane lo sconsiglio solo sul Cairo.
A noi giornalisti chiedono, tornando in Italia, di raccontare che la situazione si è normalizzata, che la gente è pronta come sempre ad accogliere i visitatori. È vero, si direbbe che sia proprio così, senza dimenticare però che Il Cairo è pur sempre una metropoli che accoglie ogni giorno nel proprio ventre venti milioni di esseri umani, e non può trasformarsi per incanto in un’oasi di tranquillità.
Ma è una città affascinante, che facilmente fagocita il visitatore, nel traffico caotico, tra la gente accogliente, negli incredibili quartieri color sabbia che odorano di spezie, lungo i palmeti lambiti dal Nilo che scorre lento e misterioso. Ho notato che ogni strato della popolazione, ogni fascia d’età, dagli anziani ai bambini, tutti si danno un gran da fare per tornare alla normalità, orgogliosi come sempre di mostrare i propri tesori al mondo intero.
Adesso fa impressione vedere il Museo Egizio e Giza disertati dalle masse di turisti stranieri. Il Museo Egizio del Cairo è aperto, all’interno tutto è in ordine; se non fosse per il palazzo del Partito Democratico, simbolo del potere di Mubarak, distrutto dalle fiamme durante la rivoluzione, si direbbe che nulla sia accaduto.
Il direttore del museo egizio, Tarek el-Awadi, dice che è stato possibile riaprire anche grazie alla stessa gente che ha collaborato, insieme ai militari, a proteggere il cuore della propria cultura, saccheggiato e ferito sotto gli occhi di tutto il mondo.
Dei quattordici reperti trafugati, sono tornati nove pezzi; presto le autorità egiziane contano di recuperare anche gli altri. Anubi, Micerino, Rahotep, Nofret, Chefren, le mummie, gli scribi, sono sempre lì a guardare lo scorrere di altre pagine scritte sui papiri della storia umana.
Il turismo nell’ Egitto del post-Mubarak
Mohamed Ali, manager, 33; Eslam Bakir, studente universitario, 22; Saif-Allah, studente, 16; Haitam, ingegnere elettronico, 33; Sally Magdy, traduttrice, 23; Ahmed, insegnante, 31…..
Cairo, 26 febbraio 2011, Hotel Intercontinental: con la commemorazione dei martiri della rivoluzione popolare inizia la conferenza stampa sui possibili scenari del turismo nel “nuovo” Egitto.
Il Ministro del Turismo, il neoeletto dopo la “rivoluzione del loto”, Mounir Fakhry ringrazia gli italiani presenti e ricorda che: “L’Italia occupa un posto nel mio cuore, vi ringrazio per essere venuti in Egitto, in un momento così cruciale. L’Egitto apre le braccia a tutti i turisti del mondo. Abbiamo bisogno del vostro sostegno per ricostruire l’Egitto, un paese che è rinato ricostruendo i diritti dell’uomo.
Il turismo italiano per l’Egitto è molto importante. L’Italia è il primo stato che ha raggiunto un milione di visitatori nel nostro paese nel 2004. Adesso è al quarto posto nel mondo. Abbiamo contato 1.200.000 turisti italiani nel 2010 e vogliamo che il numero aumenti, che si compensi il mese perduto durante la rivoluzione”
Il presidente ASTOI, Roberto Corbella, ha esordito con gli auguri al ministro del turismo per il nuovo incarico e a proposito della manifestazione pacifica a piazza Tahrir, ha commentato: “Esserci vuol dire assistere a un momento storico. Era chiaro che tutti avessimo l’Egitto nel cuore. Entusiasmo, scambio d’idee, informazioni in piazza Tahrir ha contagiato tutti. Il nostro compito adesso è tornare indietro come ambasciatori: e raccontare che il nuovo Egitto ha qualcosa in più da offrire. Tutankhamon c’era e ci sarà ma oggi c’è un’atmosfera unica.
Noi italiani ci consideravano partner non solo perché l’Ente per il Turismo Egiziano è associato ASTOI, ma anche perché la terra dei faraoni è molto importante per il turismo italiano.
Il Mar Rosso è una delle prime destinazioni, e proprio in questi giorni è ripreso il traffico; rimane solo sconsiglio per il Cairo che a breve sarà rimosso, e per questa decisione abbiamo programmato un incontro con l’ambasciatore italiano al Cairo. Non si può dire Egitto senza pensare alle piramidi, al museo del Cairo; adesso si punta a fare di più e meglio. Vogliamo salire tra i primi tre paesi che visitano l’Egitto”.
Alla conferenza era presente Hussein Massoud, CEO Egypt Air, che ha ribadito l’importanza delle relazioni sociali, culturali, storiche e commerciali tra Italia ed Egitto: “Egypt Air gioca un ruolo importante dal 1946, quando decollò il primo volo verso Roma. Il movimento è diventato sempre più intenso, anche su Milano e Catania. Egypt Air aumenterà la capienza da marzo. Anch’io oggi in piazza Tahrir ho provato un sentimento d’amore per l’Egitto, e questo sentimento sono sicuro che si trasferirà sui turisti italiani.
Con la programmazione estiva avremo ventitré voli settimanali: tredici su Roma, nove su Milano e quattro su Catania. Vogliamo aprire anche su Napoli; per quanto riguarda il cargo, abbiamo due voli settimanali su Milano. Il movimento turistico avrà una grossa spinta su Sharm e Hurgada; se sarà necessario ricorreremo all’affitto di charter.
Abbiamo pensato anche ad altre oasi da sfruttare come Siwa e Abu Simbel, e per questo ci sono piani per lo sviluppo. Abbiamo cominciato con Taba e Marsa Matrouh: questi piani si sviluppano tramite un appalto e con azioni di marketing, però è necessario un tipo di coordinazione tra i comuni e i governatorati. Ci vuole collaborazione anche con i T.O. e le autorità locali. Noi siamo pronti a partecipare a questi progetti. Egypt Air è pronta a iniziare subito anche senza realizzare ricavi”.
Il Direttore dell’Ente del Turismo Egiziano al Cairo, Amr El Ezaby conclude dicendo: “Tutto il mondo sa che il popolo egiziano è spiritoso, simpatico, accogliente, ma adesso sa anche che è capace di fare una rivoluzione: abbiamo avuto il coraggio di guardare avanti nel futuro”.
Antonella Pino d’Astore
Grazie per averci raccontato la realtà dell’Egitto di oggi. Avevamo tanto timore di proporre ai nostri clienti anche il Mar Rosso, ma se la situazione è di un quasi ritorno alla normalità al Cairo, riteniamo che sul Mar Rosso non ci siano affatto problemi, così come – mi risulta – non ce n’erano stati neppure durante la “rivoluzione”.
Momenti importanti, momenti di Storia, speriamo in un progresso democratico compiuto e verso un sole egiziano
Proprio un bel reportage, credo sia stata una bella e allo stesso tempo affascinante esperienza. Un luogo che ancora una volta lascia parlare di se. “Dove la storia è sempre protagonista” credo sia la frase più azzeccata!