Quando il mondo delle Compagnie aeree era un mondo speciale…
Mi piace guardare in televisione qualche serie di telefilm americani, che erano stati già trasmessi, ma che non avevo mai visto. Queste serie, vengono definite dalle presentatrici prima del loro titolo: “rewind” e questa parola, che in italiano si traduce: riavvolgere, e che troviamo scritta sulle nostre musicassette per intendere un “riavvolgimento di bobina o di tasto”, mi è sempre piaciuta.
Ma invece della bobina o del nastro, il termine mi ha sempre suggerito un ritorno all’indietro, al nostro passato. Ho spesso immaginato quanto sarebbe bello avere un “rewind” nel nostro settore al posto del “fast forward” (avanti veloce). E questo pensiero non è per un puro sentimentalismo o per un attacco di “senilità”, ma solo perché, a distanza di tanti anni dai cambiamenti avvenuti nel mondo turistico, mi chiedo a chi sono giovati e se “il gioco sia valsa la candela”.
Ricordo i tempi in cui in Italia c’erano tantissime compagnie aeree (se non ricordo male una sessantina), che avevano tutte gli uffici in città e personale a disposizione per informazioni, prenotazioni, emissione biglietteria (e i biglietti venivano scritti tutti a mano!).
C’erano sempre dei referenti anche per destinazioni che negli anni ‘70/’80 sembravano, per noi italiani ancora piuttosto provincialotti, esistere sulla luna piuttosto che sulla terra. Isole dal nome per noi esoticissimo come S. Lucia, St. Croix, ecc…sembravano essere irraggiungibili solo a dirne il nome. Eppure, a Roma, c’era la compagnia che solo dagli Stati Uniti portava direttamente in questi posti di fiaba. C’erano tanti di quei vettori che si poteva andare da Roma in quasi ogni parte del mondo. Di Tour Operator ce n’erano quanti ne bastavano per il mercato di allora così come le agenzie dettaglianti. Non ce n’erano né troppi, né pochi. Nessuno si faceva lo sgambetto e, all’epoca, vinceva quasi sempre la qualità sul prezzo (al contrario di oggi).
Il turismo era come una catena nella quale nessuno si sognava di togliere qualche anello. C’era qualche volo charter che portava gli italiani a scoprire mete piuttosto vicine a noi, come la Baleari e le Canarie – e il T. O. Condor di Rimini, con il vulcanico Stefano Patacconi – era stato il precursore di tutti i T.O. che in seguito si sono avventurati, o malavventurati, su questo stesso percorso.
I rapporti con i vettori erano esclusivamente umani , le prenotazioni avvenivano telefonicamente, e le commissioni che venivano riconosciute erano la giusta ricompensa per le ADV e i T.O., che erano i soli interlocutori delle compagnie aeree. La gente era abituata ad andare nelle agenzie di viaggio per prenotare qualsiasi servizio: dal pacchetto completo al solo volo, dall’hotel al biglietto del treno – per evitare le lunghe file alle stazioni. C’era un bel rapporto di fiducia fra cliente e ADV, così come quest’ultimo lo aveva con i T.O.. Erano tutti nella stessa barca e nessuno avrebbe mai pensato di far affondare uno degli attori della filiera.
Tutti concorrevano alla creazione, distribuzione e vendita del prodotto finito. L’incoming andava bene (L’Italia era il Paese più visitato d’Europa) e l’outgoing di certo non soffriva. Ad un certo punto, però, i charter iniziarono ad allargare il loro campo d’azione anche verso destinazioni transoceaniche.
Si incominciò con Cuba e S. Domingo, che riscossero immediatamente un successo enorme tra i nostri connazionale, ma, nel frattempo, anche l’”esotica” e vicina Tenerife, la trasgressiva Ibiza e la familiare Palma de Mallorca, erano fra le destinazioni preferite. Era solo una questione di possibilità di spesa. I voli speciali, in quel momento, incominciarono a prendere il sopravvento sulle compagnie di linea, portando via una parte dei loro passeggeri e rosicchiando anche una bella fetta di utile.
Meno passeggeri= meno biglietti= meno entrate. In compenso, però, i vettori avevano sulle spalle lo stesso costo del personale di terra e di bordo, gli stessi pasti (e non si pensi a quello che viene passato oggi a bordo degli aerei, non c’è proprio il minimo paragone!), la stessa manutenzione, le stesse spese per il mantenimento gli uffici. A quei tempi le compagnie aeree ci tenevano tantissimo al comfort del passeggero e al servizio che doveva ricevere dal personale navigante.
Non mi è più capitato di vedere le hostess o gli steward servire i pasti con i guanti bianchi o far poggiare il bicchiere o la tazza su un vassoio, riempirli e porgerli nella stessa maniera al passeggero! Oggi, a volte, ci manca poco che ci mettano il dito dentro per porgertelo! Le posate erano di metallo e non di plastica e quando viaggiavi ti sentivi un vero “signore”. E tutto ciò, chiaramente, aveva un costo. Poi…accadde l’irreparabile. Le compagnie incominciarono a fare qualche conto e iniziarono a delocalizzare la contabilità in un paese dove il costo della vita non era quello europeo o americano.
Se non ricordo male la prima fu la vecchia Swissair a portarla in India, e rammento che si diceva in giro che con il costo di un impiegato italiano lì se ne assumevano 4 o 5! Delocalizzazione…parola molto in uso oggigiorno ma, come vedete, non è nuova né è nuovo il problema. Non è sorto con la Fiat, ma nasce da molto lontano, solo che, anche allora, il settore dell’aeronautica civile e quello del turismo non contava proprio niente! Anche tanti anni fa il nostro era un campo invisibile, anche quello delle compagnie aeree straniere, a meno che non si trattasse dell’Alitalia.
Mio marito lavorò per la Pan American e poi per la TWA – per un totale di quasi 35 anni – e ricordo che ogni inizio autunno si parlava sempre di riduzione del personale. Ma nessuno, al di fuori dei soli dipendenti interessati, ne parlò mai o alzò un dito per difendere i lavoratori delle compagnie estere in Italia (chi erano costoro?) anche quando i vettori stessi chiusero i battenti in Italia, lasciando senza posto e senza liquidazione tante persone.
Ma torniamo al discorso iniziale. I vettori incominciarono a trovarsi in gravi difficoltà economiche e, chiaramente, la prima soluzione fu quella di tagliare il personale o di trasferire tutta la sede da Roma a Milano con il motto “chi vuole lavorare si sposti, altrimenti…” Quante persone, non avendo altre alternative, incominciarono a fare i pendolari fra le 2 città e ci fu chi rinunciò al posto perché costava di più pagare un appartamento a Milano e mantenersi, rispetto allo stipendio che veniva loro corrisposto.
Qualche compagnia, un po’ più intelligente o lungimirante, incominciò a proporre il famoso ” Scivolo” per cui i ‘più anziani’ della compagnia accettarono una buona uscita, più il pagamento da parte del vettore dei contributi mancanti fino al raggiungimento di quelli necessari per prendere una pensione.
Ma ormai era finito il tempo d’oro delle compagnie di linea e, in più, entrò nel vocabolario la parola “deregulation”, che, nell’intento iniziale, avrebbe dovuto mettere in concorrenza le varie compagnie per far abbassare i prezzi dei voli e dare più opportunità alle persone di viaggiare. E avvenne che, molto spesso, recarsi da una nazione all’altra dell’America, costasse meno viaggiare in aereo piuttosto che con il treno, il pullman o usare la propria auto (iniziava, senza saperlo, l’era delle low lost!).
Incominciò una bella guerra al ribasso e, a quel punto, tutte le compagnie andarono con i conti in rosso. Chiusero compagnie storiche, alcune andarono provvisoriamente sotto il cosiddetto “Chapter 11”, prima di serrare i battenti. Tutto un mondo stava sgretolandosi sotto i nostri occhi e qualcuno corse ai ripari.
Le compagnie ebbero un’idea “grandiosa”: togliere la commissione alle agenzie di viaggio e, poiché nel frattempo era sorta l’era di Internet, incominciarono a vendere i posti aerei direttamente ai passeggeri che si collegavano ai loro siti. Questa storia va ormai avanti da tanti anni, troppi! Il settore agenziale e del tour operating da anni soffre una crisi che sembra non avere mai fine. E le compagnie aeree?
L’idea geniale di vendere direttamente on-line – eliminando una parte importante della filiera – ha portato a rimettere in sesto le loro traballanti economie? Ed ecco, finalmente, il paradosso. No, i vettori stanno ancora messi male. Conservo ancora foto di compagnie italiane, che hanno visto la luce per poco tempo e poi sono ‘scoppiate’ come bolle di sapone.
Eliminare l’intermediario ha portato nelle loro casse tanti soldi in più da stare in pareggio o in attivo? Credo che oggi non si arriverebbero a contare neppure le dita di una mano.
Eppure Internet e l’abolizione dei professionisti, da sempre impegnati nella vendita di posti aerei e di grande aiuto ai vettori, sembrava la soluzione migliore e finale al loro stato di crisi.
Ma la crisi non mi sembra che sia terminata per loro, anzi, sembra che, per non sparire, ci si debba ‘accorpare’ ad altri vettori. E allora, a cosa è servito portare scompiglio in un mondo che aveva le sue regole e i suoi interpreti principali? A me sembra che sia servito solo a stravolgerle e a portare tutto il settore turistico in una brutta e lunghissima emergenza!
Liliana Comandè
PS. Dell’evoluzione e dell’involuzione dei Tour Operator e delle ADV parleremo un’altra volta…
Sono sempre più stupito delle analisi sempre precise, dettagliate e “storiche” dei suoi editoriali. Anche questo è indovinatissimo e per me che sono giovane del settore, conoscere la storia di ciò che è accaduto negli anni addietro, è molto importante. Così imparo il perché di certe situazioni. Grazie per insegnarci o per ricordare a chi è nel settore da tanto tempo che ci sono stati momenti belli e non solo questi bruttissimi che stiamo vivendo.
Brava, anche se lavoro in agenzia di viaggio, conoscere qualcosa di più sul mondo delle compagnie aeree, mi ha fatto molto piacere. Avrei voluto viverli anch’io i momenti d’oro del turismo. Purtroppo ho solo 25 anni e conosco ben poco del mondo in cui lavoro, e il suo passato.
Grazie mille e cordiali saluti.
Sara, ADV Milano
Che tuffo nel passato! Che nostalgia! Lavoro nel settore da circa 30 anni e con questo articolo mi ha fatto ripercorrere il lento ma costante declino delle compagnie aeree e conseguentemente anche delle agenzie di viaggi. Che belli i tempi delle commissioni al 9%, eravamo contenti noi agenzie e i clienti ai quali potevamo scontare qualcosina anche su un biglietto aereo! Vecchi ricordi…
Ciao Liliana, non c’è proprio niente da fare, sei la memoria storica di questo settore. Leggerti è un piacere perché racconti cose vere e vissute personalmente.
Anche io ho vissuto i tempi d’oro di cui hai scritto e ne ho tanta nostalgia. Magari si potesse fare un rewind, sicuramente si starebbe meglio di come si sta oggi.
Un abbraccio
E ci voleva la signora Comandè che, come sempre illumina il settore del turismo COSI’ COM’E’ senza peli sulla lingua e che dice le cose come realmente stanno! Anche un mio parente accetto’ in America il famoso CHAPTER 11, pur di continuare a lavorare, ma erano davvero altri tempi…Adesso, invece, con la cultura inculcata ai ns ragazzi, della TV, del benessere e del bell’apparire, ci sarebbero persone disposte a farlo? Per la serie che si cerca lavoro e si prega Dio di non trovarlo. Le compagnie continueranno a darsi la zappa sui piedi da soli, meno incassi = meno servizi … ma ai clienti, sia quando prenotano in agenzia che autonomamente, chi glielo spiega? Ci vorrebbe proprio un ritorno al passato!
Buongiorno signora Liliana, lavoro nel settore delle compagnie aeree ormai da molti anni e leggere il suo articolo mi ha perso di tornare al passato, ricordare e rivivere i fantastici momenti in cui il nostro settore non era per niente in crisi.
Oggi leggere sul giornale o vedere in televisione che una compagnia aerea è in crisi o un tour operator ha chiuso sembra la normalità!!!
Grazie mille e cordiali saluti
Francesco
Cara Liliana hai fotografato con il realismo e la competenza che ti contraddistingue la situazione del trasporto aereo.Un settore con un passato florido,che ha avuto il grande merito di farci raggiungere e conoscere tantissime mete intorno al mondo e creare,di conseguenza, nuove opportunità economiche nelle stesse;un passato dove il cliente era coccolato e assistito.Oggi la situazione è diametralmente opposta con le compagnie aeree entrate da un decennio nel tunnel di una crisi che non vede via d uscita per vari fattori:eventi sociopolitici dall attentato alle due torri,l impossibilità di continuare a ricevere aiuti di stato contro le normative comunitarie,l avvento delle compagnie lowcost per citare alcuni dei maggiori problemi.Ora senza dubbio la crisi dei trasporti è il termometro più importante dell economia,di cui è il volano principale e senza dubbio si tratta di una crisi senza precedenti,una crisi che neanche le continue fusioni riescono a risolvere:l ultimo caso è la fusione fra British e Iberia,che da anni provano a fondersi,ma l ostacolo è rappresentato dall indebitamento troppo elevato di entrambe.Ogni Paese poi ha affrontato la crisi a modo suo e con tempistiche diverse e la tempistica,in questo settore,fa la differenza.In America sono entrate in crisi le due compagnie storiche(Twa e Pan Am)che tu citavi e che rappresentavano il fiore all occhiello del trasporto aereo mondiale;sono state sostituite da altri marchi,cos+ come è successo a Swisse,Sabena eccIn Italia si è temporeggiato troppo trascinando per 20 anni la crisi Alitalia e facendola entrare nell orbita di Air France quando controllava una quota esigua di mercato e dopo il taglio di rotte commerciali strategicamente rilevanti.Se aggiungiamo che in Italia manca,da 20 anni un Piano Nazionale Trasporti arriviamo alla conclusione che muoverci all interno del nostro Paese,ma anche verso l estero oggi è estrememente difficoltoso.Se consulti oggi i cataloghi dei tour operator(anche i piu noti e rinomati) che si occupano di viaggi organizzati a medio-lungo raggio,adoperando,quindi,i voli di linea,si può notare che la quotazione proposta non comprende la quotazione del volo,che viene effettuata al momento della richiesta di preventivo e poi,eventualmente,confermata con la prenotazione:è il segnale che anche il rapporto fra tour operator e compagnie aeree è cambiato.L altro errore,fatale, delle compagnie aeree è stato quello di azzerare la commissione alle agenzie impostando la vendita sul web:in questo modo,senza il canale e la fidelizzazione delle agenzie,le compagnie tradizionali si sono messe in aperta concorrenza con le compagnie lowcost in un mercato caratterizzato dalla concorrenza al ribasso e compiendo un vero e proprio salto senza rete.Un caro saluto
Rino Siconolfi
Grazie mille per questo suo ” tuffo nel passato”, per chi come me non lavora da molto nel mondo del turismo è un piacere conoscere i tempi d’oro del nostro settore ed è utile per capire quali sono state le cause che ci hanno portato in questo stato di crisi.
Leggo sempre con molto piacere i suoi articoli, sempre interessanti e pieni di verità.
Saluti
Gloria
Che tristezza!ricordo ancora quando a scuola si lavorava sui manuali, le prove di emissione biglietti fatte a mano, le scritte VOID su questi..e il corso IATA utile “al sistema di penotazioni” costato non pochi soldi che oggi è un attestato buttato nel cassetto??Dici bene Liliana quando parli “del rapporto umano”, “erano tutti nella stessa barca e nessuno avrebbe mai pensato di far affondare uno degli attori della filiera”, già una volta forse!ora non più!…Ok non bisogna mai guardarsi indietro ma nel ns settore che sta andando a rotoli e che nessuno considera come dovrebbe, dove tutti si lamentano e nessuno fa nulla come non si può non desiderare un “rewind”??
Sono un ADV da sempre un affezionato estimatore della Signora Comandè, l’unica in grado di scrivere in modo semplice e schietto, senza nessun pelo sulla lingua, dei problemi che ci affliggono da tanti anni. Questo editoriale è come un percorso a ritroso dell’inizio della caduta del settore ed è una grande tristezza pensare che un settore che andava bene, sta finendo miseramente senza alcuna gloria. Chi ha voluto tutto questo? Dalle Compagnie aeree agli operatori, dalle istituzioni alle associazioni di categoria che non hanno saputo contrastare chi ha iniziato questo stillicidio che ha portato solo alla decadenza di un settore che godeva buona salute? Ha fatto bene ad iniziare dalle compagnie aeree e poi a scrivere che parlerà dei T.O. e degli ADV. Le colpe, alla fine sono di tanti ed ha ragione a sottolinearlo. Con tanta stima la saluto cordialmente
Grazie, come sempre, della vostra partecipazione e delle acute osservazioni come quelle di Rino Siconolfi. Quanta nostalgia di quei tempi, per chi ha avuto la fortuna di viverli, ma quanto dolore per vederlo ridotto così!
Avremo modo di riparlare della nostra storia turistica e dell’aeronautica civile. Avrei voluto scrivere ancora più cose, ce ne sarebbero state tante altre da dire, ma i “vecchi” le conoscono e i giovani, purtroppo, no. Ed è un peccato. E’ come quando alla TV fanno vedere i film in bianco e nero e di quando in Italia si era quasi tutti “poveri”. Purtroppo li trasmettono in orari notturni o mattutini, quando possono vederli in pochi. E così…i nostri giovani continuano a non sapere niente di ciò che c’era o eravamo prima del cosiddetto benessere.
Per fortuna che nel nostro paese c’è ancora chi è competente della materia per cui lavora. Brava, e lo dico perché è sempre così realista e perché scrive senza sfronzoli, non indora mai la pillola. La chiarezza, di solito, non appartiene a questo nostro popolo e lei è quasi una mosca rara. Complimenti e buon lavoro.
Lorenzo
Complimenti per averci aperto gli occhi su un settore del quale sappiamo ben poco, soprattutto sul suo passato. Come giovane agente di viaggio, dai suoi editoriali apprendo sempre qualcosa di utile per il mio lavoro e per la mia formazione mentale di fronte ai problemi lavorativi. Continui così, ne abbiamo bisogno.
e’ incredibile come nessuno (mondo polico commerciale consumatori ect )si accorga di questo sfascio voglio spingere l’analisi ancora piu’ a fondo. vivo in sardegna e sono un nemico del popolo un agente di viaggi da qualche giorno e’ iniziata sui giornali la querelle relativa al costo del biglietto navale il commento piu’ geniale di un quotidiano locale e’ stato ” le tariffe tirrenia sono incomprensibili (i codici spot auto low cost )e gli utenti non sono in grado di capirle. ho fatto notare a questo professionista che battere dei tasti a caso su un computer non fa di me un giornalista per fare un giornalista si deve studiare poi apprendistato poi esame di stato e poi si scrive su un giornale .io ho studiato per questo lavoro io lo so quali sono i codici tariffe io lo so come si fa risparmiare un cliente eppure non sono preso minimamente in considerazione perche i miei 10 euro di diritti sono un sopruso un costo insostenibile cosi siamo destinati all’estinzione io e i miei tre dipendenti ,cosi come si sono estinti i bagagisti in aereoporto o gli adetti al ceck in o gli addetti del bus tante buste paga andate in fumo tanti futuri bruciati in nome di un non ben precisato risparmio di una deregulation assurda .ecco io ho dichairato guerra ai pseudo agenti di internet quando vengono in agenzia li facciamo neri ecco le mie proposte
1) fare un feedback dei clienti visto che gestiamo i dati creiamo una banca dati dove li cataloghiamo e sappiamo con chi abbiamo a che fare
2° se compri un viaggio su internet a 30 euro e ti fregano di chi e’ la colpa perche non condividere con tutti questa tua straorinaria capacita e cosi aggiorniamo il tuo profilo facebook con la stella di idiota patentato o la tua mail avra come firma sono un povero cretino o simile
fatemi sapere
Questo articolo e’ davvero esaustivo per come REALMENTE vanno le cose!Finalmente chi dice la verita’ ancora esiste in nel ns settore!sono impaziente di sapere la sua visione sui t.o. E sul resto della filiera!ancora complimenti sig.ra Comande’.
Quanti ricordi che suscitano questi suoi rewind, di quanto il ns settore non era cosi’ maltrattato e sottovalutato dai politicanti di turno…un tuffo in un passato che sembra lontano non anni….a ANNI LUCE! Grazie x aver riportato a galla i vecchi splendori delle compagnie aeree, quando ancora viaggiare significava relax al 100%!!
Io non sono molti anni che sto in questo settore, ma mi sembra davvero di leggere cose che stento a credere…io sono abituata a vedere i pasti serviti con posate di plastica, bagagli smarriti o distrutti, servizi scadenti dal check in al ritiro bagagli! Che tristezza per la nuova generazione di oggi che forse non voleranno mai con le caratteristiche da lei elencate…chissa’ se si ritornera’ a questi servizi stupendi cosi’ ben descritti da lei. Da giovane dovrei guardare avanti ,ma se leggo il suo editoriale sono proprio spaventata da cio’ che succedera’ nel ns settore se non verranno presi giusti provvedimenti. Grazie per aver aperto gli occhi a noi giovani su come REALMENTE erano i servizi sulle coompagnie aeree e di come si sono ridotti.
Nulla di più vero!complimenti per il suo editoriale, spero, come tutti, che le compagnie aeree facciano una bella marcia indietro e inizino a rivedere i loro business plan, e che la tv la pianti di parlare solo di low cost come fonte unica di possibilità di viaggiare tralasciando un gran bel dettaglio ….LOW COST=LOW QUALITY! La saluto e ancora brava brava brava!!!!
D’accordissimo con Pietro! Grazie alle low cost le compagnie aeree si sono dovute adeguare alle loro tariffe pur di non rimanere con gli aeromobili a terra, e nessuno si è occupato di trovare una soluzione. Ci siamo dimenticati dell’alitalia? e della Livingstone? E della Volare? E ancora della MyAir? E di tutte quelle che non menziono ma che sono tantissime? E i dipendenti che fine hanno fatto? E le loro liquidazioni? E’ proprio vero sig.ra Comande, in Italia o costruisci le macchine o nessuno ti tutela! Brava e ancora complimenti per aver detto ancora una volta le cose come stanno Davvero!
Cara Liliana, ho letto con estremo interesse le tue osservazioni che non sono certo retorica nostalgiche immagini di un’ isola felice che oggi non c’è. Forse un pò di “rewind” farebbe bene ad una generazione di dirigenti che in larga parte non ha vissuto quelle epoche storiche e pionieristiche per certi aspetti nate dalle ceneri di un conflitto mondiale che aveva bloccato per anni l’intero pianeta. Un riavvolgimento di immagini e situazioni da cui trarre spunti per una grande riflessione globale ed una rivisitazione anche in chiave “neo-vintage” che potrebbe certamente giovare ai costumi ed alle tristi politiche che hanno distrutto larga parte di quello che di buono c’era. Anche allora come oggi non era certo sempre Paradiso, ma in quello spazio di umano rispetto c’era la chiave di lettura del successo e della crescita. Perchè dico che non era tutto rose e fiori, perchè chi ti scrive il mondo del Turismo come te l’ha vissuto in tutte le sue espressioni al suo interno e quello del trasporto aereo anche, seppur in misura ridotta.
Ho fatto il mio primo viaggio aereo esattamente 50 anni fa, il 31 Marzo 1961 viaggiando in 1a classe dal Cairo a Roma via Atene (un volo complessivo di 6 ore) su un mitico quadrimotore ad elica SuperConstellation della TWA, un viaggio che ha segnato larga parte delle mie scelte professionali e di vita . Fu il volo con cui mi sarei poi stabilito in Italia, bambino e che per l’esperienza vissuta in cabina dove il Comandante mi fece osservare la strumentazione di bordo, il servizio inappuntabile e di alto livello qualitativo delle pietanze , avrebbe poi segnato una passione per il volo che non riuscii a coltivare brevettandomi, ma bensì svolazzando per oltre 30 anni tra i cieli per lo più per ragioni professionali. Nel mio curriculum vanto cmq 3 anni di impiego a vari livelli anche di responsabilità in una piccola compagnia aerea di bandiera dal 1975 al 1978 mentre nel frattempo, neo papà, completavo i miei studi universitari laureandomi con una Tesi sui “Diritti di Traffico nel Diritto aereo internazionale ” apprezzata per la scarsa esistenza di testi universitari in materia. Ebbene le varie ricerche fatte in circa un anno mi permisero di preconizzare nel 1977 quello che sarebbe avvenuto 20 anni più tardi. Ovvero l’esigenza di trovare soluzioni alla duplicazione di scali e rotte per una sana gestione economica. Come avrebbero potuto affrontare le compagnie aeree una competizione fatta di sovrapposizioni costanti di voli sulle stesse tratte ed in alcune circostanze in 5a libertà con la presenza di più vettori ? Piuttosto che deregolamentare in nome di una surrettizia liberalizzazione non sarebbe stato meglio regolamentare attraverso l’ottimizzazione degli slot e lavorare in forma consortile per area sul modello SAS ed Air Afrique ? Solo nell’ultimo decennio abbiamo visto nascere 4 grandi network che hanno cercato attraverso la riformulazione delle rotte di raggiungere una migliore ottimizzazione delle flotte e consentire alla propria clientela di raggiungere quanti più scali nel mondo attraverso la rete ai migliori livelli tariffari.
La tecnologia è stata interpretata come la panacea a tutti i mali quando ne era solo un aspetto evolutivo da saper gestire in filiera con la rete commerciale delle adv . Il fenomeno low cost è stato un clamoroso autogol dei vettori tradizionali che se avessero gestito i voli per valori di occupazione introducendo livelli più bassi su determinate fasce orarie meno appetibili per alcune tipologie di clientela ,avrebbero evitato la nascita del fenomeno su larga scala, ampliando cmq le potenzialità, piuttosto che introdurre fasce differenziate di tariffa sullo stesso volo creando discrasie abnormi fra clienti con una differenziazione di servizio poco percettibile. Ovviamente fattori esterni hanno contribuito in negativo : il terrorismo, la crescita dei costi di esercizio ad iniziare dal carburante, i tassi di cambio che avevano retto il sistema e gli equilibri economici dell’economia mondiale e non ultima una latente crisi economica che ha toccato tutti gli strati della società dal 2001, facendo saltare le sicurezze e l’obbligo di far quadrare i conti… seguendo il concetto mors tua , vita mea, ma in tutto questo non ho visto nessuno avere il coraggio di reinventarsi , di apportare sostanziali atti che preludano ad un ritorno al passato reinterpretato in chiave futura.
Allora mia cara Lily, non ci resta che il ricordo di quelli che furono i momenti di gloria di un’epoca che ha fatto storia , ma credo sarà difficile possa riproporsi .. rimanendo la pietra miliare dell’aviazione civile post bellica.
MI scuso con te e gli altri colleghi lettori che hanno commentato, commenteranno o leggeranno questo mio lungo commento, nato spontaneo e stimolato dall’argomento che certamente marcava una realtà di fatto.
Ringrazio sempre tutti i lettori per il prezioso contributo che danno con le loro osservazioni, commenti e ulteriori precisazioni.
Intanto mi sento di rispondere a Norberto Namir Soussa per aver ampliato ulteriormente il mio discorso con appunti, come sempre, intelligenti. Inoltre, caro Norberto, quello stresso volo che tu hai fatto per venire in Italia, io l’ho fatto al contrario e per turismo nel 1980, sempre con TWA e sempre via Atene, mettendoci veramnete tante ore. Ma a quell’epoca non ci si lamentava né per i ritardi, né se ci si impiegava più di mezza giornata per un volo di 3 ore. Erano altri tempi, perché eravamo noi diversi. Eravamo più semplici, senza troppe pretese ed ogni cosa ce la conquistavamo con i sacrifici – ma con una enorme soddisfazione. Noi non siamo stati capaci di trasmettere ai nostri figli questi valori e queste “sensibilita”. Il risultato è ogni giorno sotto i nostri occhi compresa l’involuzione di tutto ciò che è accaduto negli ultimi 25 anni.
La fotografia fatta dalla pregiatissima signora Comande è corretta. Voglio dire qualcosa in più, dato che sono in questo settore da più di 30 anni. E’ vero che ci sono tante e grosse responsabilità da parte delle Compagnie aeree. Negli anni 80 si scialava, un impiegato di compagnia aerea prendeva 3 o 4 volte di più di un impiegato di agenzia, lavorando il 25% in meno, senza contare le retribuzioni al personale viaggiante. A quei tempi c’erano solo 2,3 livelli tariffari: le piene, le escursioni e iniziavano le prime pex. Viaggiare costava parecchio, il viaggio era un privilegio di pochi, mi ricordo che a quei tempi le stime dicevano che meno del 5% dei turisti e/o vacanzieri transitava per le agenzie, (eravamo circa 2500 in tutta Italia). Con l’inizio della deregulation, le tariffe hanno cominciato a scendere, ma come si può immaginare i costi per buona parte rimasero invariati, e le compagnie che via via si indebolivano, fino ad arrivare alla situazione attuale. Siamo passati dall’esosità dei prezzi allo sfruttamento del lavoro altrui, senza che questo portasse beneficio ad alcuno. I nostri politicanti, liberalizzando selvaggiamente le licenze, in un momento in cui già si cominciava ad intravedere la crisi delle compagnie aeree, e l’avvento di Internet, hanno dato il colpo di grazia al nostro settore. Le nostre associazioni di categoria, seppur a volte con buona volontà, non sono riuscite ad ottenere nulla, un pò perchè i giochi politici secondo me “contaminano”, ma anche perchè non supportate dalla base, che ha sempre guardato all’interesse individuale e mai a quello collettivo. Perciò non siamo esonerati dalle nostre responsabilità. Qualcuno ha detto che con le commissioni che ci venivano riconosciute potevamo gratificare i clienti, Vi dimenticate che c’era chi stornava tutta la commissione alle ditte perchè aveva l’over del 9 + 9? Queste persone hanno dato l’alibi alle compagnie, per abbassare e poi eliminare le commissioni alle agenzie. Per inciso l’1 % miserrimo che ci danno per quanto mi riguarda se lo potrebbero tenere, ci costa più di gestione!
Con i T.O. è successo lo stesso, c’erano agenzie che scontavano il 6% indifferentemente, nel tentativo di accaparrarsi clientela, senza contare che prima o poi questa cosa ci si sarebbe ritorta contro.
Pensate che sia utopico pensare di poterci riappropriare del nostro ruolo, uscendo dalla logica delle offerte, low cost etc. e ridare il giusto valore alle cose, in senso lato. Per me che vivo in Toscana non è pensabile che si vada e si torni da Londra con 10/20,00 euro, mentre e per andare a Milano ce ne vogliono 106,00; che si vada a Sharm con 350,00 euro e per una pizza se ne spendono minimo 20,00, … ci sarebbero tanti e tanti esempi ancora, ma ve li risparmio.
La cosa che più mi intristisce, è che nessuno dei nostri politici si preoccupi dei posti di lavoro perduti, delle Agenzie costrette a chiudere. Se per un certo periodo di tempo si sospendesse il rilascio di nuove licenze, e le associazioni di categoria promuovessero maggiormente corsi di riqualificazione, pensate che il nostro settore trovando un equilibrio migliore, riuscirebbe ad uscire più forte dalla crisi economica generalizzata che stiamo vivendo?
Buona vita a tutti!
Liliana, se vede che siamo diventati vecchi, ricordi troppo e quasi bene tutto- Piccola evidenza:prima di Patacconi ci sono stati Cossa e Benati con voli charter su Londra con il nascente Club Vacanze (cè stavo pure io!)- Primi charter sui villaggi in Calabria con i vecchissimi aerei a pistone Fokker da Milano e Roma. Si utilizzano charter perchè località non servite dalle compagnie aeree nazionali. Si, che nostalgia, eravamo fieri e orgogliosi di appartenere o alla compagnia aerea o al tour Operator. Oggi siamo diventati distributori di cataloghi e ci facciamo una “guera” con lo sconto al cliente. Che tristezza. ciao
Caro Alberto, hai ragione. Ma io non ho menzionato i charter su Londra perché, in realtà, il charter procurò la “massa” di turisti con le Baleari e Canarie. La nostalgia, poi, è veramente tanta! In quanto alla guerra dello sconto, ti assicuro che ci sono agenzie che prenotano viaggi di nozze in Polinesia – e parlo di quote che vanno da 9mila euro in su per i SAT – quasi sotto data, senza chiedere il saldo, ma solo un acconto a piacere del cliente! Il saldo al ritiro documenti! E, credimi, non sto dicendo una bugia…
Manuela, ma su ciò che riguarda i T.O. e le ADV ecc…, ho scritto che ne avrei parlato successivamente. Lei ha detto cose giustissime e, mi permetto di ricordarlo, dal 1992 vado ripetendo le stesse cose sul settore. E’ chiaro che le colpe non sono solo delle compagnie aeree, ma, con Internet, è iniziato il declino del settore agenziale e, mentre io scrivevo “Internet avanza e fa paura”, c’era chi mi diceva che non capivo che Internet sarebbe stato uno strumento a favore delle ADV. A me è sempre sembrato il contrario e, a costo di essere sembrata una pessimista a tutti i costi, l’ho ripetuto in continuazione. La liberalizzazione delle licenze è stata l’idea più stupida dei nostri politicanti, così come lo è stato la proliferazione dei charter – anche quando non c’era sufficiente richiesta. Ma…avremo modo di riprendere il discorso.
Ok Liliana, sintesi efficae.
Ma, nostalgia a parte, che emerge in tutti commenti (…) come porsi e che fare per una realtà che ormai è completamente cambiata?
Di sicuro indietro non si torna: meglio guardare avanti e domandarsi che cosa possiamo fare per continuare a svolgere il nostro lavoro, o no?
Oltretutto smettiamola di buttarci addosso la solita litania che è colpa dell’Italia che non funziona: il mondo è uno e l’Italia da sola conta poco. Con il momdo intero dobbiamo misurarci, confrontarci, imparare… In USA negli ultimi anni c’è un ritorno alle adv: come e cosa hanno fatto?
Riusciremo a guardare oltre il nostro naso invece di farci prendere dalla nostalgia e aspettare l’intervento divino?
Cordiali saluti
Ciao Liliana,
ho letto con attenzione il tuo condivisibile articolo. Volevo ringraziarti per la citazione a Stefano Patacconi. Sono sempre più convinto che “il mio capo” farebbe ancora un sacco comodo a questo mondo turistico.
Grazie
Corrado
Caro Dario, è vero, c’è tanta nostalgia per un passato che, a mio avviso, potrebbe anche essere valido per il presente. Ricominciare ad avere un ruolo diverso con le compagnie aeree, visto che da sole non sono riuscite a risollevarsi né a mettere in tasca più soldini (la stessa cosa vale anche per le Ferrovie). L’Italia, in realtà non funziona in nessun campo, e noi viviamo in Italia! Noi abbiamo la presunzione di poter/saper fare tutto da soli senza controllare cosa succede al di là del nostro confine. Giustissimo! Negli Usa c’è questa inversione di tendenza, ok, ma a chi spetta informarsi su ciò che è stato fatto per far rientrare i clienti nelle agenzie? Io ho scritto varie volte che i T.O., con l’aiuto del Ministero del Turismo, avrebbero dovuto programmare una pubblicità televisiva e cartacea nella quale il soggetto doveva essere la professionalità dell’ADV, la sicurezza di avere un interlocutore in carne ed ossa, il fatto che non sempre su Internet si risparmia, anzi, a volte si spende di più. Infine, l’assistenza continua anche quando il cliente è all’estero attraverso il T.O..
Questo è solo un piccolo esempio di ciò che si potrebbe fare. Purtroppo, se in TV continuano ad invitare le persone a prenotare in Internet, se raccontano barzellette sulla storia del risparmio e se parlano del settore solo quando accade qualche problema, l’unica via è quella di “esaltare” il valore aggiunto del settore così come si fa con i vari prodotti che vengono pubblicizzati, e che la gente compra. In quanto all’intervento divino, credo proprio che nessuno lo stia aspettando. Sicuramente si aspetta qualcosa dalle istituzioni e dalle Associazioni di categoria – che sono poi il tramite fra le ADV e chi ci dovrebbe aiutare – e non parlo solo di soldi – informandosi meglio dei problemi che affliggono il turismo, visto che tutti noi paghiamo per ricevere in cambio…un bel niente!
Grazie e cordiali saluti anche a lei
Grazie a te Corrado. Ho avuto sempre un rapporto speciale con Stefano, che mi chiamava “la Liliana”. L’ho stimato soprattutto per il coraggio che ha avuto nell’affrontare l’argomento Charter, ma era anche tanto intelligente da capire che quando non poteva riempirli, vendeva i suoi posti agli altri T.O. Ha fatto da broker guardando il mondo turistico nella giusta prospettiva. Se una meta non andava bene, nel senso che ci rimetteva i soldi piuttosto che guadagnarli, annullava senza tentennamenti la catena charter. Mi ricordo che lo fece con la Thailandia e con Sri Lanka. La sua perdita mi ha molto addolorata e sono convinta anch’io che uno come Patacconi farebbe ancora comodo a questo settore. Ti invio un caro saluto
Ciao Liliana, a me sembra che i tuoi redazionali vogliano farci svegliare da quel torpore che ci ha pervaso dal tragico fatto dell’11 settembre. Sì, ho l’impressione che la decadenza sia iniziata proprio da quel momento, seguita da tanti altri fattori come Internet, l’avvento di Blu Vacanze, e il fatto di essere estromessi dal lavoro che ogni giorno si faceva guadagnando una ricompensa per il servizio prestato. Credo che il nostro sia un settore di depressi ormai e lavoriamo sperando di sopravvivere a tutte le avversità che ci affliggono. Grazie averci dato modo di ricordare come era prima, credo che ci possa servire per andare avanti. Con tanta stima per il tuo coraggio.
Giustissimo il suo editoriale e finalmente vedo che molti la pensano come me! Basta la Tv che pubblicizza il low cost e il last minute. Basta agli operatori che vendono direttamente ai clienti. Basta alle pubblicità cartacee solo di portali come Trivago, Expedia e compagnia bella. PErchè non si fanno delle pubblicità in tv (che rimane comunque il mezzo migliore di diffusione pubblicitaria) per rivalutare il ruolo delle agenzie di viaggio. Quanti clienti entrano nelle nostre agenzie, si fanno consigliare su dove e quale meta visitare, ci fanno fare mille preventivi e alla fine si arrangiano da soli. Nono solo viene sfruttata la nostra professionalità, ma anche il nostro tempo … e quando si lavora, il tempo è denaro, lo sappiamo tutti. Dovremmo continuare a lavorare GRATIS ?! Ed è verissimo quello che lei dice, cara Liliana, oramai c’è la guerra delle agenzie, un gioco al ribasso ai limiti del pietoso. Si chiudono pratica con utili pressochè vicini allo zero, pur di fare lo sconto al cliente sperando di rivederlo per il suo prossimo viaggio. Ma esiste ancora la fidelizzazione? Ci sono ancora persone che valutano la tua professionalità come adv e si affidano a te ? Io credo che si farebbe prima a trovare un ago nel pagliaio.
Io credo che le uniche soluzioni possibili a mio avviso sono queste : 1) iniziare a fare cartello sui prezzi; MA DEVE ESSERE SCRITTO ED UGUALE PER TUTTA LA FILIERA. Ovvero i t.o. devono dare pari commissioni a tutti agenzie singole, network ecc.. (si eviterebbe così il cliente che io chiamo .. il Cliente della Conad, ovvero quello che fa la spesa in giro tra le varie agenzie facendo perdere un mucchio di tempo a tutti noi); 2)INCENTIVARE L’ADVANCE BOOKING (senza fare scandalose offerte last second facendo stare vicini di stanza in hotel una coppia che ha pagato 100 e un’altra che ha pagato 1000); 3)Ridurre i posti volo in periodi assolutamente inutili che rimarrebbero comunque invenduti; 4) iniziare, dai tour operator alle compagnie aeree alle singole agenzie, a guadagnare il giusto per ogni pratica che viene fatta (senza ne “caricare troppo” e senza neanche regalare il prodotto che si va a vendere). 5) iniziare a fare delle candidature di persone che sono valide E CHE SOPRATTUTTO SANNO COME FUNZIONA IL SETTORE, lasciando perdere i politici di turno che non hanno idea di come si gestisce il settore dei quali, magari, sono ministri (non è riferito solo a questa attuale classe governativa, ma a tutte in generale). il ministero della Salute, deve essere rappresentato da chi fa , per esempio il medico, quello della pubblica istruzione magari da un’insegnante, e quello del Turismo (se proprio ci deve essere) deve essere amministrato da chi, NEL TURISMO ci sta e conosce vita morte e miracoli. un pò come lei, cara signora Comandè, che, da ogni editoriale che pubblica, e a giudicare da tutti i commenti che leggo fatti da altri colleghi, sa perfettamente di cosa si parla! Forse possono sembrare banali come soluzioni, ma a volte le cose piu’ semplici risultano quelle piu’ efficaci!
Grazie per la considerazione Sig. Fernando, ma come ben sa, la politica non è fatta di gente competente del Ministero che rappresenta. Ci sarebbero tante altre cose da prendere in considerazione e ne riscriverò in un prossimo editoriale. In quanto alla Conad…magari fosse così! Sicuramente un bell’utile ce lo mette su tutti i prodotti che vende, mentre il settore agenziale, che di prodotto ne vende uno solo, non è capace di dare il giusto guadagno al suo lavoro.
Che bel tuffo nel passato…e quanti ricordi!brava liliana,cosi’ si risolvono i problemi,con il confronto tra le varie entita’ coinvolte!aspetto con ansia il prossimo editoriale!
Magari si potessero risolvere i problemi con il confronto tra le varie entità! Però potrebbe essere l’inizio per rifare i conti sui propositi e sui risultati ottenuti. Forse, allora, un piccolo passo indietro potrebbe essere fatto con beneficio di tutti, passeggeri compresi.
E’ incredibile come tutti i commenti che leggo rispecchiano perfettamente la realta’ del nostro settore. Complimenti signora Liliana, e grazie ancora per le riflessioni che ci fa fare ad ogni suo articolo!
A giudicare dai numerosissimi commenti vedo che la situazione è davvero critica, e se non si fa qualcosa per migliorarla, di sicuro si continuerà a precipitare. Grazie Liliana per darci un occhio critico e soprattutto veritiero di quanto accade. Un saluto da Venezia.
Vogliamo anche parlare della situazione di precarieta’ in cui sono ormai precipiatati i nostri dipendenti del settore? E non parlo solo di compagnie aeree ,ma di tutti i componenti, dai t.o. Alle adv e via discorrendo. Vogliamo parlare anche degli stipendi cosi come previsti nel ccnl del turismo? Le paghe sono bloccate al 2008, altro che chapter11 dei dipendenti di compagnia aerea, se si togliessero anche loro una parte di stipendio verrebbero a lavorare gratis!
E’ proprio vero in italia si pensa solo ai dipendenti della Fiat, o di qualche marca di vestiti ,per promuovere il made in italy. Eppure abbiamo una terra ricchissima di bellezze naturali e architettoniche per il turismo incoming, e tante persone che vorrebbero anche viaggiare fuori per il turismo outgoing…le chiavi ci sono ma perche’ non vengono utilizzate? Perché non vengono incentivate? Il turismo in generale può dare degli introiti al nostro paese ,che nessuna Fiat o nessun Dolce e Gabbana potrebbe dare. Dobbiamo iniziare anche noi a far
te scioperi e manifestazioni? Oppure basterebbe iniziare a fare delle pubblicita e delle comunicazioni PER EDUCARE i passeggeri che la politica del low cost non e’ più sostenibile per tutti gli attori coinvolti? Sottolineando la professionalità delle agenzie e della loro assistenza prima, a volte durante, E A VOLTE ANCHE DOPO il viaggio e smettendola di incentivare la prenotazione autonoma e il last minute, dato che le persone non appartenti al settore di quste parole ci si sanno solo riempire la bocca. Qualche giorno fa, quindi a fine febbraio, in agenzia entra un tizio e mi chiede un last minute per le sue ferie….D’AGOSTO!!
Oppure qulli che ti chiedono la low cost per festeggiare Capodanno a Parigi! Questa è malacomunicazione (a volte e spesso anche idiozia, per carita’!!), ma alle mie spiegazioni di questi termini, le persone ti rispondono: ma la tv dice che se prenoti last minute e low cost risparmi. A questo punto provo a dare una soluzione possibile, così come ha già scritto la Sig.ra Liliana: le associazioni di categoria tipo Fiavet o Astoi o Ministero del turismo, non potrebbero acquistare degli spazi pubblicitari in tv o per radio, sui cartelloni e quant’altro e iniziare a pubblicizzarci per incentivare il cliente al ritorno nelle agenzie di viaggio? Se ciò succedesse, anche i t.o. ne gioverebbero e sono sicuro che anche le compagnie aeree tornerebbero indietro sui loro passi. In sintesi…un vero ritorno al passato, come dice la nostra cara E SINCERA Liliana!
Sono nel settore da circa un anno ma mentre venerdì in agenzia leggevamo il suo articolo, vedevo e sentivo le mie colleghe “anziane” annuire ad ogni riga e commentare, quasi malinconiche, ogni passaggio. E’ utile e istruttivo per noi giovani agenti di viaggio conoscere le differenze tra come era e come è. Grazie per questa illuminante pagina di storia del turismo a me sconosciuta.
Ciao Liliana ,con il tuo articolo mi hai fatto ritornare ai primi anni 60 quando ho cominciato a lavorare in una Compagnia Aerea, come tu sai. In piena espansione, a quall’epoca, con un management all’altezza dei tempi,quando si decideva in termini economici la validità dei nuovi”prodotti” e ,chi decideva ,lo faceva pensando solo all’interesse della Compagnia;ma ho anche vissuto il suo declino… Quante volte il “prodotto” esaminato risultava passivo per l’Azienda ma… il politico di turno lo voleva.. assolutamente e quasi miracolosamente dal negativo lo stesso diventava positivo con relative grosse perdite.Questo ti sarà già noto. Accettando nel tempo la liberalizzazione dei “cieli” senza una politica adeguata, siamo arrivati al capolinea. Cosa ci si può aspettare dagli incompetenti ovvero dai “servi”? Ti ho spedito una mail relativa ad internet…significativa e anche divertente. A presto.
Ciao Paola, negli anni ’60 ancora non ero ancora nel settore, ma quando ci sono entrata la situazione che mi descrivi era esattamente la stessa. Il declino dei vettori non sembrava inevitabile, tranne per alcune di loro. Ma le cose sono andate diversamente. Per la tua compagnia, sicuramente la politica l’ha sempre fatta da padrona, e questi sono i risultati! Grazie per l’e-mail. Un caro saluto
Complimenti Liliana! Ancora una volta sostengo i tuoi articoli con più forza che mai! I problemi bisogna risolverli insieme, ma prima di tutto il nostro settore ha assolutamente bisogno di chi dice la verità come te, e a giudicare da tutti i colleghi che scrivono direi proprio che non sono l’unico a pensarla così! Ancora complimenti per la tenacia e il coraggio che ti contraddistingue da sempre!
Gent.le sig.ra Comandè spesso mi ritrovo a leggere i suoi articoli e quelli dei suoi collaboratori e apprendo notizie interessanti e confronto con quanto ho nel mio bagaglio lavorativo.
Vistal a situazione che viviamo in questo momento, ad alta voce dico “magari si potesse tornare indietro!”….la speranza è l’ultima a morire!
E visto ho intrapreso la carriera da pochi anni e credo il turismo sia una grande risorsa resto fiduciosa con l’augurio che qualche cambiamento ci sia!Un caro saluto!
Quante frasi vere, e come sembrano lontanissimi questi tempi … Ma così a fondo è finito il ns settore? così in basso siamo caduti? Stiamo così messi male da fare la politica del mors tua, vita mea ? che tristezza …
Complimenti Liliana per il suo coraggio e la sua schiettezza. un caro saluto Sandro
Ho letto il suo articolo con estremo interesse perchè, lavorando in questo settore da tanti anni, ho vissuto i vari passaggi e l’involuzione del trasporto aereo proprio come ha descritto. Condivido tutto a cominciare dal titolo, se veramente si potesse fare un rewind…
mi pare che non si metta abbastanza in evidenza il ruolo dei T.o e delle compagnie di crociere ect , mi spiego che senso ha vendere una crociera con un buon margine se poi pur di riempire la nave alcuni comprano a prezzi stracciati?i clienti seri quelli che pagano e programmano per tempo devono condivedere le vacanze con i furbi. la soluzione basterebbe depotenziare i pacchetti usare i braccialetti con i codici a barre e fornire alcuni servizi ( cene di gala pranzi speciali feste a tema all inclusive ect) dare accesso ad alcune aree solo ai clienti che hanno pagato per questi servizi.
tutti gli altri in terza classe come sul titanic perche il cliente che spende deve essere tutelato e noi con lui .nasceranno agenzie a basso costo che venderanno prodotti a basso costo a clienti a basso costo si tratta di mirare ad un target (ero a londra poche settimane fa e ci sono agenzie di viaggi esclusivamente per i voli ect)
Il disastro delle compagnie aeree è solo la punta dell’iceberg per evidenziare dove il ns settore è lentamente scivolato e da dove dovrebbe risollevarsi al piu’ presto… Complimenti come sempre per la verità che trapela dai suoi articoli.
Sembra di parlare dell’antichità e di servizi assolutamente lontanissimi dalla realtà attuale. Risulta difficile pensare a tutto questo che lei descrive così bene… Grazie per questo rewind, anche da parte di chi non lo ha vissuto!
Quanto mi piacerebbe anche a me far partire i miei clienti e fornire loro dei servizi adeguati, dove assolutamente non possono lamentarsi, dove tutto funziona bene … E’ utopia? O forse si potrebbe davvero trovare una soluzione? E per non parlare di tutti i posti di lavoroche sono davvero a rischio … ma al ns settoer chi ci pensa ?!
Complimenti per l’articolo! Un ritorno al passato farebbe davvero bene a tutto il settore…Per la serie , stavamo tutti meglio prima, mentre ora ci si inventano mille cose per sbarcare il lunario a fine mese.