Fateci caso, ormai i commenti che si possono leggere un po’ ovunque – di qualsiasi argomento si tratti- seguono due modelli ben definiti. Modello uno: siamo giunti alla frutta, stiamo andando sempre peggio, il mondo è irriconoscibile, mancano i clienti, prosegue il dirottamento sulla scelta telematica, è la fine.  Modello due: macché fine, il nostro è un mondo telematico, ormai siamo tutti radio-collegati, evviva internet, il futuro è dentro lo schermo del PC e di tutte le diavolerie palmari, e chi non accetta le novità cambi mestiere.  

Per la verità poi quando i sostenitori della prima teoria leggono qualche commento dei secondi, aggiungono immancabilmente quello che è un classico in questo dibattito: “e mentre il Titanic affonda, l’orchestra continuava imperterrita a suonare…”

A leggere questi scambi di bordate si ha la netta impressione che parlando del futuro, commentando il presente, il grigio non è ammesso: o è tutto bianco o è tutto nero; ma impostando in tale modo il dibattito, è errato –secondo il nostro parere- andare a ricercare chi delle due parti abbia ragione e chi invece torto.  La storia è piena di eventi, di cambiamenti ove settori, categorie e relativi lavoratori si sono ritrovati a doversi riciclare perché “il mondo andava avanti”: non si tratta di aver torto o ragione, non si tratta di sposare una tesi o l’altra, i cambiamenti epocali non ammettono consensi/dissensi, ma semplice accettazione dello stato di fatto.  Sono parole che potranno dispiacere, ma basta dare uno sguardo indietro per appurare la loro concretezza.

A metà degli anni sessanta per la prima volta il mezzo aereo portò sull’Atlantico più passeggeri dei superbi transatlantici di linea che fino allora rappresentavano il mezzo di trasporto preferito sulla rotta Europa-Usa: fu così che miti degli oceani quali la Queen Mary, la Queen Elizabeth dovettero andare in ritiro di fronte all’apparire sulla scena del  più veloce mezzo aereo.  Per il settore marittimo, e per chi in esso prestava la propria opera, fu un momento molto triste denso di preoccupazioni per il domani. Sinceramente non crediamo che dimostrazioni fatte a sostegno della categoria per quanto stava avvenendo, avessero potuto sortire un qualche effetto pratico nel cambiare l’andamento della storia.

Venendo ad oggi, forse sarebbe opportuno chiedersi quanto sia corretto lamentarsi circa le molte persone che acquistano il biglietto via Internet piuttosto che all’agenzia di viaggio, dimenticando però allo stesso tempo come anche questa testata, sulla quale ho l’onore e il piacere di scrivere da anni, una volta era cartacea ed oggi la si può avere solo se si dispone di un collegamento ad Internet. Il mondo cambia, nuovi mezzi tecnologici ci sono messi a disposizione e tutti dobbiamo cavalcarli, volenti o nolenti.  Chi non ricorda l’ABC o l’OAG ovvero quei voluminosi libroni che  mensilmente venivano recapitati via posta e che fornivano agli agenti di viaggio la lista di tutti i voli operati nel mondo da ogni compagnia aerea dei cinque continenti? Anche per loro, con l’avvento dei computer, è arrivato il tempo dell’uscita di scena e chissà quante persone che lavoravano nelle case editrici hanno dovuto cambiar mestiere. Avrebbe senso mettersi a discutere se erano meglio loro invece del CRS o dei siti web dell’aerolinee? Ormai sono andati, sono strumenti sorpassati, oggetti per i quali addirittura si è creato, fra gli amatori,  un mercato cult.

Ma non diremmo tutta la verità se non ammettessimo anche noi di aver fatto lo stesso errore; anche noi abbiamo scritto articoli nostalgici sul bel mondo delle compagnie aeree che non c’è più, tuttavia dobbiamo precisare che non lo abbiamo fatto sperando di convincere qualcuno che bisognava fare qualcosa; lo scopo era solamente quello di far riflettere come, dal punto di vista del passeggero, quest’ultimo forse stava meglio e godeva di un miglior servizio e di più attenzioni con le aerolinee di un tempo, che non oggi che lo si prende in giro con la storiella della maggiore concorrenza disponibile sul mercato.  

Il mondo degli AdV è in crisi? E come potrebbe non esserlo riflettendo sul ciclone che ha investito il trasporto aereo, una delle sue maggior fonti di sostentamento?

*Aerolinee storiche non più pubbliche che hanno azzerato le commissioni;

*Agenzie passeggeri chiuse e dipendenti mandati a casa;

*Viaggiatori sul corto e medio raggio che si comprano il biglietto da soli e se lo stampano a casa;

*Aerolinee low cost, alcune delle quali, non gradiscono che un intermediario si metta in mezzo a  fare da tramite fra il vettore e il potenziale cliente;

*Aerolinee che nascono, promettono mari e monti, e dopo qualche mese ingloriosamente chiudono;

*Aerolinee che annunciano fusioni, rimangono però separate e intanto si liberano di un bel numero di dipendenti;

*Alleanze e code-sharing che fanno lievitare il numero dei voli, anche se inesistenti…..

Dobbiamo continuare?

Noi abbiamo sempre creduto, sostenuto e scritto che per un passeggero è meglio confrontarsi con un dipendente di compagnia aerea in carne e ossa, che non avere a che fare con un numero verde; siamo convinti che da tutti questi cambiamenti chi più ci ha rimesso in termini di qualità/prezzo sul prodotto sia proprio l’utente, ma precisato ciò qui ci dobbiamo fermare, perché – lo ribadiamo- organizzare le crociate contro le innovazioni tecnologiche non porta da nessuna parte. In qualche Paese c’è un rinnovato interesse per le agenzie di viaggio in alternativa all’acquisto su Internet? E perché no? Forse qualcuno si sta accorgendo che non è vero che sulla rete si risparmia, forse perché si sarà stufato di impazzire quando avviene uno dei tanti imprevisti (cambio di data, rimborso o altro) che possono capitare quando prenoti su Internet e di fronte ai quali il sito non ti offre alcun aiuto (e solo a questo punto chiami l’agente di viaggio!). Insomma per chi in questa attività vuole resistere, gli argomenti potrebbero non mancare.  E così come terminato il traffico di linea, le compagnie marittime hanno puntato su prodotti alternativi, vedi le crociere, noi non crediamo affatto che il ruolo dell’agente di viaggio sia solo quello relativo all’emissione di biglietti con itinerario point-to-point, quelli cioè che con più facilità si possono acquistare sui siti internet; vi è ad esempio tutto un mondo di viaggi a lungo raggio, multisettoriale che necessita di assistenza e competenza e che ben difficilmente può essere costruito on-line. Non solo, poi ci sono tutti coloro che – come annotato – sono rimasti delusi, se non scottati, dalle “sorprese” delle prenotazioni on-line e dal fatto di non aver interlocutori cui chiedere lumi al presentarsi di un qualsiasi  inconveniente. Allora in conclusione, il comportamento più saggio sarebbe quello di prendere atto che Internet, e tutto ciò ad esso collegato, è una realtà imprescindibile dei nostri giorni, e allo stesso tempo riflettere  sul fatto che anche gli acquisti telematici hanno i loro punti deboli, smagliature o aree lasciate scoperte, e forse proprio mettendo a fuoco quest’ultime – chi ne ha voglia e crede ancora in questo settore – può cercare di ripartire da qui per risalire la china.

Antonio Bordoni