Di Liliana Comandè.

Viterbo, la splendida città laziale (e una delle più belle in Italia), ha ospitato la XXVa edizione della manifestazione “San Pellegrino in Fiore”. L’evento, che  si svolge  nel quartiere medievale di San Pellegrino, dal quale prende il nome,  trasforma le piazze, le strade, i balconi, i vicoli e le belle fontane in un giardino ornato di piante e fiori dal grande impatto visivo.

Gli arredi floreali sono situati nei punti più suggestivi del centro storico e rendono la città più particolare e “colorata” che mai.

La manifestazione Florovivaistica, molto importante per Viterbo,  dura di 3 giorni e richiama dai 40mila a 50 mila visitatori.  Una parte delle piante e dei fiori vengono messi a disposizione da esperti vivaisti – che se li riprendono alla fine dell’evento – mentre il resto viene comprato dal comune, che li riutilizza a fine manifestazione per abbellire ulteriormente i parchi e le zone verdi della città.

Gli addobbi sono curati da un pool di architetti e da vivaisti che, con le loro originali composizioni, riescono a mettere in risalto le parti più belle del quartiere.

Di solito si svolge verso la fine di aprile/primi di maggio e l’origine della manifestazione deriva dalla tradizione che avevano le famiglie di quel quartiere di addobbare con piante e fiori tutti i balconi.

L’effetto visivo era talmente d’impatto e particolare che da allora è nata la festa la cui importanza rappresenta per Viterbo il secondo evento in termini di visibilità e di presenze, mentre la prima resta ancora il “Trasporto di Santa Rosa”, un corte di grande fascino che risale al 1600 nel quale la bellissima macchina che trasporta la statua della Santa è un capolavoro di artigianato. Molto pesante, è portata a spalla da tanti uomini per circa 1 chilometro con 5 soste intermedie.

E’ sicuramente un evento da seguire non solo perché fa parte di una delle antiche tradizioni locali, ma anche per la sua grande spiritualità.

Questa ultima edizione della Festa di San Pellegrino in Fiore è stata gestita totalmente dal Comune dopo ben  24 anni di gestione dell’Ente Autonomo.

Nel corso dei  3 giorni  di San Pellegrino in Fiore si svolgono anche altri interessanti eventi quali mostre fotografiche, spettacoli in piazza, sfilate di moda e degustazioni di prodotti tipici che tendono a far riscoprire le tradizioni culturali ed enogastronomiche del territorio.

L’evento, però,  è stato anche l’occasione per una conferenza stampa con il Sindaco di Viterbo: Giulio Marini, il Presidente della Regione Lazio: Renata Polverini e l’Assessore Regionale all’agricoltura: Angela Birindelli, queste ultime venute anche a vedere la trasformazione di Viterbo decorata in occasione della festa.

La Birindelli ha evidenziato il momento di eccellenza costituito dalla manifestazione, non solo per Viterbo ma per tutta la provincia “Bisogna mettere a sistema questo evento e dobbiamo valorizzare i prodotti di qualità del territorio d’origine – ha dichiarato l’Assessore.  Il settore florovivaistico rappresenta il 5 per cento della produzione agricola regionale e ci sono 1.300 aziende, 10.000 addetti e genera un fatturato annuale di 200 milioni di Euro. E’, quindi,  un settore di tutto rispetto comparandolo soprattutto alla criticità di tutta l’agricoltura nel Lazio. Il nostro intento è quello di sviluppare l’offerta ma anche di formare professionalmente chi ci lavora. La Regione Lazio ha già impegnato 6 milioni di Euro per l’acquisto di macchinari e anche per promuovere e partecipare a manifestazioni come l’Euroflora di Genova, nella  quale il Lazio è stato premiato per il progetto più innovativo e originale. Per noi il comparto florovivaistico è molto importante e dobbiamo abbinarlo all’agricoltura in generale, alle bellezze del territorio e all’enogastronomia”.

 

Renata Polverini

Renata Polverini

, Presidente della Regione Lazio, ha invece evidenziato quando debba essere preso in considerazione, valorizzato e migliorato il comparto florovivaistico.” Il progetto “Made in Lazio” si prefigge di sostenerlo e promuoverlo così come vanno aiutati e pubblicizzati tutti i settori produttivi, le tradizioni e i valori locali, non solo in Italia ma anche nel mondo. A questo progetto stanno lavorando ben 3 Assessorati, quello dell’Agricoltura, della Cultura e del  Lavoro – ha proseguito  la Governatrice – e vogliamo innalzare la qualità perché solo in questo modo possiamo competere con i colossi del settore europeo che sono più forti di noi per la quantità. Noi vogliamo creare lavoro e formare i giovani anche per far scoprire mestieri, che sono stati importanti, ma che senza una specializzazione non riescono ad emergere ed essere valorizzati. Infine, vogliamo  potenziare il patrimonio culturale di Viterbo e della Tuscia viterbese anche  attraverso feste popolari storiche, che sono un patrimonio da preservare e far conoscere ai turisti”.

Per il Sindaco di Viterbo, Giulio Marini, la buona riuscita della manifestazione di quest’anno di “San Pellegrino in Fiore” è dovuta anche al sostanzioso  contributo della Regione Lazio, che ha permesso di rinnovare l’evento tanto da richiamare un gran numero di visitatori nella bella città medievale.

Ma a prescindere da San Pellegrino in Fiore, Viterbo e tutta la Tuscia sono luoghi da visitare non solo nei periodi delle tante manifestazioni che si tengono annualmente, ma tutto l’anno.

In tutto il suo territorio, infatti, si possono effettuare tanti tipi di turismo atti a soddisfare qualsiasi esigenza dei turisti.

C’è il Turismo ambientale, in quanto la Tuscia è un territorio molto verde, con parchi e laghi.

C’è quello molto rilevante che riguarda l’enogastronomico, la zona, infatti,  è ricca di alberi di nocciole e di castagne che si utilizzano nella preparazione di saporiti piatti tipici. Si produce anche un ottimo vino, sia bianco che rosso, che accompagnano egregiamente i cibi locali.

Anche il turismo religioso è rilevante perché nella Tuscia c’è un tratto della via Francigena, che va da Proceno (in provincia di Viterbo) a Roma, e a Bolsena c’è la chiesa di Santa Cristina, dove nel 1.237 avvenne il miracolo Eucaristico. Si narra che un prete polacco vide uscire dall’ostia del sangue che cadde sull’altare – ancora oggi visibile – e sul suo corporale. Da allora nacque la festa del Corpus Domini.

Altro tipo di turismo, tra l’altro oggi di gran moda, è quello termale e Viterbo è ricca di Terme. Ci sono stabilimenti termali e vi sono laghi naturali di acqua sulfurea, nei quali si può fare il bagno tranquillamente e senza dover pagare nulla.

C’è poi il Turismo Congressuale:  l’Hotel delle Terme, ad esempio,  può ospitare da 300 a 400 persone.

il Turismo Lacuale, invece, con i due laghi di Vico e Bolsena, ha molto appeal soprattutto per  i turisti stranieri per i quali è una meta privilegiata. Tedeschi, olandesi, inglesi, belgi e  norvegesi  l’amano anche in inverno e vi trascorrono le loro vacanze.

Nella Tuscia possono essere accontentati anche gli amanti del mare che praticano il Turismo balneare nelle rinomate località di Tarquinia e Montalto di Castro, così come gli amanti del trekking possono praticare il loro sport preferito sui Monti Cimini.

E, per finire ( ma forse ho dimenticato di enunciare qualche altro tipo di turismo), c’è quello Culturale, che nella Tuscia è veramente notevole, ad iniziare proprio da Viterbo che, con le sue superbe case medievali, i suoi vicoli e i suoi balconi, è unica in Italia. Ma se andiamo a visitare tutte le città e cittadine che formano al Tuscia, che è collocata nel Lazio settentrionale, non possiamo non ammirare la ricchezza di borghi, le tante testimonianze storiche, artistiche e archeologiche.

Ma, vi assicuro,  che c’è proprio molto, ma molto di più da vedere e da scoprire…

Liliana Comandè