Un territorio enorme, per molta parte sul golfo del Bengala, l’Orissa è uno degli stati più “indiani” e, forse proprio per questo, è stato a lungo considerato come uno dei luoghi più misteriosi dell’India. Qui sono innumerevoli i templi delle più grandi religioni, qui la natura è sovrana e ovunque si percepisce spiritualità e bellezza, qui la tradizione millenaria convive con la tecnologia d’avanguardia.

Sono innumerevoli, quindi, i motivi per visitare l’Orissa. La natura, molti i parchi e le riserve naturali, trasportano noi occidentali dentro i nostri ricordi di bambini: la giungla ci sembra quella dei grandi scrittori letti a scuola, Kipling in testa e poi Salgari quando pensiamo alle tigri. Quelle che vivono nel Parco Nazionale di Similipal sono un centinaio e godono di una protezione assoluta, mentre nella zone protetta di Nandankan sono allevate in cattività le tigri bianche, un intelligente progetto per salvaguardare questi magnifici felini che rischierebbero altrimenti di estinguersi e lo stesso accade per i coccodrilli.

I quali sono salvaguardati dal 1975 anche nel parco nazionale di Bhitarkanika, mentre in quello di Gahirmatha vivono le tartarughe marine che ogni anno, seguendo il loro atavico richiamo, arrivano dal sud America per deporre le uova. Lungo il fiume Mahanadi, navigabile con le barche, nella zona protetta di Satkosia Gorge si può praticare pesca sportiva e trekking.

A tutto questo aggiungiamo i grandi animali, i padroni assoluti dei parchi, elefanti, leopardi, le già citate tigri, coccodrilli e rettili di ogni tipo, più di 230 specie di uccelli e tanto altro. In Orissa c’è il mare che non ci si aspetta, caldo e ospitale: non solo l’Oceano Indiano con le riserve naturali di Sunderbans e delle isole Lothian, altri luoghi dove padrona di casa assoluta è la tigre, ma i suoi 480 chilometri di costa tra località turistiche e spiagge con sabbia così fine da sembrare seta: Gopalpur, Chandipur e le sue celebri maree, Puri e Konark.

L’Orissa è, da sempre, uno dei luoghi più sacri dell’India, caratterizzata dai magnifici templi in loco. I templi che dominano Bhubaneshwar, la capitale dell’Orissa che è conosciuta come la Città-Cattedrale dell’India, sono un inno alle religioni dell’India: solo per citarne alcuni, il tempio Lingaraja, dedicato alla divinità hindu Shiva, il Rajarani anch’esso hindu, la Pagoda della Pace, buddhista e quello dedicato a Mahavira Jina, il fondatore del Jainismo.

Il tempio del Sole di Konarak è quello che sicuramente suscita la più grande ammirazione: fatto costruire nel XIII secolo da Narasimha, un discendente della principessa Coḷa Rajasundari, assimila il motivo del carro e della ruota, trasformando il tempio nel carro del dio Sole, Surya, montato su 24 ruote e trascinato da 7 cavalli. Decorato in modo sublime, pieno di scene di vita terrena e divina, è un capolavoro architettonico patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

A tutto questo si aggiunge un patrimonio etnico e tribale la cui arte, soprattutto all’interno dell’Orissa, è particolarissima, i mercati colorati, un po’ovunque, pieni di spezie, stoffe e artigianato e spettacoli e folklore unici al mondo compresa la danza Odissi, che è nata in Orissa e fonde la danza classica indiana con arti marziali locali.