Cinzia Renzi, presidente Fiavet Nazionale, lancia l’allarme sulle difficoltà nate dall’entrata in vigore dell’imposta di soggiorno in numerosi Comuni in tutta Italia, e dununcia una confusione estrema che non permette agli operatori di settore di lavorare al meglio.
Le complessità per gli agenti di viaggio e i tour operator sono duplici: da un lato, sono dovute all’ampia discrezionalità lasciata dal decreto legislativo ai singoli comuni di stabilire le condizioni e i termini di applicazione dell’imposta e, dall’altro, dalla mancanza di un registro unico che comprenda tutte le città d’arte e i comuni inseriti nell’elenco delle località turistiche dalle Regioni.
“Di conseguenza – dichiara Cinzia Renzi – gli operatori turistici non hanno un quadro chiaro delle località dove l’imposta di soggiorno è già stata istituita e si trovano nell’impossibilità di informare correttamente i clienti sui costi aggiuntivi dei pacchetti di viaggio. Tra l’altro, parliamo di importi significativi: secondo una nostra stima calcolata su un tour classico che comprende le principali città d’arte italiane, l’impatto dell’imposta di soggiorno si attesta tra il 5% e il 6% dell’importo totale del pacchetto”.
“Pur rimanendo fortemente contrari al provvedimento – aggiunge Cinzia Renzi –, che si inserisce nel contesto di quei prelievi locali che sfuggono al controllo e che rischiano di determinare una eccessiva pressione fiscale indiscriminata, ci auguriamo che almeno si possa operare in condizioni di trasparenza, nell’ambito di un regolamento quadro che detti una disciplina generale di uniforme attuazione dell’imposta di soggiorno e definendo un determinato periodo di tempo tra l’introduzione dell’imposta e l’effettiva applicazione. Inoltre, chiediamo che l’imposta di soggiorno sostituisca gli altri oneri imposti sui servizi turistici, tra cui la tassa sulla circolazione e la sosta degli autobus turistici, possibilità del resto prevista anche dal decreto”.