di Alessandro Valentini.

La siccità che sta gravemente colpendo tutto il corno d’Africa non sta risparmiando neppure il Kenya. Anche qui infatti le precipitazioni nel 2011 hanno fatto registrare i livelli più bassi da parecchi anni a questa parte, col risultato che in alcune zone si è deteriorata la sicurezza alimentare e i pascoli sono gravemente inariditi.

I problemi maggiori tuttavia sono limitati alle regioni interne del nord e della parte orientale del paese, zone tradizionalmente aride o semiaride, come quelle nei dintorni di Garissa, Wajir, Moyale Isiolo, Marsabit e Mandera. Qui purtroppo quest’anno non ha proprio mai piovuto, facendo di quest’area la più colpita in assoluto dalla siccità che sta ammorbando l’Africa centro-orientale. In queste zone il governo kenyota insieme con diverse ONG sta mobilitando risorse per fornire beni essenziali come cibo, acqua e medicinali alle popolazioni colpite.

Inoltre, presso le poche mete turistiche e strutture ricettive delle regioni del nord e dell’est del paese (principalmente parchi nazionali e riserve di caccia), il Kenya Worldlife Service, l’ente governativo incaricato della conservazione e della gestione della fauna locale, sta garantendo rifornimenti idrici non solo agli animali dei parchi e delle riserve ma anche alle comunità stanziate nelle vicinanze, e sta inoltre fornendo il necessario foraggio ai grandi erbivori come elefanti e giraffe che popolano l’area, al fine di mantenere inalterato il precario equilibrio di quegli ecosistemi.

Tuttavia, nonostante la difficile situazione nel settentrione e nella parte orientale dello stato africano, le autorità kenyote sottolineano come nelle altre aree del paese si sono avute precipitazioni nella media, e quindi da una parte si attendono raccolti sufficientemente generosi, mentre dall’altra il settore turistico sta mantenendo la sua abituale vitalità, con tutti gli operatori e le strutture normalmente operanti, e tutti i parchi aperti.

In effetti le zone a maggiore vocazione turistica continuano ad essere meta di numerosi visitatori : per esempio tutti gli hotels e i lodges attorno al Maasai Mara continuano a far registrare affluenze da record, stimolate tra le altre cose dall’annuale migrazione di gnu in corso in queste settimane.

Le altre mete turistiche tradizionali del Kenya, come la parte occidentale, la Rift Valley e la regione costiera, continuano anch’esse a ricevere masse di turisti. Le autorità kenyote informano che i lodges e i resorts di tutto il paese hanno abbondanti e costanti riserve d’acqua, tanto che fino ad ora non c’è stata notizia alcuna di strutture rimaste a secco, poiché generalmente gli approvvigionamenti idrici di hotels e resorts non dipendono dall’acqua piovana.

Ale.Vale.