Di Alessandro Valentini.

Dal 20 ottobre 2011 all’8 gennaio 2012 a Milano presso la Fondazione Stelline (in Corso Magenta 61) sarà possibile visitare la mostra fotografica “Io Amo l’Italia” dedicata agli scatti con cui il fotografo Leonard Freed, scomparso a New York nel 2006, immortalò il suo profondo ed eterno amore per il nostro paese.

La mostra, che sarà accompagnata da un catalogo Admira Edizioni, sarà aperta al pubblico dal martedì alla domenica dalle 10 alle 20. L’ingresso intero sarà di 6 euro, quello ridotto di 4,50 euro.

Nell’arco della sua esistenza il fotografo statunitense soggiornò in Italia per 45 volte, dagli esordi giovanili fino alla maturità, ed ebbe così molteplici occasioni per ritrarre con la sua proverbiale sensibilità la società italiana, immortalandone lo spaccato più umano dalla metà del novecento fino ai giorni nostri, e testimoniandone quindi i vari cambiamenti intervenuti in questo ampio arco temporale. L’esposizione raccoglierà una selezione di cento immagini rigorosamente analogiche ed in bianco e nero scattate durante questi soggiorni del fotografo in diverse località italiane, in primo luogo a Roma e in Sicilia.

Leonard Freed, di origine ebrea, attraverso la sua attività di fotografo ricercò per tutta la vita il senso delle proprie origini anche e soprattutto attraverso la penetrazione e la comprensione degli aspetti più profondi delle comunità tradizionali; fu infatti molto incline all’indagine etnografica e all’antropologia culturale. E grazie a quest’approccio scientifico ha ritratto società e costumi di varie culture senza mai cadere negli stereotipi e senza mai dare connotazioni politiche ai suoi lavori. Ma con l’Italia ci fu anche qualcosa di più.

Freed entrò a contatto con la cultura del nostro paese quando nel 1954 si trasferì nella Little Italy di New York. Qui ebbe la possibilità di osservare per la prima volta costumi e tradizioni della comunità di immigrati italiani, e fu a quell’epoca che intuì che la scoperta della antica cultura nazionale italiana poteva essere anche un percorso per una parallela ricerca interiore. Quello della società italiana per Freed era una campo di osservazione in cui “il passato è sempre presente non solo nei luoghi ma nella vita quotidiana delle gente”.

E’ proprio quest’ultimo aspetto ad affascinare di più il fotografo: non l’arte, la storia, l’architettura o i paesaggi d’Italia, ma la vita quotidiana della gente comune. Come si potrà evincere dal percorso della mostra milanese, Freed andava a caccia di momenti di spontaneità da poter immortalare, dalla miseria per le strade cittadine all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, ai nobili romani in posa accanto alle immagini dei loro antenati, passando per i contadini siciliani e per tutta la gente comune che ha reso l’Italia una terra unica al mondo.