Come avviene in ogni buon condominio è questo il periodo in cui si iniziano a fare i consuntivi dell’anno che si va chiudendo e le previsioni per quello che verrà e l’AEA , l’associazione dei vettori europei cui fa parte anche Alitalia, preannuncia in un suo comunicato che il 2012  sarà verosimilmente un anno molto difficile: “la crisi economica che investe l’Europa minaccia di far andare il settore in perdita nel 2012”.  Anche la Iata conferma questa previsione; come si vede dalla sottostante tabella l’Europa sarà la regione che dovrebbe registrare le più alte perdite, superiori anche a quelle dei vettori della regione africana.

 

Forecast Iata per il 2012 ($)

Nord America   1.7m  
Europa     -0.6m
Asia-Pacifico   2.1m  
Medio Oriente   0.3m  
America Latina   0.1m  
Africa     -0.1m

 

 

Per quanto riguarda il 2011, secondo l’AEA, i dati fin qui disponibili riferentesi a undici mesi dell’anno, fino al 30 novembre, mostrano che i 32 vettori aderenti hanno trasportato 335.6 milioni di passeggeri con un incremento del  6,8 per cento sullo stesso periodo del 2010, quindi almeno su questo settore non si può parlare di recessione. Su questo specifico fronte è la Lufthansa che conduce i giochi con 58.2 milioni di passeggeri,  seguita da Air France  con 45.6 , mentre al terzo posto troviamo la British Airways con 31.3 tutti questi vettori mostrano incrementi rispetto al 2010.

Volendo vedere la cifra dei passeggeri trasportati nell’ottica delle alleanze, abbiamo AF/KL al primo posto  con 68.7 milioni, seguita da LH (sola) con 58.2 mentre il gruppo IB/BA raggiunge i 47.3 milioni di passeggeri.  Per quanto riguarda Alitalia essa, sempre nel numero passeggeri trasportati, si pone al sesto posto fra i vettori AEA  con 22.9 milioni superata al quinto posto da Turkish Airlines che continua la sua ascesa ed è giunta a toccare al 30 novembre la cifra di 29 milioni di passeggeri.

Fra i grandi nomi è impressionante il calo registrato da Iberia che al 30 novembre 2011 vede i suoi passeggeri calare del 12,8% :  tanto per dare un’idea, nell’anno 2005 il vettore iberico aveva trasportato 27.436.000 di passeggeri, ma nell’anno 2010 la cifra  era stata di 19.618.600 e quest’anno agli undici/dodicesimi siamo a quota 15.991.600 ,  A  parte l’Iberia comunque tutte le altre “grandi” d’Europa hanno visto aumentare nel 2011 il loro numero passeggeri; come sopra annotato, nel complesso la media generale si attesta su un + 6,8%

Sul fronte delle finanze il 2012, avverte l’AEA, non sarà rassicurante  con il costo carburante che dovrebbe aumentare del 40% rispetto ai livelli del 2009 fino ad assorbire il 29 per cento del totale delle spese operative.  Il 2012 sarà negativo in quanto risentirà  della combinazione di una domanda in discesa cui si contrappone un aumento dei costi e su quest’ultimo versante è di questi giorni la notizia che la Corte di giustizia della UE ha confermato la validità della formula lanciata da Bruxelles sulla tassazione delle emissioni di CO2, il che significa (vedi precedenti nostri articoli) nuove tasse a carico dell’industria aerea. Secondo le stime della Iata il costo iniziale nel solo 2012 della formula ETS sarà di 900 milioni di euro destinata a salire a 2,8 miliardi di euro nel 2020.

Sul fronte interno italiano continuano ad apparire annunci e smentite sul destino di Alitalia nei confronti di coloro che da sempre sono stati indicati come i probabili acquirenti, leggasi gruppo AF/KL, ma di fatto  l’andamento non esaltante dei conti  del gruppo franco-olandese ha riaperto il dibattito sulle sorti di AZ la quale, sembra, non raggiungerà il pareggio operativo al 31 dicembre.

In chiusura d’anno, il 21 dicembre scorso, è stato inoltre annunciato che il vettore italiano tuttomerci “CargoItalia” , guidato da Alcide Leali (già fondatore di Air Dolomiti), ha sospeso le operazioni. Una chiusura di anno amara per aviazione civile italiana.

Ormai appare evidente che nell’industria aerea il problema non consiste nel cercar di far meglio del concorrente, non si tratta più di conquistare nuove fette di mercato, quanto invece di tagliare i costi sempre e in ogni caso: è questo l’imperativo dominante il quale comunque, consoliamoci, non riguarda solo l’industria aerea. Il fatto è che mentre una volta quando un vettore cercava di strappare passeggeri all’altro,  si instaurava una salutare lotta che faceva bene alla qualità del servizio, oggigiorno di certo non si può affermare la stessa cosa. Quindi alla fine ci troviamo con aerolinee sull’orlo del collasso economico e passeggeri sempre meno soddisfatti del servizio loro offerto.

Auguri a tutti.

Antonio Bordoni