Giorgio Vasari, biografo “de’ più eccellenti pittori, scultori, architettori”, definì Luca Signorelli “sincero”, “cortese”, “di conversazione dolce e piacevole”, sempre attento al “vestir bene”. Un grande pittore, visto che entra di diritto fra le vasariane vite degli artisti illustri, ma anche un uomo di mondo, diremmo oggi, amante della vita di società e degli abiti ricercati. E il mondo di allora Signorelli non solo lo frequentò da pittore di successo, ma lo girò anche, per quanto potè. Proprio dal suo girovagare fu colpito Giovanni Santi, il padre di Raffaello, che di lui notò “l’ingegno” ma soprattutto lo “spirto pelegrino” che lo portò a cercare i lavori più interessanti, i committenti più prestigiosi, i maestri già famosi. Con l’intenzione di sottolineare il fermento artistico e culturale nelle corti rinascimentali, animato spesso da artisti altrettanto “pellegrini”, nasce la mostra dedicata a Luca Signorelli e ad altri suoi colleghi attivi in Italia fra XV e XVI secolo. Curata da Fabio De Chirico, Vittoria Garibaldi, Tom Henry, Francesco Federico Mancini e promossa dalla Regione Umbria e dal Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali, “Luca Signorelli, de ingegno et spirto pelegrino” aprirà i battenti il 21 aprile prossimo per concludersi il 26 agosto, mettendo in risalto proprio il carattere “itinerante” del dipingere rinascimentale. Tre le sedi scelte per ospitare le 66 opere signorelliane: Perugia, Orvieto e Città di Castello, tutti luoghi significativi nella vita e nell’opera del pittore originario di Cortona, insieme a tanti altri. Le tappe importanti della sua carriera coincidono infatti con gli spostamenti: l’apprendistato presso la bottega di Piero della Francesca lo porta ad Arezzo, la collaborazione con Verrocchio a Firenze, e il suo contributo al grandioso progetto della Cappella Sistina gli fa fare una lunga sosta a Roma. Signorelli segue e lascia tracce in tutta Italia, anche in piccoli centri, dove affresca soprattutto chiese e monasteri. La sua straordinaria abilità nel costruire scene articolate e complesse, dense di personaggi, e la scelta di colori vivaci e brillanti ne fanno un grande protagonista della pittura rinascimentale, non sempre giustamente ricordato, anche se la critica gli riconosce in modo unanime una fondamentale influenza su Michelangelo. La contaminazione, il viaggio, lo scambio, sono i valori che una figura come quella di Signorelli rappresenta, accanto a quello, naturalmente, dell’arte e della bellezza. La scelta della tripla sede per la mostra rivela anche questa sensibilità da parte dei curatori, che hanno saputo cogliere così uno degli aspetti più moderni del nostro Rinascimento.

Per info: www.mostrasignorelli.it

Cecilia Emiliozzi