Si conferma la strada in salita per la stagione delle vacanze. Le aspettative relative all’andamento della domanda turistica per l’estate sono decisamente di segno negativo. Quasi il 60% del campione intervistato da Isnart prevede una contrazione del numero di turisti e addirittura il 28% una diminuzione “sensibile”. Per contro, solo il 14% si aspetta un aumento (e sono pochissimi coloro che parlano di “notevole” aumento.
Le attese sono ancora più negative in termini di fatturato. Circa il 70% degli intervistati indica per la prossima estate una sua diminuzione e addirittura il 40% prefigura una contrazione significativa. Gli ottimisti sono appena il 9%.
Le indicazioni dei flussi turistici segmentati per “capacità di spesa” mostrano un maggior pessimismo per quelli relativi alla fascia “alta”, attesi in aumento solo dal 14% degli intervistati. Prevale l’ipotesi di stabilità per quanto riguarda il segmento dei turisti con capacità di spesa “media”, ma è molto diffusa anche l’aspettativa di una loro diminuzione.
Per il turismo di livello economico limitato, le aspettative risultano piuttosto contrastate, con una divaricazione tra ottimisti e pessimisti distribuiti in misura abbastanza simile.
Gli effetti sempre più pesanti delle tendenze economiche generali a livello sia nazionale che internazionale rappresentano la motivazione di gran lunga prevalente della diminuzione della domanda in termini sia di quantità che di valore (tra il 70 e l’80% ha indicato questa motivazione come una delle due motivazioni prevalenti). E’ collegata a questa problematica anche la seconda ragione di crisi, gli “effetti delle politiche sul turismo”, segnalata dal 30 – 35% degli intervistati
L’attrattività delle nostre destinazioni turistiche, la forte domanda proveniente dai mercati emergenti e la competitività di prezzo dell’offerta ricettiva rappresentano i tre fattori di “forza” che in qualche misura spingono la domanda turistica.
Interessante osservare che il primo dei tre è indicato addirittura dal 42% del campione, per quanto concerne in particolare l’aumento della quantità di domanda. È anche significativo il fatto che la convenienza di prezzo sia richiamata in modo più frequente della “qualità” dell’offerta ricettiva e quest’ultima lo sia molto meno della attrattività delle destinazioni.
Per altro, la competitività del prezzo è stata segnalata come ragione di contrazione della domanda dal 20% circa del campione.
La lettura organica delle motivazioni prevalenti nello spiegare le aspettative sull’andamento della domanda inducono qualche elemento di ottimismo. L’aspettativa negativa è strettamente correlata con l’andamento economico generale, in linea con quanto si osserva negli altri comparti produttivi.
Appare invece meno determinata dagli elementi che riguardano più direttamente l’offerta turistica, su questi prevale, anzi, l’idea che riescano ad attivare un andamento positivo della domanda. In estrema sintesi, la crisi del mercato pare determinata molto più da fattori esogeni al settore turistico che da deficit della qualità della sua offerta.