Meno mare e più lusso nelle vacanze degli stranieri in Italia. Sembra che l’appeal del nostro litorale scende in modo evidente,  si impenna la richiesta per il lusso da ricercare  nelle forme più diverse: enogastronomia, shopping, benessere, cultura.

È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Buyer TTG dedicato alle tendenze della domanda internazionale verso l’Italia, aggiornato in occasione del prossimo TTG Incontri.

Secondo le interviste somministrate ad oltre 600 fra i principali tour operator che vendono il Prodotto Italia nei cinque continenti, la domanda per il  balneare sarebbe scesa del 17,6 per cento, sale però del 30 per cento la richiesta di prodotti di vacanza legati al lusso. Un’impennata considerevole, destinata a proiettare ancora più in alto una domanda che già oggi è presente in oltre il 51 per cento delle richieste di vacanza in Italia.

Distribuzione: l’adv tradizionale vince sulle Olta

L’Osservatorio Buyer ha infine chiesto ai t.o. esteri di illustrare le modalità di vendita del prodotto. E il mercato estero restituisce un quadro in cui ormai domina  incontrastato l’e-commerce, ma senza tuttavia trascurare le agenzie di viaggi ordinarie, a cui molti tour operator esteri stanno facendo ritorno rivalutando la consulenza

 I prodotti più richiesti dall’incoming di alto livello

L’enogastronomia, elemento che per il secondo anno si colloca saldamente sul primo gradino del podio dell’Osservatorio Buyer TTG con il 68,2 per cento delle preferenze, richiede quindi una revisione di prodotto, basata sulle eccellenze del territorio, per rispondere a quella richiesta di lusso che individua nella buona tavola una delle tante sfumature dell’italian style. Inoltre, appaiono due voci già ben salde nelle preferenze dei turisti stranieri: le spa e il benessere, presenti nelle vacanze del 39,6 per cento dei viaggiatori e gli shopping tours, che hanno già al proprio attivo il 34,8 per cento dei consensi.

Entrambi vengono indicati come voci in crescita: rispettivamente con tassi del 27,2 e del 16,7 per cento. E non è da meno l’enogastronomia, indicata dal 49,9 per cento degli operatori come uno dei prodotti in salita nelle richieste dei visitatori esteri interessati all’ampio ventaglio di offerta che caratterizza il turismo della nostra Penisola.

 I soliti problemi..niente di nuovo

La varietà delle attività e dei luoghi visitabili offerti dal Bel Paese rimane infatti uno dei plus più rimarcati dai tour operator esteri. Ma al solito riemergono troppe tasse, tariffe altalenanti e difficilmente controllabili, hotel da rinnovare, scarsa promozione sui mercati esteri da parte delle istituzioni deputate sono le criticità che vengono citate dalla maggioranza degli intervistati.

 I nuovi orientamenti  e tendenze

Sale la domanda per l’”artisan food” – cioè per i cibo prodotto e confezionato secondo la tradizione e con ingredienti sani -, per i soggiorni linguistici per l’approfondimento dell’italiano e delle sue radici, per località e servizi che garantiscano l’assistenza alla clientela della terza età, per forme di business travel Agosto non è quindi più mese di punta e si ferma al 52 per cento, mentre i primi due mesi dell’anno e gli ultimi due variano dal 17 al 18 per cento, ma i flussi si spalmano da aprile ad ottobre.

In testa c’è la Toscana, richiesta all’86,4 per cento dei tour operator esteri intervistati, seguita dal Veneto e quindi dal Lazio. Aumentano però i consensi per la Sicilia, richiesta al 43,3 per cento dei t.o., per la Puglia  a quota +30,6 per cento, per il Piemonte (+27,8 per cento) e per l’Emilia Romagna (+26,3 per cento). Sardegna e Calabria stanno invece perdendo smalto: i t.o. le segnalano rispettivamente a -18,4  e  – 14,4 per cento.