Dura critica di ASTOI Confindustria Viaggi nei confronti della nuova tassa per finanziare l’Antitrust che prevede, per le imprese con ricavi totali di almeno 50 milioni di euro, il versamento, a decorrere dal prossimo 30 ottobre 2012, di un contributo pari allo 0,08 per mille del fatturato.

“La riforma del sistema di finanziamento a carico delle imprese dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è inaccettabile, sia sul piano economico che su quello giuridico”, commenta Nardo Filippetti, Presidente di ASTOI Confindustria Viaggi.

“Sul piano economico perché chiede alle imprese uno sforzo che, nell’attuale contesto di grave recessione, non è assolutamente sopportabile, ma anche perché la contribuzione è calcolata sui fatturati che nel settore turistico possono anche essere elevati, ma danno luogo a marginalità sempre più basse. Pertanto le imprese, per pagare il contributo, devono rinunciare alla propria marginalità che serve, allo stato attuale, per mantenere la sussistenza dell’impresa stessa. A conferma di ciò, invito il Governo e l’Antitrust ad analizzare i bilanci delle imprese che fanno organizzazione ed intermediazione di viaggi”.

Importante tener conto delle marginalità, già a rischio

“Sul piano giuridico la riforma”, continua Filippetti, “malgrado comprendiamo sia stata introdotta per superare una situazione critica e forme di finanziamento potenzialmente distorsive, ci appare in contrasto con le stesse funzioni di garanzia che l’Antitrust dovrebbe svolgere. Nei principali Stati membri dell’UE il finanziamento delle singole Autorità Garanti della Concorrenza è a carico degli Stati stessi, e noi riteniamo che tale ultima forma di finanziamento sia auspicabile anche per l’Italia in quanto l’Autorità, con la sua attività di controllo, risponde contemporaneamente all’intero sistema economico e, in ragione della richiesta di beni e servizi, anche ai consumatori finali”.

“Per giunta, se dovessimo classificare la contribuzione tra quelle di natura erariale”, conclude Filippetti, “non si vede perché solo le imprese con fatturati superiori a 50 milioni di euro dovrebbero contribuire ad una funzione che si realizza per tutti, e non comprendiamo il motivo di una contribuzione parametrata solo sul fatturato, elemento che non tiene conto delle problematiche che una tassa di questo genere provoca soprattutto nelle imprese di organizzazione e intermediazione di viaggi per le quali, ribadiamo, indipendentemente dal fatturato, le marginalità sono addirittura risibili”.