E’ sufficiente dimostrare l’inadempimento del tour operator. Se qualcosa va male il risarcimento c’è sempre ex art.2059 c.c.
Il Codice del Consumo prevede espressamente il danno da vacanza rovinata per il caso di inadempimento o inesatta esecuzione delle prestazioni che formano oggetto del “pacchetto turistico”.
La legislazione di settore ha reso inoltre rilevante l’interesse del turista al pieno godimento del viaggio organizzato, come momento leisure o di relax.
E’ previsto infatti in capo al consumatore il diritto al risarcimento del danno morale derivante dall’inadempimento o dalla cattiva esecuzione delle prestazioni fornite in occasione di un viaggio all inclusive.
La Suprema Corte, nella sentenza n.7256 dello scorso 11 maggio 2012, ha ribadito nuovamente questo principio ineludibile, per cui quando qualche cosa va male nel pacchetto tutto compreso, il danno da vacanza rovinata sarà sempre risarcibile ex art.2059 c.c.
Si tratta, infatti, di una lesione di una prerogativa della persona umana che trova tutela nel diritto all’integrità psicofisica sancita nell’art.32 della Costituzione e nei principi comunitari, spiega LeggiOggi.
Assodato che gli umori dei viaggiatori non possono essere oggetto di prova diretta, ma sono tuttavia desumibili dalla mancata realizzazione della “finalità turistica”, basterà semplicemente provare l’inadempimento del tour operator per far scattare il danno non patrimoniale.
Presupposto per la liquidazione del danno è il superamento della soglia minima di lesione che può addirittura, in certi casi (come quello in questione), considerarsi implicito se la vacanza rovinata è il viaggio di nozze, evento considerato “irripetibile” .
La Suprema Corte sulla base di queste motivazioni ha, pertanto, disposto il risarcimento danni ad una coppia di sposini che aveva prenotato un viaggio di nozze.
Ma naturalmente sempre nostra cara Liliana ! Che i clienti siano tutelati mi sembra una cosa giusta e corretta, ma chi tutela invece adv e to che si ritrovano a dover subire condanne per fatti ed eventi il più delle volte, a dir poco, pretestuosi ?
Ormai molti viaggiatori sembrerebbero aver “capito” quanto sia facile viaggiare gratis, altro che low cost e last minute, siamo ormai al free travel. Mettici poi che in Italia è ormai consolidata una rete di avvocati “specializzati” in rimborsi da vacanza rovinata e che prestano la loro opera gratuitamente, salvo poi incassare la giusta parcella dal condannato o dalla sua assicurazione e il gioco e fatto.
Utilizzando questo “sistema”, ormai perfettamente in voga e funzionante, i clienti ottengono rimborsi a volte superiori al costo del pacchetto o del volo pagato.
Fermo restando che in alcuni casi tale rimborso è più che lecito, in altri l’agenzia o il to viene condannato con motivazioni assai futili, ma il giudice (quasi sempre di pace) tende solitamente a tutelare quella che lui definisce la parte debole, senza però considerare che non sempre il viaggiatore si è comportato correttamente, che non sempre la responsabilità di un disservizio può ricadere sull’agenzia o sul to, che non sempre è possibile prevedere prevedere guasti, rotture, scioperi, uragani, fallimenti e catastrofi naturali.
In effetti però il giudice, il più delle volte, a seguito della condanna al risarcimento del danno e delle spese, ti da la possibilità di rivalerti su chi ha effettivamente causato il disservizio patito dai clienti. Devi essere quindi tu adv o to, che ti trovi nel mezzo incolpevole, a dover eventualmente far causa ad un fornitore, ad un altro to o ad una compagnia aerea per tentare di recuperare quanto già rimborsato al cliente. Sfortunatamente a questo punto, non trovi più avvocati che ti assistono gratis, non trovi più assicurazioni che vogliano cimentarsi in recuperi impossibili e soprattutto, anche se procedi da solo e magari vinci, il più delle volte non recuperi un bel nulla, perchè nel frattempo, visti anche i tempi della nostra giustizia, il to, il fornitore o la compagnia aerea sono falliti o nonostante la condanna, non pagano e si rimane con il famoso cerino in mano.
Sandro, anni fa scrissi un editoriale proprio su questo malcostume dei clienti e della figura del giudice di pace che da sempre ragione ai clienti, perché si mette sempre nei suoi panni come utente di un servizio. In quanto alla rivalsa sul T.O. o compagnia aerea non c’è da farsi illusioni. Posso portare ad esempio il T.O. Merzouga che fallì nel quasi totale silenzio dei media – perché faceva pubblicità sulle loro riviste, evidentemente. Scoppiò una bomba a Sharm e alcuni clienti di un’agenzia di viaggi si rifiutarono di accettare un’altra destinazione. Ottennero un bonus da utilizzare o loro stessi o anche gli amici. Allo scadere dell’anno, i clienti si rifecero vivi. L’agenzia chiamò Merzouga e nessuno rispose più…venne detto ai clienti di rivolgersi al fondo di garanzia, ma questi preferirono fare causa. Morale della favola: l’agenzia, che aveva pagato il T.O. fallito, fu condannato a restituire le quote versate dai clienti + interessi da usuraio e, ciliegina sulla torta, una cifra – sempre da usurai – per l’onorario del loro avvocato. Tutto finito? No, a distanza di 5 anni, è arrivata una raccomandata delle agenzie delle entrate che reclama altri soldi per diritti di registrazione e mora…che, chiaramente, dovrà pagare sempre l’agenzia perché era stata “condannata” dal giudice di pace a risarcire i clienti…Piove sempre sul bagnato caro Sandro!
racconti da brividi…ma purtroppo veri e “dolorosi”!!!
Beh, non è proprio così, o perlomeno si guarda un solo lato della medaglia, quello più sfavorevole ovviamente. I giudici non sempre condannano l’agenzia o il t.o., spesso condannano i clienti anche se è lecito affermare che esistono sempre due pesi e due misure perchè la tutela del consumatore prevale su quella dell’azienda, come nel diritto di famiglia, ma ciò accade per l’impianto giuridico voluto dal legislatore. Ovviamente quando un giudice rigetta una istanza del consumatore non fa certo notizia. Ma in secondo luogo le condanne che invece vengono spesso comminate dipendono da due fattori. ovvero una scarsa capacità di difesa dovuta alla mancanza di specializzazione degli avvocati, ed in parte alla reale colpa attribuibile ai vari soggetti. Diciamo che non sono pochi i casi in cui i t.o. operano in maniera disinvolta, altrettanti sono i casi in cui i servizi non sono rispondenti, e molti di più quelli in cui gli agenti vendono senza avere contezza delle responsabilità inerenti il consumatore, spesso piegandosi a compromessi pur di portare a casa l’operazione, altre volte vendendo senza avere idea di cosa si sta facendo.
Nel caso ad esempio del t.o. Merzouga, perché l’agenzia intermediaria non fece firmare ai clienti una manleva dopo che avevano esercitato la propria scelta? Alcune volte l’eccessiva sicurezza genera tutta una serie di conseguenze a caduta, ma credo che anche la difesa abbia avuto i suoi torti in quel caso. Se la sentenza è viziata si può sempre ricorrere in appello e poi in Cassazione cercando, sebbene con affanno, di avere giustizia..
Dario, credo che ricorrere in appello e poi incassazione ti porta ad avere i capelli bianchi…hai presente quanto possano durare le cause in Italia?
Si, una qualche esperienza in merito ce l’ho. Ma l’alternativa quale sarebbe, farsi condannare ingiustamente per poi lamentarsi? E comunque ribadisco che un pò di formazione sulle responsabilità giuridiche e sui compiti dell’intermediario verso il consumatore non guasterebbe…
Su questo sono d’accordo con te. Per ciò che riguarda il caso Merzouga, l’ADV mi raccontò che non lavorava con quel T.O. e fu una loro scelta. Vollero a tutti i costi i documenti il venerdì (sarebbero dovuti partire il mercoledì o giovedì successivo, non lo ricordo bene). L’ADV voleva aspettare ma la cliente fece una chiassata in ufficio. La sforuna volle che, dopo aver pagaro e ricevuto i documenti, quel venerdì notte ci fu l’attentato e i soldi ormai non potevano essere ritirati più dalla banca (l’ADV aveva fatto un bonifico online). Non lo scuso, ma sono quelle cose che, comunque, non sono giuste nei confronti degli ADV.
Evidentemente mi sono spiegato male, ribadisco con parole più semplici. E’ risaputo ormai da quasi tutto il mondo agenziale che molti clienti, pur non avendone motivo o diritto, approfittano di questa eccessiva tutela a loro riservata regolata da leggi pensate da chi di turismo ne ha capito sempre molto poco, tornando da un viaggio, ben istruiti dai legali di cui sopra, intentano causa a tutti gli attori che hanno composto il suo viaggio riuscendo quasi sempre a spuntarla.
Pur ammettendo che molte agenzie di viaggio operano in modo scorretto e che molti operatori lavorano in modo disinvolto, le mie considerazioni di cui sopra sono dettate dall’esperienza di chi come me, da tantissimi anni ormai nel settore, ne ha viste di cotte e di crude sia sulla propria pelle che su quella di colleghi che insieme a me hanno sempre lavorato più che correttamente e che comunque hanno subito questa ingiusta quanto imparziale sorte.
No Sandro, ti eri spiegato bene ed ero più che d’accordo con te. So benissimo come funziona e quante ingiustizie si subiscono in questo settore.
Liliana Comandè, nel caso che hai raccontato, sono evidenti i comportamenti cui mi riferivo sopra, ovvero piegarsi alla volontà dei clienti per poi rimanere beffati, ma anche aver omesso di far firmare ai clienti una semplice manleva nel momento che piuttosto che la restituzione dei soldi accettavano un’alternativa. Poi bisognerebbe vedere anche come è andato il processo e cosa ha sentnziato il giudice nel p.q.m. (per questi motivi). Ma ti dico di più, l’hai letta la sentenza dell’articolo che hai postato? A parte che si è capito perfettamente per chi sta il K, ma i clienti avevano più che ragione perchè il viaggio era stato organizzato con approssimazione la stessa difesa di K non aveva prodotto documenti e prove a discarica. I giudici non sono sempre pazzi come si vorrebbe far credere, anche se ci sono tanti incompetenti e io ne potrei portare di casi assurdi… La verità è che quando si opera con superficialità e ci si incaponisce poi a non voler rifondere il danno al consumatore, ecco che arrivano le sentenze che fanno giurisprudenza. Inoltre l’articolo è molto inesatto perchè la Suprema Corte non ha stabilito alcun principio di merito ma ha solo fatto richiami al vigente ordinamento per RIGETTARE il ricorso del ricorrente, confermando di fatto la sentenza di merito. Come dire… se tutto va bene siamo rovinati?
Dario, avrai sicuramente ragione sulla superficialità (o sulla ingenuità che, in ogni settore commerciale, non deve esistere). Vorrei però farti notare che non mi è mai capitato di sentire agenti di viaggio che, pur essendo stati riconosciuti “innocenti”, non abbiano poi dovuto pagare le spese della sentenza e il proprio avvocato quando nell’assicurazione non è contemplata la difesa “d’ufficio” se tu non hai commesso l’errore.
Beh per quanto possa sembrarti strano non solo esistono ma una di queste riguarda la mia agenzia in cui, te la faccio breve, il gdp ha condannato i consumatori che dopo il disastro del volo per la Tunisia avevano rinunciato al viaggio senza versare le penali d’annullamento (mi pare che il loro avvocato fosse del codacons, sai che risate). Sono anche stati condannati al pagamento delle spese processuali, anche se in molti casi, quando l’azione non è temeraria, il giudice in effetti compensa le spese. Ma ciò non accade nel turismo in quanto turismo, accade sempre per l’impianto giuridico destinato al cittadino italiano, quindi non se ne deve fare una lagna di settore, semmai di società. Ma quando invece un’agenzia di viaggi ricorre ad esempio contro un vettore, e vince, questo conta nella bilancia delle ingiustizie?
Sei stato fortunato e ne sono contenta per te. Hai trovato un gdp con i controfiocchi. Lo so che non riguarda solo il turismo ciò che accade in tribunale. E’ un problema italiano e riguarda tutte le cause – fermo restando che nel nostro settore, troppo spesso, i clienti siano dei veri e propri mascalzoni -. Vincere contro una compagnia aerea è motivo di grande soddisfazione perché è molto difficile già arrivare a parlare con qualcuno del vettore stesso…Tanto di cappello a chi ci è riuscito!
Scusa Liliana Comandè, la fortuna non c’entra niente, meglio affidarsi ad una buona conoscenza dei propri diritti, del proprio settore e farli tutelare da buoni se non ottimi avvocati. Cerca pure su google le sentenze di … Viaggi. Non tutte sono state pubblicate ma quelle più importanti dovrebbero esserci ancora…
o farò sicuramente. Grazie Dario, sei stato molto gentile ed esaustivo. Ho imparato alcune cose in più…e non fa mai male.
Liliana Comandè, è un raro privilegio poter interloquire serenamente con uno spirito cordiale e acuto. Confido che potremo ampliare il tema giurisprudenziale che riguarda il settore del turismo se ce ne sarà l’occasione.