Le retribuzioni contrattuali orarie nella media del 2012 sono aumentate dell’1,5% rispetto all’anno precedente. Lo rileva l’Istat, aggiungendo che si tratta della crescita media annua più bassa dal 1983.
Nella serie Istat sulle retribuzioni contrattuali orarie per l’intera economia, che riporta i valori medi annui dal 1983, mai si era registrato un livello così basso. Infatti il 2012 segna un incremento inferiore anche a quello del già ‘nero’ 2011, quando l’indice era salito dell’1,8%, il minimo dal 1999. Tornando al 2012, parlando del dato più basso dal 1983, ovvero da 29 anni quindi del record assoluto negativo, si deve tenere conto delle condizioni molto differenti che caratterizzavano gli anni Ottanta, con un’inflazione molto più alta, c’era ancora la lira.
Nella media del 2012 la forbice tra l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,5%) e
I dati diffusi oggi dall’Istat in merito alle retribuzioni nel 2012 “certificano la disastrosa situazione economica in cui versano le famiglie italiane”, che subiscono una perdita del potere d’acquisto pari a 540 euro l’anno. E’ quanto calcolano Federconsumatori e Adusbef. “Mentre i prezzi – spiegano le due associazioni basandosi su dati dell’Osservatorio Federconsumatori – aumentano in maniera incontrollata, raggiungendo, per lo scorso anno, un totale di 2.333 euro e di 1.490 euro nel 2013, le retribuzioni aumentano appena dell’1,5% a fronte di un tasso di inflazione che ha raggiunto il 3%. Tale andamento negativo intacca gravemente il potere di acquisto dei cittadini, che ad oggi risulta in calo del -13,3