Continuano le polemiche sulla qualità e utilità del Piano Strategico per il Turismo per il rilancio del settore. A due settimane dalla sua presentazione, è forte il disappunto per la quasi totale assenza del settore congressuale dal documento, per altri versi invece molto dettagliato e ricco di proposte d’azione concrete.
“L’Osservatorio Congressuale Italiano ha rilevato che nel 2011 si sono tenuti nel nostro paese oltre 400mila congressi e meeting, per un totale di quasi 33 milioni di partecipanti, oltre 48 milioni di giornate di presenza e 20 milioni di pernottamenti. Sono numeri enormi, soprattutto se si considera che siamo in un periodo di recessione e che i delegati esteri sono aumentati del 3,2%” dice Paolo Zona, presidente di Federcongressi&eventi. “È quindi vergognoso dare un ruolo così secondario proprio al segmento del turismo cui le statistiche assegnano il primo posto nel giro d’affari, nella capacità di spesa degli utenti e nell’indotto”.
A esso è riservato poco più di un cenno a pagina 56, là dove, per la precisione, si menziona l’azione numero 33, intitolata appunto Sviluppo del turismo congressuale. Questo, malgrado i numeri parlino chiaro circa il suo valore e le sue potenzialità. «Adesso abbiamo capito», commenta il Presidente di Federcongressi&eventi Paolo Zona, «perché al Convention Bureau nazionale è stata fatta fare la fine che ha fatto».