Prigionieri di una visione eurocentrica, quando pensiamo ai grandi capolavori dell’arte pensiamo soprattutto al nostro continente. Qualche concessione la si fa all’arte contemporanea, dove il contributo americano è effettivamente sostanzioso. Difficile però includere l’Oriente, fatte salve le sue produzioni più clamorose, come le Piramidi o la Grande Muraglia. Oggi però la globalizzazione impone una visione del mondo fatalmente diversa e l’arte, che sempre se ne fa portavoce, deve dialogare ormai con tutto e con tutti. Ecco perchè il Louvre Abu Dhabi -museo degli Emirati che ammicca all’omonimo museo francese- è un meraviglioso esempio di modernità: accosta l’Egitto, la Turchia, il Mali, la Siria del XIII secolo alla Francia di Monet e Magritte, Alexander Calder al Corano. L’idea è quella che l’arte sia “arte del mondo” e che infiniti siano i “ponti che uniscono culture diverse”, come sostiene Tahnoon Al Nahvan, sultano e Presidente del Culture and Tourism Authority di Abu Dhabi.
Ed effettivamente il museo, con oltre 130 opere, sorprende per varietà ed originalità, e soprattutto lascia una bella impressione di completezza. Fino al 20 luglio ospita la mostra “Birth of a Museum” che diventerà presto anche un libro, in cui vengono messe in evidenza le collezioni permanenti del Museo ed i suoi pezzi forti.