grappolo di uva negroamarodi Harry Di Prisco

Un viaggio nel Salento tra il  vino e i suoi colori.

«La Puglia è una terra speciale, dove tradizione e modernità si intrecciano dando luogo a una fantastica vocazione identitaria. La musica rappresenta l’anima del territorio: e quando ci propone gioielli universali e li incastona nella bellezza incomparabile dei luoghi, evoca la straordinaria attitudine di civiltà della tradizione culturale e ne rilancia i valori verso le più giovani generazioni».Questo il pensiero di  Silvia Godelli, Assessore     Regionale        al         Mediterraneo,  Cultura e Turismo, riferendosi alle tradizioni della terra pugliese e non a caso  ha voluto, per una più incisiva immagine del Salento a vocazione vitivinicola, il progetto di comunicazione, realizzato su fondi europei, che ha visto intorno allo stesso tavolo, Pugliapromozione, presieduta da Giancarlo Piccirillo, i Comuni di Guagnano, San Donaci e Porto Cesareo e la rivista di turismo e cultura del Salento, “Spiagge”, (www.mediterraneantourism.it), diretta da Carmen Mancarella.

Il Salento, protagonista della vendemmia 2013, ha permesso di scoprire la storia dei grandi vini, ma anche l’eccellenza della terra salentina con i colori, i profumi e i sapori di una delle tradizioni agricole più importanti e ricche del territorio nazionale.  Per la dottoressa Tonia Riccio, dirigente dell’Ufficio turismo della Regione Puglia  il Salento e la Puglia, mostrano il loro volto più autentico proprio in autunno quando il clima è più tiepido e c’è tanta voglia di godersi ancora uno scampolo di vacanza.

Due grandi città del vino, Guagnano, in provincia di Lecce e San Donaci, in provincia di Brindisi, hanno voluto presentare il proprio territorio, combinando i profumi del mosto che fermenta in cantina con l’indimenticabile sapore di mare. Infatti completa il pacchetto turistico il prodotto mare, per il quale il Salento è tra le mete più ambite in Italia.

La promozione del Salento oltre il prodotto balneare

«Promuovere il mare al di fuori del classico agosto – dice l’assessore al turismo e al marketing territoriale di Porto Cesareo, Pietro Falli – è tra le priorità dell’amministrazione comunale, che ha deciso di essere partner dell’iniziativa “Salento, emozioni d’autunno in un mare di…vino nelle Terre del Negroamaro”».

Silvia Godelli

S. Godelli, Regione Puglia

 Guagnano, situato nel Salento settentrionale, accoglie gli enoturisti che intendono trascorrere le loro vacanze nel verde dei campi coltivati per lo più ad “alberello pugliese”.  «L’attività economica più importante del comune – ci dice il Sindaco Fernando Leone – è quella legata alla coltivazione della vite. Guagnano è collocato al centro della produzione doc del Salice Salentino e si attesta come il comune con maggiore estensione di vitigno negroamaro. Rilevante è la produzione di uve da tavola ma anche quelle destinate alla vinificazione. Per valorizzare ed esportare i prodotti vitivinicoli sono sorte diverse cantine e consorzi».

Con poco più di cinquemila abitanti si contano ben sei grandi cantine. Tra le principali l’azienda Cantele (www.cantele.it), che nasce dall’amore della settentrionale Teresa Manara, per le terre salentine, mentre oggi a guidare l’azienda ci sono i suoi quattro nipoti Paolo, Gianni, Umberto e Luisa. Ha iniziato a imbottigliare da pochi anni, ma ha già conquistato i mercati internazionali con le sue etichette top Varale, un igp Salento rosso di negroamaro e Vinea Electa chardonnay, la cantina Lucio Leuci (www.vinileuci.it), giunta con Lucio e Francesco alla terza generazione di una famiglia di antiche tradizioni, che si va affermando nel campo dell’enologia mondiale.

I vini di eccellenza

la vendemmia autunnale nel Salento Un discorso di eccellenza lo si può trovare nella cantina Taurino (www.taurinovini.it) ben nota negli Stati Uniti come altrove con l’ etichetta principe “Il Patriglione”, riconosciuta tra i primi cento vini al mondo. Tra  cultura e arte del vino si muove la nuovissima struttura che ospita la cantina Emèra di Guagnano del gruppo Magistravini (www.magistravini.it), che raccoglie tre aziende vitivinicole, due delle quali sono in Puglia: Emèra è nel Salento, Casino Nitti nel tarantino, mentre in Irpinia  si è deciso di investire nelle terre del Greco di Tufo e del Fiano di Avellino, mettendo a punto l’azienda San Paolo.

Il titolare, Claudio Quarta, dopo importanti esperienze nel mondo imprenditoriale, ha deciso di dedicarsi alla viticoltura, recuperando nel centro di Guagnano, una vecchia cantina con palmento, che è stata impreziosita dagli affreschi del famoso artista Ercole Pignatelli. Il maestro ha realizzato qui la terza opera dedicata alla “Germinazione” (le altre due sono: una alle porte di Lecce ed un’altra all’ingresso del Palazzo della Regione Lombardia).

Nella suggestiva cantina c’è anche una ricca collezione di vasi della Magna Grecia, alcuni dei quali in stile Egnatia. Importante a Guagnano è la realtà della cantina sociale Enotria, (www.cantinasocialeenotria.it), presieduta dall’ agricoltore Angelo Scarciglia, che conta a tutt’oggi 400 soci. La capacità di coniugare tradizione e innovazione nel processo di vinificazione è uno dei punti di forza della cooperativa che riesce ad ottenere vini eccellenti. Una sfida nata da giovani imprenditori è poi la cantina Feudi di Guagnano (www.feudiguagnano.com), fondata per impedire che i vigneti di negroamaro finissero nell’abbandono.

L’azienda Feudi, nell’occasione dell’incontro con la stampa, ha inaugurato un monumento in acciaio dedicato alla Forza del Negroamaro, che simboleggia l’ energia della Natura stessa. «La forma a spirale dell’installazione – ha detto  l’amministratore delegato, Gianvito Rizzo – rappresenta infatti la vita che continua e, associata al marchingegno definito “coclea” (chiocciola), simboleggia la perfezione, l’energia, lo sviluppo, l’espansione».

Il tour delle cantine non poteva avere tappa migliore se non al Castello Monaci vendemmia nel salento(www.castellomonaci.com) che, acquistato nell’800 dal nonno dell’attuale proprietaria, la signora Lina Memmo, è oggi una dimora di charme, di proprietà della famiglia Memmo Seracca Guerrieri. Il titolare, Vitantonio Seracca Guerrieri, segue con particolare cura e passione la cantina.

Un’esperienza suggestiva è prendere parte alla vendemmia di notte nella tenuta, facendo poi degustazioni guidate in cantina e visitando il Museo del Negroamaro.  « Con le sue grandi cantine e la storia degli imprenditori che hanno saputo affrontare e vincere le sfide dei mercati internazionali – dicono il sindaco di San Donaci, Domenico Fina e il vicesindaco Mariangela Presta – la nostra città si presenta come una realtà ricca ancora tutta da scoprire.

Crediamo nella forza della comunicazione per esportare al di fuori dei confini regionali non solo il nostro vino, ma anche la bellezza e la forza del nostro territorio».  A San Donaci tra le più antiche aziende dell’agro salentino c’è la Cantina omonima, dove è nata l’idea imprenditoriale di un gruppo di 12 agricoltori che per sviluppare l’economia del loro prodotto e della loro terra ha fondato ottanta anni fa quella che è l’attuale cantina composta da quattrocento soci, guidati oggi dal presidente, Marco Pagano.

Sui mercati internazionali opera l’azienda “Paololeo” (www.cantinasandonaci.eu), una cantina nata nell’84 grazie al coraggio di Paolo, che decise di investire i 30 milioni di lire, ricevuti in regalo per il proprio matrimonio con Roberta d’Arpa, per edificare la nuova cantina e rafforzare in questo modo una tradizione di vignaioli. Attualmente la Paololeo è arrivata alla quinta generazione e non a caso le etichette più significative nascono dai vitigni più importanti del Salento.

imagesStorica e di antiche tradizioni è la cantina Candido, nata per l’intuizione di Francesco e conosciuta per il suo Cappello di prete, un negroamaro vinificato in purezza, igp. Oggi l’ azienda è condotta da Alessandro e Giacomo. Ci sono poi piccole grandi realtà come l’azienda a conduzione familiare Lolli ([email protected]), nei cui vigneti si coltivano produzioni autoctone di Negroamaro, Malvasia e Primitivo. L’azienda, che esporta anche all’estero, ha voluto dedicare, grazie al figlio Enzo, un suo vino a “Nico” all’insaputa dell’anziano genitore, l’ottantacinquenne Nicola Lolli.

Ed è il grande  Libero Bovio che ci ricorda come l’acqua divide gli uomini, mentre il vino li unisce. Una massima che ci riporta ad un’altra “tutto scorre nulla permane”… eccetto il vino diciamo noi.