L’Europa pensa alla ripresa, l’Italia un po’ meno. “L’economia europea prosegue il percorso di riequilibrio” ma non ci si può adagiare perché “la ripresa è ancora modesta e per irrobustirla e creare occupazione dobbiamo mantenere la rotta delle riforme economiche”: sono le parole con cui Olli Rehn, Vicepresidente della Commissione e Commissario per gli Affari economici e monetari e l’euro, presenta le previsioni d’inverno della Commissione europea.
Queste indicano che nella maggior parte degli Stati, e nell’Unione nel suo complesso, prosegue la ripresa economica. Nel dettaglio, afferma la Commissione europea, “dopo l’uscita dalla recessione nella primavera 2013 e tre trimestri consecutivi di modesta ripresa, la crescita economica è prevista ora in lieve accelerazione. Nel 2014 la crescita del PIL in termini reali dovrebbe segnare l’1,5% nell’UE e l’1,2% nella zona euro, per poi accelerare nel 2015 fino a raggiungere il 2,0% nell’UE e l’1,8% nella zona euro, il che rappresenta, per ogni tasso, una revisione al rialzo di 0,1 punti percentuali rispetto alle previsioni di autunno 2013.
Il mercato del lavoro continua però a essere difficile, con una stabilizzazione lenta e un tasso di disoccupazione che rimane elevato perché, spiega la Commissione, “solitamente ci vogliono oltre sei mesi, se non più, prima che l’evoluzione del PIL si ripercuota sul mercato del lavoro, come riporta l’Ansa.
Fra le differenze nazionali, in Italia si segnalano miglioramenti nelle stime sul deficit ma un Pil ancora molto debole e una disoccupazione che comincerà a diminuire solo nel 2015, ma che rimane ancora a livelli superiori rispetto alla media europea. Le stime Ue sul deficit per l’Italia sono del 2,6% quest’anno e 2,2% nel 2015, con il 2013 che chiude a 3%. Peggiorano le stime della disoccupazione che quest’anno sale a 12,6% e nel 2015 a 12,4%. Il ritmo di crescita del Pil è più debole del previsto: la Commissione Ue rivede al ribasso la stima del Pil di novembre e da +0,7% la aggiorna a +0,6% nel 2014, mentre per il 2015 il Pil è previsto all’1,2%.