Chiarezza sugli investimenti e tax credit
Sviluppo tecnologico, innovazione del prodotto e quali opportunità esistono per le imprese con i finanziamenti europei e quali sono i confini legislativi entro cui muoversi.Su questi punti si farà luce con la Digital Travel Summit Conference. La quattordicesima edizione di NoFrills, in calendario alla Fiera di Bergamo il 26 e 27 settembre, apre, infatti, con un evento rivolto al futuro del turismo e con un importante panel di relatori rappresentativi della filiera: Governo, istituzioni, associazioni e territorio dibattono sul digitale. Al convegno, moderato dal direttore generale di Federviaggio Francesco Sottosanti, parteciperanno Stefano Ceci, consigliere per il Turismo del ministero dei Beni Culturali e del Turismo, Alberto Corti, direttore generale Confturismo Confcommercio, Cristiano Radaelli, commissario straordinario Enit e Giorgio Gori, sindaco di Bergamo. “Il massimo di quello che ci si poteva attendere lo abbiamo ottenuto – afferma il presidente di NoFrills, Paolo Bertagni –. La presenza del ministero del Turismo, di Enit, di Confturismo Confcommercio e delle istituzioni locali sta a indicare che la due giorni bergamasca ha raggiunto un livello di tutto rispetto”.
Nel nostro Paese il decreto Cultura Turismo, convertito nella legge 106, che prevede il tax credit rappresenta un’indubbia opportunità per l’intero settore: “Si tratta di un provvedimento innovativo – sottolinea Stefano Ceci, consigliere per il Turismo del ministero dei Beni Culturali e del Turismo –, che prevede uno sconto fiscale del 30% per le imprese singole e associazioni che fanno investimenti nel turismo digitale”. Ma che, soprattutto, ha un doppio risvolto: da un lato il tax credit si muove nella direzione dello sviluppo, favorendo la digitalizzazione, dall’altro stimola la realizzazione e la vendita di servizi digitali. “Si prevedono – continua Ceci – 60 milioni di euro in più nel primo anno di investimento”. Per farsi un’idea dell’ampio margine di crescita del turismo digitale, basti pensare che “circa il 60-70% delle strutture ricettive italiane non ha un booking engine”. E circa il 70% delle strutture è sotto le 30 camere.