di Liliana Comandè
Sappiamo accogliere gli stranieri, e gli stessi italiani, in modo tale da indurli a ritornare?
Il turismo è stato ed è ancora, senza alcun dubbio, una colonna portante della nostra economia. Una grande risorsa nazionale (sottovalutata) in grado di tenere occupate milioni di persone e di incidere in modo significativo sul nostro PIL.
Siamo stati “graziati” nascendo in un paese così ricco di memorie del passato che lo rendono unico al mondo.
Monumenti, Musei, Parchi Archeologici, sono talmente tanti che l’Italia può è sicuramente un museo a cielo aperto. Già, un museo a cielo aperto, e forse, proprio per questo, lasciato in balia delle intemperie, dei “tombaroli”, dell’incuria di chi dovrebbe proteggere questo immenso tesoro che è il nostro “petrolio”.
E’ vero, ci sono tanti altri bei paesi nel mondo ricchi di storia e di bellezze artistiche e archeologiche, ma quanti possono vantare un simile e vasto patrimonio culturale?
Siamo stati anche fortunati nel disporre anche di bellezze naturali quali mari, monti, laghi, però il richiamo maggiore per gli stranieri è costituito dalle nostre ricchezze storiche e artistiche uniche al mondo.
Purtroppo, come sempre, le città d’arte come Roma, Firenze, e Venezia la fanno da padrone, ma quante altre piccole città d’ arte abbiamo in piccoli centri, ricchi di memorie storiche?
Noi potremmo vivere solo di turismo se solo avessimo avuto, o avessimo ora, qualcuno in grado di promuovere, sviluppare e diversificare la nostra offerta turistica rendendo tutto il nostro territorio partecipe del grande business che è il turismo.
Perché non abbiamo il primato delle presenze nella nostra bella Italia? Perché ci siamo fatti sorpassare da altri paesi, seppure belli e interessanti, non offrono quello che abbiamo noi?
Quanti stranieri, esaurite le visite alle grandi città, non sanno che esistono altri luoghi altrettanto belli e degni di un soggiorno? Perché certe località devono essere meta di una giornata con un turismo “mordi e fuggi”, mentre potrebbero essere centri il cui introito turistico potrebbe risanare le magre finanze di cui dispongono?
I centri minori, questi sconosciuti…
A quale organismo compete sviluppare e promuovere i centri minori? Al Ministro del Turismo assieme Assessori regionali, provinciali e comunali? Sarebbe tanto semplice – se non fossimo in Italia – promuovere ovunque nei mercati esteri, e proteggere ciò che abbiamo, ma siamo in un paese che non sa mai cosa fa “la mano destra quando si muova la sinistra”.
Uno Stato pieno di burocrazia, di mancanza di volontà, di idee e “menefreghismo” collettivo, fanno sì che ancora oggi campiamo di rendita anche se molti dei nostri tesori si stanno deteriorando sempre di più e il nostro patrimonio si sgretolando sotto i nostri occhi senza che nessuno intervenga a bloccare ciò che stiamo perdendo per strada.
Altri paesi vivono di opere moderne, di simboli e di cose che noi abbiamo ma sembrano non esserci.
Siamo in crisi da troppi anni e, anche se i nostri governanti continuano a raccontarci la “favoletta” del “siamo fuori dalla crisi”, siamo quasi con le “pezze al sedere”. Ma, a parte le tante chiacchiere, nessuno, ma proprio nessuno, muove un dito per rilanciare la nostra economia.
E il turismo è una voce importantissima della nostra economia, ma “frega” niente a qualcuno?
Il turismo, questo eterno “orfanello”, non viene mai preso in considerazione quando dovrebbe.
Chiudono le agenzie di viaggio? Chiudono gli operatori? Chiudono gli alberghi? Ancora non importa niente a nessuno e non fa notizia!
Ma se qualcuno avesse un po’ di cervello, penserebbe al turismo come ad una manna dal cielo!
I nostri governanti hanno mai pensato che il turismo culturale, non essendo legato alla stagionalità, può portare soldi e lavoro in ogni periodo dell’anno?
E anche chi opera nel settore dovrebbe fare la sua parte e rendere più piacevole il soggiorno dei visitatori. Chi viene nel nostro Paese, così come noi quando andiamo all’estero, si crea delle aspettative sullo standard dei nostri servizi che, molto spesso, vengono disattese.
Talvolta vado a vedere alcuni alberghi e mi rendo conto che il rapporto qualità-prezzo è veramente pessimo. Però, bisognerebbe pensare che ad una cattiva qualità di servizi corrisponde sempre una pessima pubblicità del nostro Paese, il quale non può permettersi di perdere terreno rispetto ad altre nazioni, meno ricche di bellezze ma molto più organizzate e qualificate.
Il turismo di qualità non si improvvisa, occorre tanta professionalità…
Il turismo di qualità non si improvvisa, si crea attraverso il lavoro congiunto di tutti coloro che operano nel settore: dagli enti pubblici agli operatori turistici, dagli albergatori ai camerieri, dalle guide ai baristi , ai tassisti ecc.
Ma noi, onestamente, siamo in grado di offrire il giusto rapporto qualità-prezzo? Bisogna ammettere che molto spesso non siamo in gradi di dare “il benvenuto” come si deve ai turisti.
Non abbiamo ancora capito (o forse non ce ne importa più di tanto) che è proprio sulla qualità dei nostri servizi che dobbiamo lavorare se vogliamo che i turisti tornino da noi e consiglino il nostro Paese agli amici.
E’ importante il passaparola, e lo sappiamo bene noi che viviamo in questo settore. Ma…è perfettamente inutile che l’hotel abbia delle belle camere se poi la pulizia dei bagni e delle stanze lascia a desiderare, così come è sgradevole mangiare bene nel ristorante ma osservare i camerieri che hanno un’aria sciatta e sono anche poco cortesi.
E che dire dei tassisti abusivi che approfittano dei turisti? E del barista che alza i prezzi dei panini? O del gelataio che da ai turisti sempre la coppetta con meno gelato rispetto agli italiani.
Sembrano stupidaggini, ma è dalle piccole cose che si vede quanto ci si tenga a conservare o ad attrarre turismo nel nostro paese.
Il turismo deve essere come un puzzle i cui tasselli devono combaciare per far apparire il disegno, perciò si potrà parlare di turismo di qualità solo quando tutti (anche i semplici cittadini) saranno educati ad un senso di accoglienza ed ospitalità, quando sparirà l’improvvisazione e ci saranno professionisti in ogni settore.
Quando , infine, anche tutti i nostri musei avranno, come all’estero, uno shopping center, bar e ristorante, orario continuato e personale qualificato che comprenda la dignità del suo servizio, si potrà incominciare a parlare di nazione preparata all’accoglienza e civile.
Sembra un paradosso, ma nel nostro Paese sono pochissime le scuole ad indirizzo turistico-alberghiero, comprese quelle che possono creare la nuova classe imprenditoriale capace di gestire il turismo come una grande industria e in grado di produrre nuovi posti di lavoro.
Noi, se entriamo in un negozio, o andiamo a visitare un paese estero, vogliamo che tutti funzioni alla perfezione e vogliamo anche essere trattati con gentilezza e professionalità.
Ecco, questo è quanto si aspettano anche i turisti che vengono a visitare il Belpaese. E allora, diamo loro quello che si aspettano!
Liliana Comandè
Ottimo articolo, manca però la menzione della figura professionale della Guida Turistica, il cui ruolo è alla base del turismo di qualità. Se ritenete, potete visitare e/o contattare: http://www.guideroma.federagit.org – [email protected]