di Liliana Comandè.

 

Riflettendo a mente fredda su tutto ciò che sta accadendo nel nostro paese e all’estero, mi rendo conto che, presi dall’angoscia per la tragica situazione che si sta creando nel nostro lavoro, non siamo più obiettivi e stiamo reagendo in maniera un po’ esagerata ai blocchi e alle precauzioni che stanno prendendo nei nostri confronti le altre nazioni.

 

Pensiamoci bene.  Ma se i nostri connazionali sono stati presi dal panico per tutto ciò che hanno letto sui giornali e sentito in tutte le trasmissioni televisive, come potevamo pensare che all’estero non avrebbero preso misure per cautelarsi da eventuali contagi?

 

Perché non accettiamo il fatto che piccole isole caraibiche, o anche Mauritius, dove sicuramente ci sono piccoli ospedali a misura di abitanti, non permettano ai nostri turisti di sbarcare ed, eventualmente, contagiare la loro popolazione sapendo di non essere  all’altezza di tamponare la pessima situazione che si verrebbe a creare? Pensiamoci bene, noi cosa avremmo fatto al loro posto?

 

Ma se noi stessi guardiamo in malo modo chi ci tossisce vicino o starnutisce perché pensiamo subito ad un contagio perché gli altri dovrebbero stare a guardare e basta?

 

Noi che abbiamo saccheggiato supermercati, che abbiamo aggredito stranieri con gli occhi a mandorla, che abbiamo cancellato prenotazioni anche per “Rocca Cannuccia”, che non prenotiamo per paura del “chissà cosa accadrà da qui a luglio”, che abbiamo avuto un po’ di paura anche se abbiamo tentato di ragionare con il nostro cervello e non quello di chi ha creato questo stato di psicosi. Noi, come avremmo reagito nei confronti di un popolo che si è tagliato fuori dal mondo da solo?

 

Come non pensare che gli altri Stati tentino di proteggersi da persone che, da come viene presentata la nostra immagine dai media, potrebbero essere realmente dei portatori di un virus che viene descritto in maniera esagerata?

 

Io rimanderei tutto al nostro Ministro degli Esteri, Luigi di Maio, e ai media responsabili di questa psicosi, l’OBBLIGO di rimediare a questo autogoal che sta portando disperazione nel nostro settore e non solo. Chiaramente con loro anche il Governo.

 

La nostra economia è sotto terra e, se non si provvederà per tempo, la risalita sarà lunga, dolorosa e difficile. E chissà chi sopravvivrà a questa specie di “cataclisma procurato da noi stessi!