Nel nostro settore, come anche in altri, del resto, ci sono stati grandi cambiamenti ed evoluzioni più o meno evidenti e più o meno recepiti dalle persone. Dall’avvento di Internet ne è passata di acqua sotto i ponti e, molti operatori sono stati proprio travolti da un fiume che non è stato possibile arrestare. Si è sempre detto che chi non si aggiornava era destinato a restare indietro e, quindi, a perdere. Sante parole, perché così è stato per molti dei nostri “vecchi” agenti di viaggio e Tour Operator, piccoli e grandi, senza alcuna distinzione.

Negli ultimi 3 anni, poi, abbiamo assistito ad una vera e propria ecatombe di professionisti, che hanno lasciato il posto a tante nuove realtà convinte di poter fare tanti soldi anche in momenti (altro che momenti!) di pesante crisi.

Chi non si è reso conto che i portali e i network sono state le novità più salienti di questo ultimo decennio?

I primi, soprattutto, sono quelli che hanno dato il “colpo di grazia” all’intermediazione, mentre i secondi stanno spuntando come funghi, convinti (a torto o a ragione) di fungere da toccasana per le ADV piccole e medie.

Aggregazione è ormai la parola d’ordine del turismo.

Se torno indietro di 36 anni con il pensiero (mamma mia quanto tempo è passato da quando opero in questo campo!) mi rendo conto che allora era molto più facile sia lavorare sia ottenere soddisfazioni professionali ed economiche.

Oggi, invece, mi accorgo che si campa sempre più alla giornata pensando soprattutto alle entrate giornaliere, essenziali per andare avanti e per non far abbassare definitivamente la ‘serranda’ – cosa abbastanza facile di questi tempi.

Internet è stata, ed è tuttora una straordinaria e rivoluzionaria invenzione, che non ha solo modificato il nostro modo di lavorare quotidiano, ma anche il nostro modo di vivere entro le mura delle nostre case.

Internet, strumento magico per chi ne ha saputo approfittare subito, ma nefasto per chi ne aveva sottovalutato le possibilità di utilizzarlo per il proprio lavoro.

Le compagnie aeree, per prime, ne hanno intuito le potenzialità e ne hanno approfittato per eliminare l’intermediazione e vendere direttamente i posti aerei direttamente ai passeggeri – ma mi sembra che non sia stata la panacea visto che la maggior parte dei vettori non se la passa propriamente bene, anzi, mi sembra che sia tutto il contrario – mentre alcuni operatori, pur facendo finta di lavorare solo attraverso l’intermediazione degli ADV, sotto sotto vendono direttamente ai clienti attraverso i propri siti, proprio come fanno da tanto tempo anche gli alberghi.

Ormai è come se si stesse sul set di “guerre stellari”perché ci si deve difendere dai colpi che arrivano da ogni parte. Quelli che un tempo erano partner, all’improvviso, sono diventati tutti nemici. La sopravvivenza ha reso questo settore un campo da conquistare o da eliminare – a seconda del ruolo che si riveste.

E, visto come continuano a procedere le cose, credo che tempi sempre più duri attendano il nostro settore, dilaniato non solo da difficoltà economiche, ma privato ormai dalla voglia di proseguire in questo modo incerto e pericoloso. Inoltre, come sempre, si ritrova a leccarsi le ferite causate da anni di “carestia”e privo di un qualsiasi sostegno pubblico, nonostante i proclami e le promesse.

Tutto è cambiato, dicevo, è non basta più correre dietro ai cambiamenti.

Oggi non bastano neppure le capriole o i salti mortali. Il nostro è ormai un settore legato ad un filo sottilissimo, nonostante alcuni T.O. continuino a raccontare balle e a sfornare numeri con tanti zeri in più rispetto agli anni precedenti (ma non erano quelli della crisi?), mentre la situazione è talmente brutta che, a far di conto, basterebbe un pallottoliere anziché una calcolatrice!

Le Fiere, sempre uguali a sé stesse…

Se tutto è cambiato, perché c’è ancora un settore – quello delle Fiere – che, a detta degli organizzatori va sempre bene e meglio dell’anno precedente, ma che, invece, è sempre uguale a sé stesso?

Per quale motivo, questi eventi riscuotono successo, pur essendo tali e quali dalla loro nascita?

Come mai queste isole felici non hanno avuto bisogno di adeguarsi ai tempi e alla tecnologia sempre più avanzata?

Lo schema, da anni, è sempre lo stesso: gli espositori acquistano uno spazio più o meno grande, più o meno appariscente e attendono l’arrivo degli ADV per consegnare loro gli ultimi cataloghi, scambiare due chiacchiere e parlare di commissioni. C’è chi porta in Fiera qualche PC per mostrare l’utilizzo del proprio sito e c’è chi conta sulla propria capacità di comunicatore per annoverare qualche agente in più nel proprio portafoglio. C’è poi chi (di solito T.O. o Enti Turistico o Ept, immancabilmente, organizza una serata in discoteca o una cena in qualche ristorante o albergo rinomato per ‘ravvivare’ alcune serate e far memorizzare meglio il proprio nome.

Come sempre, in ogni Fiera, c’è l’intruso che non c’entra niente con il turismo, ma che riesce sempre ad entrare – a dispetto dei cosiddetti controlli – ed è lì solo per fare un po’ di ‘spesa’ fra gli stand. Gadgets vari come borse, cappellini, penne, caramelle ecc…sono il solo interesse di questi soggetti che sono il cruccio di chi ha pagato per ricevere e non dare a chi non c’entra niente con il turismo.

E come al solito, al ritorno nelle proprie città, gli espositori si dichiarano quasi tutti stanchi ma soddisfatti di aver aggiunto alla propria collezione di biglietti da visita altri biglietti di agenzie che, forse, non prenoteranno mai con loro. Però…nonostante la crisi e i pochi soldi in cassa, per molti è un must essere presenti a questa o a quella Fiera, nonostante i costi non siano propriamente bassi per le loro tasche. Hotel, stand, trasferimenti dei titolari e del proprio personale, pasti ecc.. alla fine dei conti diventano un bel ‘salasso’ che, talvolta, converrebbe tenere nelle proprie tasche.

Ma tant’è, in un mondo che cambia velocemente, a volte sembra che ci siano dei grandi controsensi, e le Fiere , immutabili da anni, credo che siano proprio una contraddizione.

Ma se vanno sempre bene – così come affermano gli organizzatori – vuol dire che è giusto che sia così e che continuino ad essere le sole realtà che non hanno bisogno di adeguarsi ai tempi per sopravvivere.

Forse, forse, anche in tempi bui, sono solo gli organizzatori di questi eventi a far cassa pur restando immutati.

Liliana Comandè