Torna il Ministero del Turismo

Chissà quanti tra coloro che lavorano nel turismo e che, nel lontano 18 aprile del 1993, hanno sbarrato con sicurezza il SI sulla scheda per l’abolizione del Ministero del Turismo e dello Spettacolo, avrebbero immaginato di ritrovarselo costituito nuovamente, senza alcun referendum?A parte il fatto che il referendum era aperto a tutti gli elettori e, quindi, la scelta dell’abrogazione è stata dettata anche dal pensiero che un ministero in meno era uguale ad uno sperpero di soldi pubblici in meno. Ma oggi? Siamo proprio sicuri che se ci fosse un nuovo referendum la risposta sarebbe a favore della sua nuova istituzione? Ma tant’è, tutti i discorsi stanno a zero e, a breve, avremo Michela Vittoria Brambilla come nuovo Ministro del Turismo. Ora che è stato tutto deciso, e la volontà popolare non ha avuto bisogno di esprimere alcun parere, l’Italia avrà nuovamente un referente per uno dei settori che ‘dovrebbe’ essere fra i più produttivi della nostra economia. Il nuovo dicastero di sicuro farà felici coloro i quali operano in questo comparto e che 16 anni fa si erano espressi in maniera negativa sulla sua abolizione.

Chi allora aveva visto con sospetto e perplessità il passare delle varie competenze dalla centralità del Ministero alla frammentazione delle regioni, province e comuni, dovrà porsi, però, alcune domande sulla ripartizione – appunto – delle varie spettanze e su cosa cambierà per il settore rispetto a quanto è stato fatto fino ad oggi, anche dalla stessa Brambilla in veste di Sottosegretario con delega al turismo. Quali saranno, infatti, i benefici in più che trarrà il turismo? Potranno essere erogati contributi economici di cui fino ad oggi non si disponeva? Ci sarà una gestione delle sovvenzioni utilizzando i finanziamenti di bilancio?

A me sta molto simpatica Michela Vittoria Brambilla, se non altro perché – da quando si occupa di turismo – è riuscita a far trasmettere nelle varie televisioni di Stato e private alcuni servizi sulle Fiere del turismo, Globe 09 compresa, che negli anni passati aveva ricevuto la stessa attenzione di un topolino morto…Noi speriamo vivamente in qualche cambiamento (migliorativo s’intende), ma solo perché la speranza è sempre l’ultima a morire!

 

L’abusivismo, la concorrenza…

Abitiamo proprio in una strano paese, ma siamo strani anche noi, non c’è che dire. Accettiamo tutto. Dalla concorrenza dei portali a quella dei grossi gruppi di acquisto, dalla rivalità degli stessi tour operator agli alberghi, dai privati che organizzano i gruppi (come mai non hanno bisogno di mostrare una licenza ai T.O.?) alle parrocchie che sono diventate dei veri e propri centri di ‘reclutamento turisti’. Il mondo agenziale sembra proprio accettare tutto supinamente. Accetta il ricatto dei clienti, che vanno in giro a ‘fare la spesa’ vantando sconti assurdi, e per lavorare cala ‘le braghe’ togliendosi tutta la commissione ottenuta dal T.O. (purtroppo questa non è una balla, ma un dato di fatto che sta rendendo i clienti sempre più sfacciati e ‘pericolosi’). Credo che nessun essere umano possa o voglia lavorare senza ricavarne un guadagno. Quei clienti che entrano nelle agenzie per prenotare un viaggio, infatti, dispongono sicuramente di un reddito. Che derivi poi da lavoro dipendente o meno non ha importanza, la cosa sicura è che se lavorano alla fine del mese devono ricevere uno stipendio o un qualsiasi altro tipo di compenso.

Bene, il turista italico –  che è diventato molto più scaltro degli ADV –  ha capito perfettamente quale sia la fragilità e la poca unione del settore e se ne approfitta in maniera anche un po’ – consentitemi il termine – amorale.

Da troppi anni il gioco lo conduce il cliente e questo non solo non è giusto, ma è anche pericoloso per la sopravvivenza delle piccole aziende. Questo vergognoso mercanteggiare nelle agenzie – che avviene altrove solo nei mercati delle pulci – deve finire al più presto. Basta con questo gioco del gatto che rincorre il topo. Ma dove è finita la fiducia nel proprio consulente turistico? Possibile mai che anche oggi si debba combattere la concorrenza di agenti ingenui – o in malafede – che sperano di aver conquistato un cliente lavorando a zero utili? Ma allora è diventato un settore di suicidi o di kamikaze, anziché di professionisti del turismo? Ma un po’ di conti in tasca, soprattutto da quando il settore turistico non fa altro che andare male, non se li fa più nessuno?

Oppure, come ci confidano quotidianamente alcuni sales di T.O., è diventato di moda non guadagnare niente dalla vendita dei viaggi ma lo è diventato altrettanto il rifilare poi agli operatori assegni a vuoto o bonifici ritirati subito dopo l’invio di un finto pagamento?

Ci sono state molte chiusure di agenzie e di piccoli T.O. in questi ultimi anni. Silenziose sparizioni che la dicono lunga sullo stato attuale del turismo.

 

Network, che sta succedendo?

La nostra testata non si è occupata volutamente di alcuni fatti incresciosi accaduti nel mondo dei network. Buonviaggio, Blu Vacanze e Cisalpina Tours, hanno avuto recentemente dei problemi legati alla vendita delle società e alla situazione finanziaria non proprio brillante di alcune di esse. Non ce ne siamo occupati perché le notizie trapelate non ci consentono di esprimere giudizi senza incorrere in inesattezze pericolose. Per ora ci limitiamo a dichiararci dispiaciuti per tutti coloro i quali si sono trovati – o si stanno trovando – in difficoltà per l’accaduto.

Vorrei sapere dai T.O., però, quanti di loro stiano tremando al pensiero dei soldi che sono loro dovuti da queste ‘grandi’ società che, a quanto sembra, hanno accumulato un bel po’ di debiti. E mi domando: come mai alle piccole agenzie è sempre chiesto il pagamento anticipato di ogni pratica, mentre ai ‘sempre grossi’ nomi è stato consentito di accumulare cifre consistenti, da pagare – come si dice a Roma “- a babbo morto”?

E speriamo proprio che il babbo non muoia, perché di Tour Operator  in difficoltà ne avremo proprio tanti, e questo non ci rende di certo felici.

 Liliana Comandè