Dalla ricerca PhoCusWright® risulta che nel 2015 il valore del booking online del settore viaggi è stato pari a 8 miliardi di euro con una crescita annuale del 10%; di questi, 1,5 miliardi euro avvengono da mobile. Dalla ricerca risulta poi che, con più di un milione di posti letto, l’Italia è la nazione con la più grande disponibilità di alloggio in Europa.
Nonostante i numeri trionfali, restano, per il nostro Paese, ampi margini di miglioramento. Ad oggi, infatti, solo il 38% delle prenotazioni in Italia è avvenuto online contro una media europea del 47%. E le proiezioni di PhoCusWright® non vedono l’Italia pronta a colmare il gap nei prossimi due anni. La distanza probabilmente è dovuta ad una maggiore dipendenza dalle OTA (59% vs 41% di fornitori diretti) rispetto al resto d’Europa (43% vs 57%).
Ma le OTA italiane riescono a prosperare grazie ad un contesto che vede un mercato degli alloggi estremamente frammentato tra hotel, aparthotel, appartamenti, bed & breakfast, resort, gueshouse e altre tipologie: meno di un quarto di questo mercato è a favore degli hotel di proprietà di famiglie private, contro un 2% di catene alberghiere (una delle più basse percentuali di penetrazione di catene alberghiere in Europa). Buona parte dell’offerta proviene, dunque, da piccole o piccolissime realtà (che offrono l’89% della disponibilità di stanze) che non hanno le capacità di poter implementare una infrastruttura tecnologica indipendente e che rendono, di fatto, necessario il supporto di un’azienda esterna in grado di gestire le prenotazioni online.
Se oggi questi nuovi soggetti spaventano gli operatori tradizionali, la ricerca di PhoCusWright® dimostra che queste aziende vengono considerate dagli utenti semplicemente come una alternativa disponibile sul mercato. Gli intervistati, infatti, hanno dichiarato di valutare almeno 8 tipi di accomodation diversi per le loro prenotazioni (tra hotel di diversi livelli, bed & breakfast, affitto case/appartamenti tradizionali, ospitalità a casa di amici e parenti, ostelli e altre soluzioni low budget) e solo il 6% ha considerato esclusivamente Airbnb in fase di prenotazione. Questi dati dimostrano che l’arrivo di nuovi attori nel mercato non è un segnale di pericolo ma solo un ampliamento delle opportunità che le nuove tecnologie permettono, e sicuramente permetteranno, di alimentare.