di Antonio Bordoni.
“Ci sono più confini nel cielo europeo che non sulla terraferma” affermò Tony Tyler allora presidente della Iata, allorchè nel giugno del 2014 si trovò a fronteggiare uno dei tanti scioperi messi in atto dai controllori francesi in questi ultimi anni. E trattando di confini nei cieli il pensiero non può non andare all’utopistico tentativo che l’Europa del dopoguerra volle lanciare negli anni sessanta con il progetto di un cielo europeo unificato sotto l’egida di un ente sovranazionale che fu denominato Eurocontrol.
L’ente nacque originariamente con lo scopo di unificare gli spazi aerei nazionali europei ma, come è facile immaginare non si concretizzò: Il progetto originale si arenò sugli scogli degli interessi nazionali in quanto nessuna nazione era disposta a cedere il controllo del proprio spazio aereo ad una agenzia esterna, sia pure avente il carattere della multinazionalità. (1)
Il controllo del traffico aereo, una volta assicurato senza oneri dalle aeronautiche militari dei singoli paesi è oggi diventato un grande business. Ogni aereo che non necessariamente deve atterrare in una certa nazione ma che solo la sorvoli, deve pagare il suo pedaggio alla autorità competente di controllo quel paese. In Europa le operazioni di fatturazione e incassi vengono svolti appunto da Eurocontrol applicando una formula di tassazione denominata “formula di Eurocontrol” che tiene conto del peso dell’aeromobile, della distanza percorsa e del valore della tassa (“CUT”) che ogni paese applica (vedi tabella allegata).
Questo servizio viene svolto in clima monopolistico nel senso che se l’utente del mezzo aereo può scegliere l’aerolinea (e relativa tariffa) con cui volare, l’aerolinea allorchè sorvola un determinato Paese è obbligata a servirsi di un unico ente di controllo con tariffe non trattabili.
Da questi brevi cenni appaiono evidenti le responsabiltà che gravano sulle aziende che assicurano questi servizi nella malaugurata ipotesi di sciopero e agitazioni sindacali: in pratica il traffico aereo si blocca e per l’utente non vi sono alternative praticabili.
Nell’anno 2017 secondo quanto riportato dal Rapporto Annuale di Eurocontrol questi sono stati gli eventi che hanno causato ritardi (“En-route disruption”):
voli cancellati impatto ritardi
6/7/8/9/10 marzo Francia 2.250 Area francese: 300.198 minuti Aree limitrofe: 23.849 minuti
20 marzo Italia 420 Area italiana: 6.582 minuti
12 maggio Romania 210 sorvoli Area Bucarest: 2.413 minuti
reinstradati Area Belgrado: 1.183 minuti
17 maggio Grecia Nessun volo cancellato Area Greca: 8.067 minuti
30 maggio Romania 400 sorvoli Area Bucarest: 5.236 minuti
reinstradati Area Belgrado: 2.396 minuti
11/12/13 sett. Francia 300 voli Area francese:106.891 minuti
Aree limitrofe: 17.457 minuti
21 settembre Francia Nessun volo cancellato Area francese: 15.902 minuti
9/10/11 ottobre Francia 1.200 Area francese: 243.066 minuti
Aree limitrofe 31.841 minuti
15/16/17 nov. Francia 150 Area francese: 36.274 minuti
Aree limitrofe: 5.731 minuti
15 dicembre Italia 285 Area italiana: 6.265 minuti
Dalla tabella surriportata appare evidente che l’ente in perenne fibrillazione risulta essere quello dei controllori francesi, e nel già ricordato commento del 2014 il presidente della Iata invitava il governo francese a forti interventi per proteggere gli utenti europei da questi “malicious e unjustified” eventi. Appello evidentemente caduto nel vuoto.
Nel 2016 era andata peggio e sempre da fonte IATA si apprendeva che i minuti di ritardo erano stati 1 milione con oltre 3000 voli cancellati. In quella occasione fu Rafael Schvartzman, sempre della Iata, che sollecitò i governi a prendere provvedimenti per assicurare la continuità dei servizi durante queste agitazioni.
E’ indubbio che la frammentazione dello spazio aereo europeo costi caro a aerolinee e consumatori.
Un dettagliato studio condotto nel 2016 dall’Istituto “SEO Amsterdam Economics” giungeva alla conclusione che la razionalizzazione e modernizzazione dello spazio aereo europeo poteva significare per i consumatori europei benefici per 32/42 miliardi di euro :
Dal rapporto di cui sopra:
“Airspace modernization could deliver European consumers an additional € 32 billion of welfare benefits in the year 2035, compared to a ‘do nothing’ scenario (in which no further airspace modernization takes place). Consumer benefits ripple through the rest of the economy and create wider economic benefits. We estimate these agglomeration, productivity and labour market effects to create additional wider economic benefits of € 1.7 billion in 2035.” (2)
Cosa si può fare concretamente per aggirare il problema? Tralasciando la “soluzione alla Reagan” che nell’agosto 1981 avvertì i controllori Usa in sciopero che chi non si fosse presentato al lavoro entro 48 ore sarebbe stato licenziato, le compagnie appartenenti al gruppo A4E (una quindicina di vettori fra cui Lufthansa, British Airways, Air France e Ryanair) hanno esortato i consumatori a firmare la petizione A4E “Keep Europe’s Skies Open”, che verrà sottoposta alla Commissione Europea una volta accumulate un milione di firme. (3)
In pratica le maggiori compagnie aeree dell’UE hanno più volte invitato la Commissione a introdurre tre semplici misure che potrebbero alleviare l’impatto dei frequenti scioperi di ATC sui cittadini europei:
(a) richiedere ai sindacati francesi di ATC di impegnarsi in arbitrati vincolanti invece di dichiarare l’agitazione;
(b) consentire agli altri ATC europei di operare sorvoli sopra la Francia mentre i loro sindacati scioperano;
(c) proteggere i sorvoli francesi (in base a obblighi minimi di servizio) durante gli scioperi di ATC francesi.
La tabella mostra le tasse attualmente applicate da ciascun Paese nei confronti dei voli da loro assistiti. L’Italia con il CUT (Coefficiente Unitario di Tassazione) di euro 80.11 risulta essere al primo posto.
(1) Eurocontrol è tuttora in piena attività come stanza di compensazione (clearing house) per l’addebito e la riscossione delle tasse di assistenza al volo, nonchè di coordinamento e gestione dei flussi del traffico. L’unico centro di controllo di traffico aereo attivo è quello di Maastricht (Upper Area Control Centre) che dal 1972 assiste i voli negli spazi aerei superiori di Germania, Olanda, Belgio e Lussemburgo.
(2) SEO Amsterdam Economics “Economic benefits of European airspace modernization” ; SEO Report 2015-83 ; la tabella da noi pubblicata è tratta dalla pagina 45.
(3) La petizione può essere sottoscritta al sito: http://www.keepeuropesskiesopen.com/
“tratto da www.aviation-industry-news.com”