di Liliana Comandè.

 

Non sarebbe meglio impiegare quei soldi in formazione?

 

Non so quanti dei nostri lettori, pur essendo del settore, siano a conoscenza del costo notevole che si sobbarcano i T.O. per pubblicizzare i loro prodotti. Quei depliant, più o meno belli, più o meno interessanti, più o meno corredati di fotografie, stampati su carta più o meno pregiata e costosa, a seconda del numero di pagine e di copie stampate, incidono veramente tanto sulle spese degli operatori. Chiaramente mi riferisco ai tour operator medio-piccoli.

E una spesa così importante dovrebbe trovare un riscontro altrettanto importante da parte dell’utente finale al quale è indirizzato.

Fino alla metà degli anni ’90, il depliant è stato l’unico veicolo di vendita del prodotto viaggio. Il cliente prendeva nelle agenzie una serie di cataloghi che riguardavano le destinazioni che lo interessavano, li portava a casa, con calma controllava gli alberghi e i prezzi, faceva i paragoni fra le offerte dei vari T.O. e poi ritornava in agenzia per prenotare il viaggio che più gli sembrava giusto come rapporto qualità-prezzo e, soprattutto, per la sua disponibilità economica.

Se analizziamo, invece, come sta funzionando il turismo dobbiamo affermare che il depliant va sempre più perdendo la sua utilità e la ragione per la quale i T.O. debbano spendere tanti soldi. Ormai molti dei vecchi clienti hanno preso l’abitudine di prenotare il proprio viaggio direttamente in Internet e quelli nuovi fanno altrettanto. Per fortuna, invece, ci sono i clienti che si affidano alle agenzie di viaggio per chiedere consigli e avere la sicurezza di un viaggio organizzato in una certa maniera e con la certezza di avere sempre un punto di riferimento sia in Italia che all’estero.

Il tariffario non è quasi mai reale

Prendiamo in esame il tariffario, per esempio. Quante persone prenotano i viaggi pagando il prezzo pubblicato nei cataloghi? E non parlo solo dei cataloghi degli operatori che si avvalgono dei voli charter ma anche di quelli che utilizzano voli di linea. Infatti, con un mercato sempre più in balìa della vendita sotto data, delle tariffe promozionali e concorrenziali da parte delle compagnie aeree, tutto ciò che viene pubblicato nei depliants – e che deve essere preparato con qualche mese di anticipo rispetto al periodo di validità degli stessi – non è quasi mai al passo con le variazioni di prezzo che vengono spesso applicate. E allora che senso ha pubblicare delle quotazioni che, tranne in determinati periodi, non saranno quasi mai quelle che pagherà il cliente?

Alcuni operatori hanno preso l’abitudine di stampano ormai solo le quote degli alberghi perché le tariffe aeree sono più che mai suscettibili di modifiche nel semestre di validità dei depliants. Ma il pubblicare solo le tariffe alberghiere, in realtà, complica un po’ le cose sia per i T. O. sia per i dettaglianti.

Proviamo a pensare ad un agente di viaggio che deve dare una quotazione, completa di volo e di servizi a terra, al suo cliente. Di solito gli agenti che non sono Iata hanno un operatore al quale si rivolgono per la biglietteria aerea, quindi, inizialmente si rivolgono a loro per sapere quale compagnia offre in quel momento la tariffa migliore. Poi chiama il T.O. che offre i servizi a terra e chiede anche a lui il volo con il prezzo più basso. Può capitare che l’impiegato/a che risponde al telefono non abbia il tempo di dare i prezzi in linea perché è già impegnato/a e, quindi, chiede all’ADV di inviare un fax con la richiesta. Spesso, però, non viene data una risposta nella stessa giornata e allora incomincia il “tormentone” dell’ADV che chiede al T.O. il preventivo che, talvolta, arriva quando il cliente ha già prenotato da qualche altra parte o attraverso Internet.

Qualche anno fa, invece, i prezzi che venivano pubblicati nelle brochures erano i prezzi finali che doveva pagare il cliente. Quello che c’era scritto era la cifra che il cliente doveva corrispondere all’agente. Nessuno perdeva tempo in telefonate o restava in attesa di preventivi che, qualche volta, non arrivando in tempo, oggi fanno perdere il cliente al dettagliante.

 

Gli alberghi si vedono nei siti web

Passiamo ora al discorso sulle foto che ritraggono le strutture alberghiere. Accade più spesso di quel che si pensi che i clienti navighino in Internet alla ricerca di informazioni più dettagliate sulle strutture e le località che gli vengono consigliate dall’agente. Molte volte le persone entrano nelle agenzie con le immagini degli alberghi stampate direttamente dal PC e le confrontano con quelle che pubblicano i T. O..

Internet, ormai, ha reso tutto più facile e più immediato, soprattutto per chi ha un po’ di dimestichezza con il mezzo informatico. Per questo motivo alcuni T.O., che ormai non pubblicano più dei cataloghi cartacei, continuano a vendere le proprie destinazioni inviando nelle agenzie dei semplici fax o delle e-mail, con le loro offerte,

Il futuro del catalogo sarà forse in un CD rom, inserito in un computer e supportato da un grande video, messo a disposizione dei clienti nelle agenzie? Potrebbe essere anche un’idea. Certamente, dati i costi notevoli dei depliants si risparmierebbero parecchi soldi. E, con i tempi che corrono, e che non si sa quanto dureranno ancora, non è poca cosa.