Nonostante sia così evidente che il turismo non goda da tanti anni un’ottima salute c’è, invece, chi pensa ancora il contrario! Di sicuro, chi non è dentro il settore, immagina questo mondo pieno di soddisfazioni e di grandi ricchezze per chi vi opera, nonostante la crisi mondiale stringa in una morsa d’acciaio questo – come tanti altri settori. Ma chi vi è dentro da tanti anni sa che il settore turistico è diventato più o meno come una qualsiasi attività commerciale con in più i rischi di denunce per presunti o veri disservizi con tanto di perdita di clienti che colpevolizzano chi ha venduto un viaggio.

Meno lavoro e anche meno margini

I tempi sono cambiati e il viaggiare non appartiene più ad una cerchia ristretta di persone. Il turismo di massa ha cambiato tutte le regole del gioco così come la liberalizzazione delle licenze che ha fatto diminuire il lavoro per tutti ed ha permesso che diventassero agenti di viaggio personaggi che nulla avevano a che fare con questo mondo, praticamente si sono improvvisati ADV anche i “porci e i cani” – e questo è facilmente riscontrabile facendo un bella indagine sul personale – o su certi titolari – di ADV.

La concorrenza è diventata così spietata che ci si contende il cliente senza esclusioni di colpi. La nascita di nuovi Network e di franchising sono ormai all’ordine del giorno in quanto sembra che siano l’ultima spiaggia per poter sopravvivere in questa jungla.

Internet, è solo lì la colpa della crisi delle ADV?

Internet ha contribuito a rendere meno essenziale l’intermediazione degli agenti, i quali poco hanno potuto e possono fare per contrastare l’avanzata di un tale nuovo sistema di vendita diretta al cliente. I portali, le compagnie aeree, gli alberghi, i rent a car, i T. O. (questi ultimi chi più o meno sfacciatamente) ecc…nei loro siti danno la possibilità di prenotare i propri servizi. E nessuno può impedire che le aziende gestiscano i propri affari nel modo che ritengono più proficuo per loro stesse.

Il settore, d’altro canto, non è stato abbastanza lungimirante da capire che Internet gli avrebbe procurato un bel po’ di danni.

Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che dopo appena qualche anno l’Italia sarebbe stata il terzo paese al mondo a utilizzare Internet per le prenotazioni dei propri viaggi – così come accade anche per tanti altri prodotti di ogni genere.

Soprattutto i giovani, ma anche chi ha superato i 40/45 anni, hanno acquisito una tale dimestichezza con il PC, da non avere alcun problema nel prenotare on line e pagare con la carta di credito.

La vendita di biglietti aerei e ferroviari attraverso le agenzie di viaggio è diminuita in maniera esponenziale e il margine di guadagno non esiste più.

A volte ho l’impressione che la filiera del turismo si stia concentrando su 2 soggetti: l’operatore/compagnia aerea/albergo e cliente. Sembra di assistere alla robotizzazione del settore. Tanti anni fa nelle fabbriche entrarono i robot in sostituzione degli operai. Internet e coloro i quali hanno la responsabilità di aver interrotto al catena turistica (e per pochi spiccioli, poi!) hanno creato lo stesso tipo di situazione nel turismo.

Cosa sono, infatti, le attuali vendite on line se non i robot delle fabbriche? Non sostituiscono il lavoro umano?

Quanti dipendenti in meno occorrono nelle ADV, nelle compagnie aeree ecc…visto che il lavoro può essere fatto attraverso uno schermo e pochi click con il  mouse?

In compenso la qualità dei servizi offerti è veramente pessima. Guai a dover contattare una compagnia aerea che ha un call center – all’estero, chiaramente – e alla quale si deve chiedere un preventivo per un gruppo. Anche quelle che un tempo passavano per essere veloci nel rispondere, fanno perdere la voglia di organizzarlo il gruppo in quanto non solo rispondono con ritardo, ma lo fanno dando la metà delle informazioni richieste.

Che tristezza se ripenso al passato e a come funzionava tutto attraverso gli esseri umani!

Un tempo gallina dalle uova d’oro…

Oggi, ma è sempre stato così, bastano pochi passi falsi per trovarsi in gravi difficoltà economiche – quando già non si è immersi nei debiti. I piccoli e medi imprenditori hanno imparato da tempo sulla propria pelle che possono contare solo sulle proprie risorse. Questo settore non è mai contato niente. Nessuno (Governo, banche etc…) si è preoccupato – o si preoccupa tuttora – di dare una mano a quella che è sempre stata “la gallina dalle uova d’oro” per il Belpaese. Ancora oggi, nonostante non ci sia nulla di cui rallegrarsi per come vanno le cose, si pensa ad introdurre una tassa di soggiorno per i turisti che verranno a Roma, oltre a quella aeroportuale. Pochi anni fa era tanto criticato l’ex Governatore della Sardegna, Renato Soru, quando – per fare cassa – aveva introdotto in Sardegna una tassa sulle imbarcazioni di lusso. Che scandalo e che faccia tosta, si disse allora – chiedere a chi possedeva panfili/transatlantici costati “milioni di euro”, e non pochi spiccioli, una tassa che avrebbe semplicemente fatto solo il “solletico” nelle loro tasche.ai proprietari di tali imbarcazioni. Oggi, che tutto il settore – indistintamente – sta quasi con il sedere per terra – questa tassa da introdurre viene giudicata giusta e positiva per il turismo. Devo dire che alla faccia tosta di certe persone non c’è mai limite. Soprattutto alla loro indifferenza – o ignoranza – sulle ulteriori difficoltà che tale balzello possa causare a questo nostro settore veramente “alla frutta”. Ma li conoscono i problemi che attanagliano un campo – un tempo meraviglioso – ed oggi angosciante per chi ogni giorno deve affrontare mille difficoltà per rimanere a galla, tenendo la testa fuori dall’acqua, perchè il resto è ormai tutto sommerso?

Liliana Comandè