Nel 1998 le statistiche evidenziavano che l’evoluzione del mercato turistico si sarebbe orientato verso una crescita della domanda a livello mondiale e che nel giro di 2 anni (nel 2000, quindi,)avrebbe occupato il primo posto nella graduatoria delle attività economiche trainanti. In quegli anni (ottimi per il turismo) nessuno avrebbe mai potuto immaginare ciò che sarebbe accaduto l’11 settembre 2001, né avrebbe potuto prevedere la grande crisi economica che ha visto coinvolti tutti i paesi del mondo, nessuno escluso. Dagli inizi degli anni 2000 il settore agenziale ha dovuto fare i conti con la nefasta guerra dei prezzi dovuta sia all’aumento della concorrenza del mercato, sia ad una politica poco oculata e discriminatoria dei T.O. .Inoltre, si è visto eliminare le commissioni sulla vendita dei biglietti aerei ed avere la concorrenza anche delle compagnie aeree che si sono messe a vendere on-line, e direttamente ai passeggeri, i propri posti sui voli. Infine, ha dovuto introdurre ed utilizzare i sistemi telematici quale supporto per ottimizzare le politiche gestionali dell’azienda. Nell’ultimo decennio molte cose sono cambiate. Sono scomparsi dalla scena alcuni tour operator che hanno “fatto” anche la storia del turismo in Italia (vedi International Travel e Pofinatours ecc..), mentre sono comparsi sulla scena del turismo personaggi che nulla avevano a che fare con questo mondo, grazie all’ormai troppo noto “Agente di viaggio in kit – dedicatemi 8 ore e vi farò diventare un provetto ADV – .

L’avvento di Internet ha di fatto quasi trasformato il ruolo degli ADV. Da interpreti principali sembrano quasi diventati “semplici comprimari” di questo settore che non assicura più alcuna certezza. La competenza, la professionalità, la preparazione del personale, l’aggiornamento telematico sono ancora importanti, ma fino ad un certo punto, altrimenti non si spiegherebbe il successo di tante realtà sorte negli ultimi anni e che, con la politica dello sconto indiscriminato del 10%, hanno di fatto dirottato i clienti laddove si spendeva meno. Quanti clienti, che si ritenevano fidelizzati, hanno lasciato le agenzie di fiducia per seguire chi poteva offrire un prezzo più basso – a parità di operatore?

E quanti altri – troppi – hanno iniziato a diventare ADV per sé stessi e per gli amici navigando in Internet alla ricerca del miglior prezzo?

Da più parti si dice che bisogna innovarsi, trovare nuove forme di turismo, acquisire una mentalità imprenditoriale per far fronte alle rapide evoluzioni del mercato, utilizzare a proprio vantaggio proprio la telematica e i prodotti che offre. Sante parole, per carità. Ma se realmente fosse qui il problema, non ci dovremmo preoccupare più di tanto per il nostro lavoro. Basta rimboccarsi le maniche, guardare con ottimismo al futuro e…trovare i clienti disposti a prenotare in agenzia e a partire.

Signori miei, è inutile che si dica in giro che in quella tal fiera turistica, o quell’altra, c’è stato un grosso movimento ed è stata un successo. Il movimento non lo devono fare i T.O. e gli ADV., lo devono fare le uniche persone che creano il vero movimento, i clienti. E, purtroppo, sono quelli che scarseggiano e che creano la crisi del turismo.

A proposito, ma il nostro Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, cosa sta facendo per il settore? Prima di diventare Ministro sembrava che dovesse “spaccare le montagne”: Un giorno sì e l’altro pure, presenziava a un’infinità di convegni, inaugurazioni varie ecc…Una volta Ministro…è sparita come una bolla di sapone. Toc, toc, signora Brambilla, se lo ricorda che il suo ministero serve a tutelare e, all’occorrenza, aiutare il comparto che lei rappresenta? Se il suo ministero non ha portafogli, per favore, si faccia “prestare” qualcosa da qualcun altro che lo ha. Se al settore sono richieste anche nuove idee (oltre ai soldi) per andare avanti, anche lei deve averne di nuove (oltre ai soldi) per rappresentarlo. Tanto per cominciare, una bella pubblicità su giornali e televisioni vari per “invogliare” le persone (quelle che viaggiano s’intende) a prenotare in un’agenzia di viaggio anziché in internet indicando il valore aggiunto di una prenotazione effettuata davanti ad un essere umano (professionalità, consigli, tutela in caso di problemi ecc…). In secondo luogo, le banche devono dare credito alle piccole e medie imprese per consentirne la sopravvivenza. Aver chiuso o negato l’accesso al credito proprio nel momento del bisogno, ha  di fatto aggravato ulteriormente la situazione. Infine, sono anni che lo dico, perché non applicare l’equivalente della rottamazione dell’auto al settore dei viaggi? Se si obietta che il viaggio o la vacanza non sono necessari per vivere, altrettanto si può dire del fatto che 3 o 4 automobili per ogni famiglia (come statisticamente provato in Italia) non sono sicuramente indispensabili per vivere.

E’ che noi non ci facciamo mai sentire. Camminiamo in punta di piedi, “scivolando” sul terreno per paura di farci notare.

Ma non sono più i tempi di nasconderci e piangerci addosso. Non dimentichiamo, infatti, quello che è successo questa estate. Dal fallimento di noti T.O. alla chiusura silenziosa di tante piccole agenzie, dalle chiacchiere (tante) sui dissesti finanziari di alcuni T.O all’incertezza per il prossimo inverno. La crisi c’è, è inutile fingere ottimismo. Quanti ADV e T.O. avranno, non la forza (anche se talvolta viene meno), ma i soldi per andare ancora avanti?

Liliana Comandè