di Liliana Comandè.

 

Gli agenti di viaggio e i tour operator giudicano insufficienti le misure prese dal Governo a sostegno del settore turismo e chiedono che ne vengano prese ulteriori e  necessarie alla loro sopravvivenza. Ritengono oltretutto deludenti le iniziative perché al comparto servono maggiori risorse per lunghi periodi e, soprattutto, tempi rapidi per un aiuto concreto.

Il settore, il più penalizzato dall’inizio della crisi dovuta al coronavirus, ritiene che non bastino e non siano affatto sufficienti quelli adottati per salvare i posti di lavoro o  tutelare chi ha Partita Iva.

Le agenzie e i tour operator hanno visto andare in fumo mesi di lavoro, quindi soldi che non sono entrati, inoltre, da febbraio u.s.hanno avuto soltanto uscite e non entrate.

Sembra che l’emergenza non sia ancora terminata ma il settore sta facendo anche i conti  con la paura della gente di viaggiare e, alla luce della propagazione del virus in quasi tutto il mondo, non si sa più dove andare in quanto alcuni  confini esteri sono ancora chiusi ma, noi, anche se potessimo partire, al ritorno dovremmo stare in quarantena.

Proprio una gran brutta situazione quella attuale e prospettive a dir poco tremende anche per il 2021.

Le paure sono tante in quanto i margini del settore non sono molti e la maggior parte delle agenzie italiane sono a conduzione familiare o con pochi dipendenti. Il cash flow che è sempre stato necessario per avere tranquillità si è fermato e non è facile far fronte alle spese che un’azienda sostiene. 

Non tutti hanno un locale di proprietà e i dipendenti, se sono assunti con un contratto regolare, sono un grosso costo. In questo periodo quasi tutti sono in cassa integrazione o in smart working, ma quando finirà la CIG, si prevede che molti dipendenti saranno licenziati.

E’ chiaro che se non entrano soldi per tanti mesi e le uscite continuano come sempre, nessuno avrà più denaro per tenere in piedi la propria attività.

Gli agenti si sentono sempre più soli in questo frangente. Quotidianamente alle prese con i rimborsi ancora da ottenere dai fornitori e con le telefonate dei clienti, in possesso di vouchers, che chiedono se si possono “riscattare” prima della scadenza.

Gli agenti in balìa dell’ignoranza dei giornalisti, che sentenziano su argomenti dei quali non capiscono niente ma che vengono seguiti dai clienti sempre attenti agli eventuali appigli ai quali attaccarsi per ottenere rimborsi anche non dovuti.

Gli agenti, quegli sconosciuti, dei quali si parla soltanto quando accade qualcosa di spiacevole per colpa di qualcuno poco serio nel settore.

Mai così soli, comunque, e alle prese con un problema inimmaginabile e di proporzioni catastrofiche. Una crisi che neppure tutti gli accadimenti avvenuti dal 2001 in poi, hanno causato tanto danno economico e perdita di posti di lavoro.

Se il settore non sarà aiutato con interventi mirati a combattere questa “guerra” , sul campo rimarranno tanti feriti o “morti” .

Si spera in un ulteriore aggiornamento del Decreto sugli aiuti che possa far tirare un respiro di sollievo agli addetti al turismo provati tantissimo anche per una “catastrofica estate”.

Una domanda che ci poniamo tutti è il perché il Ministro del Turismo che dovrebbe avere a cuore un settore così vitale per l’economia italiana sia sempre stato latitante.

Forse dipende dal fatto che qualche anno fa aveva detto che la gente prenotava online e, quindi, l’esistenza delle agenzie era inutile?