Le cancellazioni last minute sono un problema grave per chi viaggia. Fino a quando le compagnie aeree potranno ancora indicare il coronavirus come ragione dei voli annullati?

Da luglio è di nuovo possibile muoversi all’interno dell’area Schengen e, nonostante poche eccezioni nei luoghi che segnalano un aumento del numero di infezioni, molti turisti accettano volentieri questa opportunità. Eppure, i numeri delle prenotazioni rimangono molto al di sotto di quanto ci si aspettava inizialmente per quest’anno. Mentre l’anno scorso, in questo periodo, il loading factor degli aerei (la percentuale di posti occupati in media) era dell’85%, ossia 8,5 posti occupati su 10 disponibili, quest’anno la media è inferiore, solo al 60%. E spesso anche le persone che scelgono effettivamente di viaggiare si trovano ad affrontare la cancellazione del proprio volo con breve preavviso. “Rispetto all’anno scorso, è stato cancellato circa il 58% dei voli europei. La cosa sorprendente, però, è che il coronavirus chiaramente non è più l’unica ragione di queste cancellazioni. Come denunciato durante le ultime settimane infatti, molte compagnie aeree decidono di cancellare i voli all’ultimo minuto se ritengono che il loro volo non sia redditizio I passeggeri spesso non sono consapevoli di questo fenomeno e non sanno nemmeno quali siano i loro diritti in questa situazione”, dichiara Tom van Bokhoven, creatore del sito Volo-in-Ritardo.it, specializzato in diritti dei passeggeri del trasporto aereo.

 

Perché i voli vengono cancellati con così poco preavviso?

L’industria aeronautica ha senza dubbio sofferto molto per gli effetti della crisi di COVID-19. La guerra dei prezzi annunciata dal manager di Ryanair Michael O’Leary in primavera è arrivata e le compagnie aeree si contendono i passeggeri, tra biglietti a basso costo e annunci di svariate misure di sicurezza che soddisfino le aspettative di chi deve volare.

Malgrado ciò, l’attuale numero di passeggeri rimane molto al di sotto delle aspettative. Circa il 58% di tutti i voli in Europa viene ancora cancellato. E anche i voli operati sono caratterizzati da un numero ridotto di passeggeri: solo il 55% di tutti i posti a bordo sono occupati nelle ultime settimane.Ma cosa succede se quel 55% di persone che vogliono viaggiare si trova già all’aeroporto quando il volo viene cancellato?

E inoltre, come spesso capita, altri voli per la stessa destinazione decollano normalmente? “In questi casi, la causa della cancellazione così a breve termine può essere piuttosto banale, come un difetto tecnico dell’aereo ad esempio.”, spiega van Bokhoven di Volo-in-Ritardo.it. I passeggeri devono prestare particolare attenzione a questo proposito. È possibile che la compagnia aerea responsabile cerchi di dare la colpa della cancellazione agli effetti del coronavirus.

Questo perché grazie a questa motivazione, sarebbe esclusivamente obbligata a pagare ai passeggeri il rimborso del biglietto. E anche in tal caso, le compagnie aeree tentano di evitare di pagare il rimborso in contanti, come previsto dalla legge, e cercano invece di offrire ai loro clienti dei voucher, che lasciano i viaggiatori completamenti scoperti in caso di fallimento o difficoltà economiche del vettore.Sebbene la maggior parte delle compagnie aeree abbia adeguato gli orari dei voli alla situazione attuale, le cancellazioni possono comunque avvenire con breve preavviso.

La scusa più frequente per questi cambiamenti sono le restrizioni di viaggio che vengono imposte in risposta all’aumento dei tassi di infezione nei vari paesi. Se si verifica un forte aumento dei nuovi contagi, i governi dei paesi colpiti reagiscono spesso irrigidendo le misure di sicurezza sul posto.

Ai turisti viene di solito consigliato di non recarsi in queste zone, il che comporta un maggior numero di cancellazioni da parte di passeggeri che avevano già acquistato un biglietto aereo. Il motivo non è più davvero il coronavirus, ma piuttosto un viruse conomico: grazie ai posti vuoti, è semplicemente più conveniente per le compagnie aeree non operare più tali voli.

Questa però è una pratica che avvantaggia solo i vettori e ignora completamente i passeggeri. Non è forse il caso che le compagnie aeree rispettino l’impegno preso al momento della vendita del biglietto, invece di limitarsi a testare il mercato a spese dei passeggeri?

 

Quali sono i rischi di cancellazione del volo in questo inizio agosto?

Di solito si raccomanda di prenotare i voli a corto raggio, come per la maggior parte delle destinazioni europee, circa due mesi prima della partenza perché è il momento in cui i biglietti sono più economici. Quest’anno, tuttavia, è quasi impossibile per i passeggeri farlo, i biglietti last minute sono spesso molto più costosi di quelli proposti in passato dalle compagnie.

Chi viaggia ha quindi una sola scelta: prenotare un volo per la propria destinazione con uno o più scali. I voli diretti prenotati a breve termine sono tradizionalmente più costosi dei viaggi indiretti, che spesso prevedono anche più scali. Ciò che i passeggeri non considerano, è che maggiore è il numero di tappe da affrontare per un viaggio, tanto più alte sono le probabilità di subire l’annullamento di un volo.

E anche se le compagnie aeree spesso cercano di attribuire la colpa della cancellazione alla pandemia, le vere ragioni si trovano spesso altrove.Nelle ultime settimane è emerso che tutte le principali compagnie aeree europee, come Lufthansa, sono tornate ad operare voli su quasi tutte le rotte europee. Malgrado questo, i voli continuano ad essere cancellati su tutte le tratte offerte.

È facile supporre che il calo delle prenotazioni di quest’anno sia il motivo principale degli annullamenti. A causa del calo della richiesta che interessa i viaggi, non è più possibile raggiungere un loading factor ottimale degli aerei in uso. Questo ha un peso minore per le compagnie aeree tradizionali come Lufthansa, in quanto queste continueranno a generare profitti con i voli cargo o anche riempiendo gli aerei passeggeri di merci, cosa che le low cost non possono fare.

Inoltre, le principali compagnie aeree spesso guadagnano di più con i servizi aggiuntivi come le classi di prenotazione più alte o i bagagli extra. Un loading factor ridotto può quindi essere compensato più facilmente. Le low cost come Ryanair sono invece a rischio, un’alta percentuale di posti occupati è fondamentale per queste compagnie aeree per essere redditizie o anche solo essere in pari dal punto di vista di spese ed entrate.

Per queste compagnie aeree è quindi più economico cancellare i voli e sistemare i passeggeri interessati su altri voli, oppure indicare il coronavirus come causa del problema. Questa affermazione è di solito fatta dalle compagnie per risparmiare ancora più denaro.

Se venisse comunicato il vero motivo delle cancellazioni, i passeggeri di quei voli avrebbero diritto a una compensazione pecuniaria. I voli a corto raggio in particolare, per cui i vettori low-cost rappresentano spesso la scelta preferita dai passeggeri, sono in molti casi interessati da questo fenomeno in quanto i costi dei biglietti aerei sono di solito inferiori al costo del pagamento di un eventuale risarcimento, che è compreso tra i 250 e i 600 euro a persona, a seconda della distanza del volo.

“In generale, i passeggeri dovrebbero sempre chiedere il motivo esatto della cancellazione e, se necessario, con l’aiuto di esperti in diritti dei passeggeri, esaminare le circostanze esatte per assicurarsi di ricevere alla fine il risarcimento a cui hanno diritto per il disagio subito”, dice van Bokhoven. Secondo i dati della IATA (associazione che riunisce oltre 250 compagnie aeree), il trasporto aereo passeggeri potrebbe impiegare fino al 2024 per raggiungere lo stesso livello del 2019, prima dell’inizio della crisi.

Sembra ingiusto pensare di assistere fino al 2024 a una significativa riduzione dei diritti dei passeggeri come quella che avviene oggi negando un risarcimento che sarebbe dovuto.

I motivi delle cancellazioni sono già molti e disparati. Su alcune rotte il coronavirus può ancora essere la ragione reale e i passeggeri hanno diritto a un rimborso e, in caso di un volo con coincidenza, a un viaggio di ritorno verso il primo aeroporto parte della prenotazione, su altre tratte invece il servizio potrebbe essere effettuato come di consueto.

Nella maggior parte di questi casi, questo implica che i passeggeri hanno diritto anche a una compensazione in denaro e che a raggiungere la propria destinazione su un volo alternativo, possibilmente godendosi la vacanza nonostante i problemi di partenza.