Diversi cittadini, non solo italiani, quest’anno si son visti costretti a cambiare i programmi per le proprie vacanze estive a causa dell’emergenza sanitaria. Secondo l’ultima ricerca* di N26, quasi un terzo delle persone a livello globale ha dichiarato di esser stato costretto a procedere con la cancellazione delle prenotazioni del proprio viaggio (30%) e tre quarti di esse si sono dette preoccupate per la ripartenza dei viaggi internazionali (73%).

L’emergenza da Covid-19 ha quindi obbligato molte persone a cancellare o posticipare i viaggi programmati da tempo, spesso dovendo rinunciare ai soldi versati come caparra, o per l’acquisto dei titoli di viaggio. In questi casi, infatti, i biglietti vengono rimborsati solo per cause di “forza maggiore”, ma se il viaggiatore decide di disdire per un timore personale, mentre il servizio rimane usufruibile, non si ha diritto ad alcun rimborso.

C’è così chi si è visto riaccreditare dei soldi e chi invece ha subito delle perdite dovute agli annullamenti. Stando ai dati emersi dalla ricerca, i soldi risparmiati dagli italiani per le mancate partenze estive e i piani cancellati sono una media di 1.727€ (1.942€ a livello europeo), che circa il 57% degli intervistati ha già deciso di riutilizzare per dei viaggi futuri. I meno fortunati, che invece non hanno avuto diritto a nessun rimborso, hanno perso circa 651€ a causa delle cancellazioni (673€ in Europa).

Ma l’attuale crisi sanitaria ha anche influenzato la scelta delle mete preferite per le vacanze estive, con quasi la metà del totale degli intervistati che quest’anno aveva in programma di effettuare un grande viaggio all’estero (43%), ma solo nel 20% dei casi ha mantenuto i propri piani invariati. Di gran lunga superiore la percentuale di chi ha optato per una vacanza nostrana: infatti, il 58% degli intervistati ha invece deciso di passare le vacanze nel proprio Paese a causa della paura di incorrere in maggiori rischi di contagio in Paesi esteri (46%). In questi casi, il 31% degli italiani ha preferito mete marittime, il 23% ha optato per la montagna, il 21% per il Sud Italia e il 15% ha deciso di visitare una città o il Centro Italia.

Tuttavia, la crisi sanitaria ed economica ha costretto molti degli intervistati a rimanere a casa, rinunciando così a qualsiasi spostamento per motivi economici e ipotizzando un viaggio invernale (12%) o un grande viaggio da rimandare al 2021 (20%). In alcuni casi la crisi ha colpito così duramente da costringere alcune persone a richiedere un supporto finanziario, misura a cui a livello globale ha ricorso il 23% degli intervistati. Di questi, il 28% si è rivolto ai propri genitori; stessa percentuale per coloro che hanno approfittato delle misure messe in campo dai vari governi. Mentre il 20% ha fatto affidamento su un amico stretto. Se in alcuni Paesi la motivazione principale è da attribuire alla perdita del proprio posto di lavoro, in Italia (dove il governo ha bloccato i licenziamenti fino al 16 novembre 2020), si chiede aiuto principalmente a causa dei tagli salariali (20%).

*Ricerca condotta per N26 da Sapio Research su un campione di 10.026 individui a livello globale (1.005 in Italia) durante il periodo luglio-agosto

Informazioni su N26

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