Complice il lockdown, quest’anno più che mai non si placa la voglia di verde, natura e vacanze open air. La Repubblica Ceca, che va tingendosi delle infinite nuance calde dell’autunno, invita a camminare nei boschi, soggiornare in campagna, ammirare insoliti fenomeni geologici, esplorare grotte e anfratti, scalare montagne a caccia di panorami mozzafiato e regalarsi altre emozionanti avventure, purché outdoor.

 

Un autunno a pieni polmoni, oggi più di sempre. L’invito è a concedersi un’ultima vacanza all’aria aperta, ossigenante e rasserenante. In Cechia non c’è che l’imbarazzo della scelta tra le proposte outdoor, dinamiche o di relax, per sportivi preparati ma anche per tutta la famiglia. Sullo sfondo di un patrimonio verde immenso e variegato, manca solo il mare: per il resto, Madre Natura ha regalato tutto a questo territorio bellissimo. In auto, roulotte o camper (ma volendo anche a piedi o in bicicletta, zaino in spalla), una volta varcato il confine, il territorio ceco è tutta una scoperta.

 

Parchi e aree protette

I Cechi sono consapevoli della propria ricchezza in termini naturalistici e la salvaguardano al meglio. Non si contano aree protette, parchi, oasi naturali e fenomeni geologici sotto tutela. Ben quattro, tanto per cominciare, i parchi nazionali: quello di Sumava, quello dei monti Krkonose, quello Podyji  e quello della Svizzera Boema. Quest’ultimo (al confine con la Germania) sfoggia un paesaggio che pare uscito dalle fiabe con le sue incredibili architetture naturali, prima fra tutte la celebre Porta di Pravcice (ponte rupestre sospeso sui boschi). Capolavori di Madre Natura e dell’uomo convivono in armonia nella Biosfera di Palava (Moravia Meridionale), sotto tutela Unesco, dove ai siti geologici si alternano le geometrie ordinate dei vigneti che regalano l’omonimo, pregiato vino. Dell’oasi Unesco fa parte anche il paesaggio culturale di Lednice-Valtice, straordinario mix di monumenti verdi e architetture nobili, con giardini, vigne e castelli. Bizzarre e bellissime conformazioni rocciose caratterizzano il cosiddetto Paradiso Boemo, in Boemia Centrale. Scolpito da gelo, vento e acqua, il territorio è in gran parte dichiarato geoparco e sotto l’effige Unesco. Tanti i siti d’interesse anche nel geoparco GeoLoci, nell’area di Tachov e delle terme di Costantino (Boemia occidentale). Sono possibili anche visite underground. Le rocce di qui, ampiamente impiegate nei secoli anche in architettura, sono un capolavoro già così, al naturale. Da vedere, infine, le antiche miniere e il museo minerario all’aperto, esempi della compenetrazione tra natura e uomo. Un vero e proprio viaggio nel passato, almeno dal punto di vista della flora, le escursioni attraverso la Foresta primordiale di Boubin, nel cuore della Sumava, la cui vegetazione selvaggia è rimasta pressoché invariata nei secoli e, secondo la leggenda, ospita gnomi, folletti e altre fantastiche creature. Dal lago Boubin parte un fantastico itinerario naturalistico, tra intrecci di radici, alte chiome e massi ammantati di muschio.

Ovunque nel Paese si incontrano angoli inattesi, dalla bellezza selvaggia: gole profonde, abissi, cascate improvvise, torrenti tumultuosi, rocce plasmate dal tempo (atmosferico e non), insolite architetture di pietra, massi erratici, piramidi di terra…

 

Sopra (e sotto) il tetto del mondo

La fatica premia in Repubblica Ceca. Scarponcini ai piedi, che si scelga di salire in vetta alle montagne o di scendere nelle viscere della terra, si viene sempre compensati con scorci unici.

A lanciare la sfida di toccare il cielo con un dito sono montagne per tutti i gusti e le gambe. I Monti Krkonose (Monti dei Giganti), al confine con la Polonia, vantano 800 chilometri di sentieri segnalati. E’ qui anche Snezka (1602 metri), la cima più alta della Repubblica Ceca. Notevoli anche i Monti Jeseniky e i Monti Metalliferi. Questi ultimi sono considerati come “il Klondike di Cechia”, punteggiati come sono di antiche miniere di argento e altro, i cui resti contribuiscono allo skyline affascinante di quella che, a lungo sfruttata, appare oggi come una terra che si è riappropriata del proprio paesaggio. Decisamente più armonica e soprattutto ancora viva e forte la convivenza tra uomo e natura tra i Monti Beschidi, porzione dei Carpazi, nella regione storico-culturale della Valacchia morava.

Assai suggestivi in Boemia nord-orientale, gli Adrspassko-Teplicke, maestosi speroni di roccia arenaria capaci di sfiorare i 100 metri di altezza. Insieme formano un altopiano, modellato dai venti e intemperie in labirinti.

Altitudini inferiori, ma emozioni decisamente all’altezza anche nella nei già citati Svizzera Boema e Paradiso Boemo (Cesky raj), ricchi di terrazze panoramiche naturali.

Dopo aver sfiorato il cielo, tutti giù per terra. Anzi, sotto terra. Ecco allora gli itinerari nel ventre della Cechia, da esplorare senza paura, al massimo con qualche brivido per la temperatura, all’interno di miniere dismesse, tra le pareti di profonde grotte, nell’abbraccio umido di buie spelonche…

Tanti i templi sotterranei nascosti sotto il suolo ceco. Particolarmente affascinante lo spettacolo di stalagtiti e stalagmiti nelle grotte del Carso moravo: Punkevni jeskyne e Vypustek. Quello di Mladec, nelle regione di Olomouc, è un complesso labirinto di grotte, il cui valore, oltre che geologico, è anche archeologico. Sono infatti stati rinvenuti diversi scheletri, sia animali che umani, risalenti a epoche antiche, fino all’Età della Pietra. Varie installazioni aiutano a rivivere l’epoca preistorica. La prima grotta a essere aperte al pubblico in Cechia (nel 1868) è quella di Chynov, in Boemia meridionale. Un salto nel buio, ma anche nell’immaginazione: ecco un diavolo di pietra, una testa di drago, il rogo delle streghe e tante altre curiosità tra mito e realtà. Tante suggestioni anche nelle grotte dolomitiche di Bozkov, che custodiscono tra l’altro il lago sotterraneo più grande del Paese. Perfette per le famiglie: non solo il percorso è facile, ma qui stalagtiti e stalagmiti portano nomi come Topolino Bianco, Orecchie di Elefante, Bamboline rococò. A soli 30 km da Praga, infine, ecco le grotte di Koneprusy, il sistema sotterraneo naturale più lungo di tutta la Repubblica Ceca, con cunicoli stretti, ripidi strapiombi, profondi canyon e ricami calcarei. Come quelli delle favolose rose di Koneprusy, decorazioni naturali vecchie un milione di anni.

 

Città rupestri

La natura plasma la roccia in forme incredibili, sotto e sopra il suolo. A impreziosire il territorio ceco sono anche vere e proprie “città di roccia”. Complessi architettonici elaborati non dall’uomo ma da acqua e vento, fino a creare monumenti di pietra: alte torri che svettano verso il cielo, terrazze protese sul paesaggio, stretti vicoli tra alte pareti, ponti lanciati sui boschi, arditi pinnacoli. E anche quando l’uomo ci ha messo lo zampino, non ha fatto che sfruttare quello che la natura già gli forniva.

Andare per credere. Soprattutto nel Paradiso Boemo. E’ qui la fortezza di  Drabske svetnicky, ovvero i resti di un castello rupestre del XIII secolo, abbarbicato a uno sperone di roccia arenaria. Non lontane, ecco anche le città rupestri di Hruboskalske e Prachov, con le loro indomite geometrie di rocce. Da non perdere, infine, le conformazioni in arenaria di Adrspach-Teplice, in Boemia nord-orientale, che coprono addirittura 17 chilometri quadrati. Ad attraversarle sono sentieri suggestivi, che conducono a bizzarre formazioni dai nomi suggestivi, cascate nascoste, imponenti torri naturali, angusti passaggi che si aprono poi in ampi spiazzi,  scale primordiali e labirinti.

 

A filo d’acqua

C’è poi un filo d’argento che ricama in lungo e in largo il territorio ceco. L’acqua scorre lungo fiumi e canali, si getta spumosa dalle montagne, riposa in stagni e paludi, si lascia imprigionare in dighe e si distende nei laghi, alpini e non. Particolarmente belli il Lago Nero e il Lago del Diavolo, bacini lucenti della Selva Boema, chiusi in un abbraccio di conifere. Non solo laghi, però. E’ in questa regione anche il Canale di Schwarzenberg, vero e proprio monumento d’ingegneria che corre lungo il confine ceco-tedesco e ceco-austriaco e collega il corso della Moldava a quello del Danubio. A impreziosirne il corso, in parte incanalato in un tunnel, due porte in pietra in stile neogotico e napoleonico. Artificiale anche la Diga di Lipno, costruita lungo il fiume Moldava, in Boemia Meridionale. Il suo bellissimo lago è al centro di un vasto comprensorio turistico ottimamente attrezzato.

Se una passeggiata sul lungofiume in città non vi basta, pensate a risalirlo tutto il fiume, in battello (sull’Elba si viaggia ancora con quelli a vapore), in bici, a piedi o anche in auto. I paesaggi che vi scorreranno accanto, qualsiasi corso d’acqua scegliate, saranno vari e struggenti. Nei Monti dei Giganti, tra pareti scoscese, fitte foreste, torbiere e radure si raggiunge la sorgente del fiume Elba, che parte da qui per percorrere 1.154 km e sfociare nel Mare del Nord. Fascino selvaggio, infine, per gli acquitrini di Trebon, in Boemia Meridionale, in una zona paesaggistica protetta sotto tutela Unesco.

 

Una palestra (e un tetto) nel verdeIl territorio ceco offre infiniti spunti e possibilità di praticare attività all’aria aperta. E’ un vero e proprio paradiso per trekker, biker, cavalieri, climber, nuotatori, surfer, canottieri, patiti di sport adrenalici come il rafting o “di meditazione” come il golf. Numerose anche le strutture agrituristiche, dove oltre a un’ospitalità rurale, vengono offerte una cucina genuina, attività all’aperto ed eventualmente la possibilità di partecipare ai lavori della campagna.