di Roberto Necci
Secondo il Global Re:work Report 2023 di Kelly, una società internazionale di cacciatori di teste, ben il 33% dei lavoratori italiani sta prendendo in considerazione di abbandonare il proprio lavoro entro l’anno a causa di insoddisfazione per la situazione economica o le condizioni lavorative.
Questa tendenza riguarda soprattutto il personale altamente specializzato, che gode di maggiore richiesta sul mercato e mostra una maggiore propensione a cambiare lavoro.
Le cause di questa crescente tendenza sono varie: oltre alle tradizionali ragioni economiche, i lavoratori cercano sempre più un ambiente di lavoro ideale che offra l’opportunità per una migliore qualità della vita privata.
Anche a livello europeo la situazione non è molto migliore visto che un quarto dei dipendenti menziona tra le motivazioni per cambiare lavoro l’importanza dell’equilibrio tra lavoro e vita privata, la mancanza di prospettive di carriera e necessità di un piano di sviluppo delle competenze.
Nel nostro Paese, il carico di lavoro risulta essere uno dei principali fattori negativi, il 27% dei lavoratori afferma che il lavoro eccessivo, i team con risorse insufficienti e la costante sensazione di lavorare in emergenza hanno un impatto negativo sul proprio benessere mentale, portandoli a considerare seriamente di lasciare l’azienda.
Purtroppo il settore alberghiero si contraddistingue spesso proprio per queste caratteristiche, non è infrequente infatti che gli alberghi siano, per mancanza di corretta organizzazione aziendale, in continua emergenza e con turnazioni spesso decisamente più pesanti rispetto ai lavoratori di altri comparti.
E’ del tutto evidente infatti che una azienda alberghiera, operativa 24 ore, debba garantire agli ospiti un servizio durante l’intera giornata; ma come viene presa dal lavoratore la costante pressione di lavorare su turnazioni, compresi gli orari notturni? Come viene presa dal lavoratore l’incapacità di organizzare, da parte del management, il lavoro?
Continua emergenza organizzativa, carichi di lavoro eccessivi sono fra i motivi principali di questa continua disaffezione al mondo alberghiero.
Non passa giorno infine che i rappresentanti del comparto non lamentino la difficoltà del reperimento di personale qualificato, ma scarse sono state le proposte atte a risolvere le necessità del personale operante nel settore alberghiero.
Se da una parte è ancora in voga la massima ” il cliente è sacro ” , dovrebbe svilupparsi una filosofia atta a garantire le medesime attenzione a chi svolge la propria attività professionale in azienda.
E’ altamente probabile che per il futuro le aziende dovranno affilare le loro offerte di lavoro e bilanciarli con benefit e condizioni, non necessariamente solo economiche, atta ad intercettare questa nuova necessità da parte delle persone.
Del resto senza un bilanciamento delle necessità aziendali con quelle del personale difficilmente il comparto avrà possibilità di sostenersi per il futuro.
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