Di Tiziana Conte

Lento, sostenibile, spirituale: sono i nuovi sentieri del turismo del benessere, un modo di fare e vivere il turismo più consapevole e rispettoso nei confronti di sé stessi, dei territori e delle persone che li vivono, e che può portare, come già sta accadendo in molti casi, alla rigenerazione di luoghi fuori dai circuiti del turismo di massa. La sfida riguarda la capacità di tradurre questa domanda in prodotti turistici progettati con metodo, collegando narrazione, accessibilità, servizi, governance e qualità dell’esperienza. Di questo si è parlato a Roma, nella sala Italia dell’Enit, nella giornata conclusiva del progetto “Nuovi sentieri del benessere: turismo lento, sostenibilità e spiritualità”, iniziativa di Terza Missione promossa dall’Università Europea di Roma (UER) per sviluppare modelli innovativi di progettazione turistica capaci di integrare benessere fisico, mentale e spirituale con la valorizzazione dei territori e delle comunità locali.

Un contributo importante in questa direzione è quello suggerito, nel corso della mattinata, dai project work realizzati dagli studenti del corso di laurea in Turismo e Valorizzazione del Territorio, sviluppati nell’ambito del percorso formativo dedicato alla progettazione di esperienze rigenerative. Progetti che hanno coinvolto alcune località territori umbri e laziali. Gli studenti hanno lavorato su un modello metodologico basato su analisi e ascolto del territorio e dei bisogni del viaggiatore; concept e obiettivo esperienziale; costruzione dell’itinerario (programmazione, logistica, attività); mappatura degli attori locali e cooperazione con la filiera territoriale; narrazione e comunicazione del progetto in chiave identitaria ed esperienziale.

Da qui gli itinerari su destinazioni reali e per target specifici, con un approccio integrato che unisce visione accademica e capacità progettuale. L’evento ha messo a confronto i rappresentanti di istituzioni, operatori del settore e professionisti del turismo. A prendere la parola al convegno moderato dalla giornalista Claudiana di Cesare: Alessandra Priante, presidente dell’Enit, la coordinatrice scientifica del progetto, Carmen Bizzarri, professore di Geografia del Turismo all’Università Europea di Roma; Ilenia Cardogna, responsabile Turismo dell’Assessorato al Turismo della Regione Lazio, Ermanno Russo, head of services experience design, Trenitalia;  Antonella Guerra, curatrice del progetto culturale “Cammino tra devozione popolare e mappe di speranza”; Cecilia Ponzecchi, area manager centro Italia, Booking.com; Fulvio De Bonis, founder & Ceo, Imago Artis Travel.

“Il progetto nasce dalla consapevolezza che il turismo  sta attraversando una fase di  trasformazione dove la ricerca di benessere, spiritualità, equilibrio e rigenerazione personale motivano la scelta del viaggio – ha spiegato Carmen Bizzarri – viaggio che diventa sempre più esperienza lenta, immersiva, legata alle identità territoriali”. Cresce l’interesse per cammini, residenze spirituali, termalismo naturale, meditazione, attività rigenerative nella natura e pratiche di wellbeing olistico. “Occorre tradurre questa domanda in prodotti turistici progettati con metodo, collegando narrazione, accessibilità, servizi, governance, qualità dell’esperienza“.

Alessandra Priante ha sottolineato quanto sia cambiata la percezione, all’estero, dell’Italia che continua ad ottenere consensi soprattutto in termini di gradimento  dell’esperienza grazie anche a nuovi e inclusivi modelli di viaggio, come quelli in forte espansione relativi al benessere e alla spiritualità, sostenuti dalla ricerca di esperienze autentiche e rigenerative: dai cammini ai percorsi enogastronomici, dalle residenze spirituali alle pratiche legate alla natura e al silenzio. Priante ha sottolineato anche l’impegno assunto dall’Enit nel posizionamento dell’Italia come destinazione di lusso culturale, dove il lusso coincide con la qualità dell’esperienza e con il tempo dedicato all’incontro con i luoghi. E restando nell’ambito del lusso Fulvio De Bonis si è concentrato sul valore del viaggio sartoriale come forma di benessere esperienziale, progettazione di momenti che permettono l’incontro profondo con il territorio attivando relazioni significative con persone, luoghi e narrazioni.

L’ESEMPIO DELLA REGIONE LAZIO

In questo contesto di cambiamento anche la Regione Lazio fa la sua parte, come ha fatto sapere Ilenia Cardogna, sostenendo con politiche e strumenti, lo sviluppo, per esempio, dei cammini e del turismo spirituale, con un approccio integrato che connette cultura, turismo e valorizzazione delle identità locali. Cardogna ha sottolineato l’importanza della co-progettazione con i territori, coinvolgendo abbazie, comunità monastiche, operatori e amministrazioni locali con l’obiettivo di valorizzare patrimoni materiali e immateriali.

Un successo si è rivelato Cammini Divini, l’iniziativa dedicata ai luoghi della spiritualità benedettina come Subiaco, Montecassino e Fossanova, in cui cammino, patrimonio monastico ed enogastronomia dialogano per offrire esperienze autentiche fondate su paesaggi, memoria e ritualità. Il caso ha dimostrato la capacità dei cammini di attivare nuove economie locali, generare partecipazione e rafforzare il senso di appartenenza comunitaria. Ed affrontando il tema dei cammini non si può non parlare dell’importanza che assume il contributo di Trenitalia. 

Ermanno Russo ha sottolineato il modello virtuoso di Trenitalia  che valorizza accessibilità, sostenibilità e connessioni territoriali e che offrendo un trasporto regionale che raggiunge 1700 destinazioni in Italia, diventa la base infrastrutturale della mobilità slow e dell’esperienza dei cammini. Russo ha anche evidenziato l’importanza dell’ intermodalità treno+bus, che rende raggiungibili aree interne e luoghi spirituali. Tra gli esempi citati il collegamento per Montecassino e le partnership con l’Associazione Europea delle Vie Francigene, attraverso tariffe dedicate ai viaggiatori individuali e ai gruppi. Ha inoltre illustrato il progetto editoriale “Luoghi dello Spirito”, realizzato con l’Opera Romana Pellegrinaggi, che presenta itinerari religiosi raggiungibili in treno. L’iniziativa risponde a un trend stimato in crescita del 5% annuo fino al 2030 per i viaggi con motivazione spirituale e rigenerativa.

 

L’IMPORTANZA DELLE PIATTAFORME DIGITALI

Cecilia Ponzecchi ha esplorato il ruolo delle piattaforme digitali nel leggere e anticipare i trend globali del turismo, l’analisi dei dati e le tecnologie di AI applicata alla personalizzazione degli itinerari  che stanno cambiando il modo in cui i viaggiatori scoprono territori minori, prodotti culturali e comunità locali. Secondo le indagini internazionali, oltre il 41% dei viaggiatori intende utilizzare l’AI per itinerari personalizzati e orientati alle comunità locali.

La visione presentata propone un modello di piattaforma che supporta le destinazioni secondarie, facilitando la distribuzione digitale delle micro-ospitalità (B&B, agriturismi, piccole strutture) e contribuendo allo sviluppo delle economie locali. Il contesto emergente mostra un turismo sempre più identitario, in cui la tecnologia abilita l’incontro tra motivazioni individuali e narrazione del territorio. Guardando al 2026 Ponzecchi ha fatto sapere che è stata chiamata l’era dell’io stando all’indagine che ha coinvolto 33 mila persone intervistate  in 33 paesi: “È emersa la voglia di celebrare se stessi facendo ciò che fa stare bene: riconnessione con la natura: pesca, raccolta del tartufo, la ricerca del silenzio, della disconnessione digitale per prendersi un momento di pausa. L’80% delle persone  ha dichiarato attenzione alla skincare e il 47% su 30 mila persone sarebbe orientata ad una forte ricerca di spiritualità: potrebbe cambiare data o destinazione su consiglio di un consulente spirituale”.

La tecnologia non uniforma il viaggio, ma lo personalizza, consentendo a ciascuno di trovare ciò che lo fa stare bene. È questa combinazione tra dati, intelligenza artificiale e sensibilità individuale che può sostenere una transizione verso modelli di turismo più responsabili, inclusivi e generativi per i territori. L’intervento di Antonella Guerra ha portato in sala un caso studio dedicato al rapporto tra devozione popolare, comunità e turismo religioso nelle aree interne del Mezzogiorno. Il progetto “Cammino tra devozione popolare e mappe di speranza” esplora come pratiche spirituali e patrimonio immateriale possano diventare leva di sviluppo culturale e sociale, attivando modelli di co-progettazione territoriale e coinvolgimento diretto delle comunità locali.