Di Stefano Modena

 

Non è fatta solo di monumenti, musei e grandi città l’Italia che affascina i viaggiatori. Esiste un Paese più silenzioso e profondo, che si racconta attraverso riti antichi, dialetti, feste popolari, gesti quotidiani e saperi tramandati di generazione in generazione. Un’Italia spesso fuori dai circuiti principali, ma sempre più centrale per chi cerca esperienze autentiche. È proprio questa dimensione che il Censimento del Patrimonio Culturale Immateriale sta portando alla luce.

Presentato alla Camera dei Deputati, il progetto – promosso da Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) in collaborazione con Anci e con l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, sotto la supervisione del Ministero della Cultura – ha già censito oltre 30.000 beni immateriali: riti religiosi, tradizioni gastronomiche, manifestazioni storiche, infiorate, cortei e pratiche locali che definiscono l’identità dei territori.

 

RADICICULTURALI.IT: UNA MAPPA PER VIAGGIATORI CURIOSI

Il cuore operativo dell’iniziativa è radiciculturali.it, un portale che funziona come una vera e propria mappa dell’Italia meno conosciuta. Non un semplice archivio, ma un contenitore vivo, in continua evoluzione, che organizza i contenuti in 9 categorie tematiche e 43 sottocategorie. Un patrimonio costruito grazie al contributo di oltre 2.600 esperti e volontari, circa 3.000 musei ed ecomusei, sei reti tematiche e migliaia di immagini. Per il turismo, questo strumento rappresenta una potenziale svolta perché offre spunti per itinerari alternativi, suggerisce tempi di viaggio fuori stagione e invita a esplorare borghi e aree interne con uno sguardo più consapevole. La sfida, ora, sarà trasformare questa ricchezza di contenuti in esperienze realmente fruibili per il visitatore, evitando che resti confinata alla dimensione digitale.

UN PATRIMONIO VIVO, NON UNA CARTOLINA

“È un lavoro ambizioso e senza fine”, ha spiegato Antonino La Spina, presidente di Unpli, ricordando come il patrimonio immateriale sia per sua natura dinamico, in continua trasformazione. Un’affermazione che apre una riflessione importante per il turismo. Raccontare le tradizioni senza cristallizzarle, valorizzarle senza snaturarle. Il rischio, infatti, è quello di trasformare riti e feste in eventi “per turisti”, perdendo il legame con le comunità che li custodiscono. Al contrario, il progetto insiste sul ruolo centrale delle Pro Loco e dei Comuni, veri custodi di questo patrimonio diffuso, chiamati a governare il processo di valorizzazione.

BORGHI, DESTAGIONALIZZAZIONE E NUOVI FLUSSI

Dal punto di vista turistico, il censimento assume un valore strategico soprattutto per la destagionalizzazione e la redistribuzione dei flussi. Come ha sottolineato la ministra del Turismo Daniela Santanchè, la crescita delle presenze nei mesi “spalla” è già visibile, anche grazie alla capacità delle tradizioni locali di attrarre viaggiatori motivati da interessi culturali e identitari.

Non si tratta solo di aumentare i numeri, ma di migliorare la qualità del viaggio puntando su soggiorni più lunghi, maggiore interazione con le comunità, impatti economici più diffusi. In questo senso, il patrimonio immateriale diventa una leva per uno sviluppo turistico più equilibrato, soprattutto nelle aree meno battute.

 

VIAGGIARE NELLE RADICI

Il messaggio che emerge riguarda il futuro del turismo italiano, che non passa solo dall’innovazione tecnologica o dalle grandi infrastrutture, ma anche dalla capacità di raccontare le proprie radici. Radiciculturali.it e il Censimento del Patrimonio Culturale Immateriale offrono una bussola preziosa per chi vuole scoprire un’Italia diversa, fatta di storie condivise e identità locali. Per il viaggiatore attento, è un invito a rallentare, a scegliere il momento giusto, a partecipare più che a osservare. Per i territori, è una grande opportunità, ma anche una responsabilità, quella di custodire la propria anima senza trasformarla in una semplice attrazione.