Terra ricca di tradizioni e culti, la Lituania ha un calendario ricco di feste e ricorrenze che rievocano un immaginario Pagano ancora attuale. Che sia quella dei duchi, o quella dei contadini, la paganità Lituana si è preservata nel tempo, mantenendo in vita celebrazioni legate alla natura e ad altre ricorrenze. Stabilita nel 1967, e riconosciuta ufficialmente come religione della nuova Repubblica Baltica nel 1992, la Romuva è un inno neo-pagano alla natura e alle tradizioni del passato. Al fine di commemorare e di preservare queste radici antichissime, identità della repubblica Baltica, nel 2006 si è istituito il Giorno Pagano Europeo della Memoria. Ogni anno, il 24 febbraio vede le strade animarsi di eventi e riti, dove arte e natura uniscono le persone, in un clima di festa che da sempre contraddistingue questo popolo. Le tradizioni vengono ricreate negli stessi luoghi di un tempo, come l’ alkas della Samogitia, collina ritenuta sacra nei tempi antichi. Qui ancora oggi vengono celebrate feste pagane, come quella del 13 maggio in onore della Dea Milda, dea della bellezza e dell’amore.

La notte tra il 23 e il 24 giugno, si riaccende la magia pagana antica con la Festa di Rugiada! Le città non dormono, la gente è in strada! Spettacoli pirotecnici illuminano a giorno i cieli, si balla a ritmo di canti e musica tradizionali, e chi vuole potrà farsi predire il futuro con la “lettura di fiori”. La tradizione racconta che in tempi antichi, gli uomini attraversassero il Fuoco come rito propiziatorio di salute e fortuna, per allontanare ogni male. La rugiada raccolta quella notte avrebbe avuto un potere guaritore. Sapere e capire le tradizioni di un luogo, esercita da sempre un certo fascino in chi lo visita. Ancor di più qui in Lituania, dove si continuano ad onorare il folklore di un tempo. La festa è un momento di unione, di collaborazione e di divertimento. Che sia estate o che sia inverno, che si abbia un credo pagano o cristiano, non si perde occasione di festeggiare tutti insieme. Per i Lituani, la tutela di antiche usanze e costumi è sinonimo di cambiamento e crescita. L’idea di Darna, ovvero l’armonia, vive in ogni festa e in ogni tradizione. Ed è proprio l’armonia con la natura e quindi con gli altri a sedurre chiunque visiti la Lituania. Vi innamorerete dei colori, dei sapori e dei profumi di questa terra vestita a festa dodici mesi l’anno!

 PAGANESIMO:

Prima del 1387, la Lituania era un paese pagano. Venivano venerate molte divinità, la più importante era “Dievas”, paragonabile a Zeus che comandava l’Universo dal suo regno nel cielo. La seconda divinità in ordine di importanza è “Perkunas” dio del tuono, del fulmine e dell’atmosfera, paragonabile al dio Thor della mitologia nordica e anglosassone. Figlio severo ma giusto di Dievas, viveva in cima ad una montagna e viaggiava alla guida di un cocchio. Il suo nemico giurato era “Velnias”, altrimenti noto come “Pikuolis”, sovrano dell’oltretomba e della magia. Tra le altre divinità maschili figuravano “Bangputys” il dio del mare, “Zemepatis” dio della terra e protettore delle fattorie e degli animali, “Dimstipatis” guardiano delle case e “Patrimpas” il protettore delle piante e dei frutti.

Tra le divinità femminili, era particolarmente importante “Laima”, la dea alata che determinava la sorte positiva o negativa dei nascituri. Altre divinità erano “Zemyna” che era la madre terra, “Veliona” la guardiana delle anime dei defunti, “Gabija” protettrice del fuoco, “Milda” dell’amore, “Ausrine” la stella del mattino e “Vakarine” la stella della sera.

Il luogo di culto pagano era conosciuto come “Alkas”, solitamente situato su una collina vicino ad un fiume o un corso d’acqua. Le cerimonie venivano celebrate da un “Krivis”, un sacerdote, ed avevano luogo all’aria aperta, all’ombra di un gruppo di alberi solitamente di quercie antiche.

Sebbene non ci siano prove che gli alberi stessi fossero stati oggetti di venerazione, venivano considerati la sacra dimora degli dei. Sicuramente tutta la natura vivente veniva rispettata ma in particolar modo la biscia dal collare era la creatura più venerata.

Gli altari erano costituiti da grandi pietre mentre i templi erano solitamente semplici edifici di forma circolare oppure ovale contenenti le effige della divinità ed un bracere sacro le cui fiamme venivano sorvegliate da sacerdotesse vergini chiamate “Vaidilutes”. Si offrivano sacrifici alle divinità, i sacrifici umani erano contemplati ma questa pratica terminò prima della fine del paganesimo sostituendo le vittime con modellini di cera. Nonostante questo, la religione pagana lituana, non aveva un senso di sacralità della vita umana; il suicidio, incluso quello di massa, era considerato un atto onorevole, certamente non condannabile nel caso in cui si fosse caduti nelle mani nemiche. Chi si suicidava o moriva prima del tempo che gli era stato assegnato alla nascita, rimaneva a vagare sulla terra come un morto vivente per il resto dei giorni che gli rimanevano. Il defunto però, aveva facoltà di lasciare il mondo terreno ma questo accadeva solo in pochi giorni prestabiliti durante l’anno, in questo modo la terra pullulava perennemente di queste presenze. Si credeva fortemente nella vita ultraterrena tanto che il defunto veniva sotterrato con il cibo, bevande ed oggetti legati alla sua vita terrena. I sovrani deceduti, ricevevano i funerali solenni: nel 1382, solo cinque anni prima della conversione al cristianesimo, il destituito granduca “Kestutis” venne sepolto in compagnia dei suoi cavalli, falconi e cani da caccia. In maniera simile al credo della chiesa cattolica, solo i giusti salivano al cielo percorrendo la montagna di Perkunas; un comportamento retto in vita avrebbe facilitato l’ascesa in cielo. I malvagi scendevano nell’oltretomba dove veniva loro inflitta una punizione eterna proporzionata ai crimini commessi in vita.

Il paganesimo in Lituania continuò ad essere praticato per lungo tempo anche nel successivo periodo di conversione al cristianesimo del paese. Prese il nome di “Romuva” e tornò in uso in due momenti storici: durante la repubblica lituana indipendente tra le due guerre, e dopo il crollo del dominio sovietico. Una tipologia di “paganesimo moderno” può essere ravvisata in una particolare forma di espressione dell’amore verso la natura, senza però alcun tentativo di denigrare le altre religioni.

LA CITTADINA DI KERNAVE:

Negli anni ’70 gli archeologi lituani cominciarono a dar seguito alle voci di una magnifica città antica, trovarono un sito a circa 35 chilometri da Vilnius, apparentemente indenne dalla guerra e dallo sviluppo industriale, che molti ora chiamano la “prima capitale della Lituania”: Kernavé. Oggi è un luogo abitato poco più da 300 persone, si ha difficoltà a pensare che nel 1279 fosse stata la capitale lituana sotto il Granduca Traidenis. Nel 1390 i Cavalieri Teutonici la incendiarono e non fu più ricostruita. L’antica sede della città venne coperta da uno spesso strato alluvionale, proveniente dal vicino fiume Neris e gli abitanti superstiti si trasferirono tra le colline, sede dell’odierno villaggio. Di quel glorioso passato non rimane che una chiesa monumentale in stile neogotico, costruita nel 1920 sul sagrato in cui si possono ancora distinguere le fondamenta delle chiese più antiche. L’importanza turistica di Kernavé risiede nei suoi Pilliakalniai, montagnole preistoriche che nel Medioevo veniva impiegate come contrafforti difensivi. Oggi, da queste colline artificiali, si offre una vista impareggiabile sulla valle del Neris ed ogni anno, il 23 Giugno, si tengono antichi riti e processioni di origine pagana in onore della tradizionale festa di mezza estate dedicata a S. Giovanni. Le cinque colline modellate che costituiscono il complesso di Kernavé, sono parte di un antico sistema di colline fortificate. Nel 1979 le forze geologiche causarono un’apertura sui fianchi di una di queste che si aprì perfettamente a metà e si gli archeologi poterono iniziare a lavorare su di una torta archeologica a strati – ha dichiarato il Prof. Aleksas Lichtanas, uno dei più importanti archeologi lituani. Il primo tesoro di oggetti archeologici si data al V secolo ma negli anni seguenti, estate dopo estate, gli studiosi rinvenivano generose tracce di abitazioni umane. Le scoperte narrano la storia dello sviluppo del sito dall’Età della Pietra fino alla capitolazione per mano dei Cavalieri Teutonici nel XIV secolo, motivo che spiegherebbe il sorgere di Vilnius come città principale lituana. Sebbene il sito abbia rivelato una ricca collezione di strumenti, scheletri, armi, monete, opere di muratura e perfino fondi stradali, solo uno scarso 2% dei 200 ettari della Riserva Culturale di Kernavé sono stati scavati sino ad ora. Vi è ancora tanto da scoprire qui e molte generazioni di lituani ne coglieranno i frutti. Le nuove scoperte si susseguono di anno in anno ed il sito è più grande di quanto pensassimo – dichiara Luchtanas. Nel Luglio del 2004 l’UNESCO ha inserito Kernavé nella lista degli 800 luoghi considerati Patrimonio Culturale dell’Umanità in quanto insostituibile testimonianza della storia dello sviluppo umano nella regione del Baltico ed anche perché, le sue impressionanti colline fortificate, rappresentano esempi unici nel suo genere e funzione, della storia dell’era pre-cristiana.

Kernavė fu la prima capitale della Lituania, il più importante centro politico economico del nascente paese. Nel XIII secolo Kernavė fu una maestosa città feudalica, fortificata da cinque alture difensive. Nel 1390 durante l’attentato dei crociati, Kernavė fu completamente bruciata.

IL SITO ARCHEOLOGICO E LE RIEVOCAZIONI STORICHE DI KERNAVE:

Di recente a Kernavė sono state scoperte preziose impronte di cultura, lasciate dagli abitanti del luogo più di 11.000 anni fa. Kernavė è nominata la Riserva Culturale.dello Stato Qui da 30 anni si eseguono importanti scavi archeologici. Il territorio della riserva occupa una superficie di 194,4 ettari, nella quale sono stati scoperti i resti incomparabili di culture del millennio A.C. e della nostra epoca fino al medioevo.

Dal 2004 il luogo di scavi archeologici di Kernavė fa parte dell’UNESCO – Patrimonio mondiale dell’umanità.

Nel museo d’archeologia e di storia di Kernavė ci sono notevoli raccolte di pezzi archeologici originali. Kernavė è famosa per le sue feste nazionali, che si svolgono ogni anno all’inizio di luglio, commemorando il giorno dell’incoronazione di Mindaugas. Quei giorni di festa sono chiamati “Giornate di storia e archelologia viva”. Si svolgono varie manifestazioni, rappresentazioni di antichi mestieri, arti di combattimento e preparazioni di antiche pietanze. . Si tiene un festival con autentici giochi medievali e musica folk. I partecipanti arrivano anche dagli altri stati Baltici

In estate Kernavė prende vita, anche grazie all’organizzazione di festival e celebrazioni folk.

Kernavė è anche famosa per i suoi tradizionali festival Rasa. Nel 1967 un gruppo di universitari tennero il primo festival Rasa, che poi divenne una tradizione. Per molte decadi non fu solo un modo per ascoltare folk, ma anche per protestare contro l’umiliazione della coscienza nazionale e l’imposizione forzata delle tradizioni sovietiche. Vari tentativi di proibire il festival non ebbero successo.

Kernavė è stata la prima capitale dello stato della Lituania. Qui c’è l’unico complesso di 5 poggi (alture) nella regione Baltica. A Kernave si trova anche il Museo della Storia e della Archeologia.

Oggi, abbinando lo studio del passato con la scoperta delle radici e delle antiche tradizioni, Kernave (che dista da Vilnius meno di quaranta chilometri) è un vero e proprio paradiso per gli appassionati di storia e archeologia:sulle cinque colline che compongono l’area oggetto di scavi, infatti, sono possibili numerose esperienze di osservazione dell’evoluzione della presenza di insediamenti umani in questa regione e importanti iniziative etnico-culturali valorizzano un patrimonio culturale davvero unico.

Per maggiori informazioni : www.turismolituano.it