Intervista a 6 tour operators liguri
Per i tour operators, si sa, questi non sono tempi facili: gli effetti della crisi economica si sono fatti pesantemente sentire anche nel turismo, costringendo molti di loro ad autentici equilibrismi per evitare al bilancio delle loro aziende di andare in rosso. In questa situazione, è interessante sentire quali sono gli stati d’animo, i propositi, e le eventuali lagnanze di alcuni tra i più segnalati professionisti del settore. Abbiamo rivolto la nostra attenzione ai responsabili di sei tour operators della Liguria; quattro sono di Genova: Marco Travagli della Take Off, Caterina
Calci, product manager de I viaggi del Toghiro, Antonella Sechi di Azeta Viaggi Domenico Scidone di Misha Travel; Giacomo Mamberto è uno dei quattro fratelli titolari della Mamberto Viaggi di Finale Ligure, Paolo Basili è il responsabile de I viaggi delle Pleiadi di Imperia.
Ai nostri interlocutori abbiamo rivolto sei domande:
1) La crisi economica in quale modo ha inciso sui vostri programmi operativi?
M. Travagli (Take Off): Non abbiamo modificato i nostri programmi, in quanto per la maggior parte il nostro traffico è basato su viaggi tailor made. Ovviamente in questo periodo le richieste risentono della crisi economica: “abbassamento” delle categorie degli hotel richiesti, riduzione del numero
di servizi richiesti e dei giorni di permanenza… Per la specificità delle destinazioni da noi proposte (Sudamerica), si tratta di un segmento di mercato che risente in maniera meno evidente del momento di difficoltà rispetto a destinazioni “charter” e breve e medio raggio.
C. Calci (I Viaggi del Toghiro): La crisi economica, che non si è fatta sentire subito, comincia ad avere i suoi risvolti negativi. Sicuramente abbiamo preso meno allottment quest’anno per l’Immacolata e il Capodanno, questo ha significato una diminuzione del traffico in relazione alle vendite dei ponti festivi. Come sappiamo gli italiani tendono a prenotare all’ultimo, a discapito della programmazione e della tendenza delle compagnie aeree a fare emettere i biglietti aerei con largo anticipo.
Nel 2009 la crisi si è fatta sentire ma in modo contenuto, perciò, per quanto ci riguarda non ha inciso in maniera determinante sulle nostre decisioni operative e fortunatamente non abbiamo dovuto “tagliare” nessuna voce. Per il 2010, la ripresa che abbiamo riscontrato rispetto al 2009 con un aumento delle prenotazioni tra il 25 ed il 30% ci ha spinto ad incrementare l’organico anche in relazione alla rete commerciale.
A. Sechi (Azeta Viaggi):
D. Scidone (Misha Travel): Sicuramente, la crisi ha stravolto in maniera significativa tutti i nostri programmi operativi, incidendo in maniera forte sull’operatività; abbiamo dovuto immediatamente studiare nuove strategie di marketing affidandoci in maniera ancora più marcata ad Internet, migliorando i nostri siti web e proponendo programmi particolari per target anche molto bassi. Altra soluzione che ci ha permesso di non perdere fatturato, è stata quella di far muovere i nostri promotori non solo sulle agenzie ma anche programmando visite mirate a Cral, Associazioni, eccetera, naturalmente incontri con illustrazioni video e cartacea dei vari programmi a seconda dell’interesse del potenziale cliente.
G. Mamberto (Mamberto): L’incoming dall’estero ha fatto registrare un segno + della Mamberto Tour Operator (nella vendita Riviera, Costa Azzurra e Disneyland Paris alle agenzie di viaggio italiane) mediamente del 6% rispetto al 2009.
P. Basili (I Viaggi delle Pleaidi):
Ci ha costretto a cambiare radicalmente l’impostazione del nostro lavoro. La crisi non c’è da oggi, ma da ben otto anni: molti non se ne sono ancora accorti, ma nel frattempo è cambiato radicalmente il modo di fare turismo, che non potrà mai più tornare quello d’allora. Le faccio un esempio, che è quello dei cataloghi individuali: ormai sono stati superati da Internet, perché tutti gli albergatori aggiornano lì settimanalmente, se non quotidianamente, le offerte, e con la stampa è tecnicamente impossibile star dietro alla velocità delle comunicazioni online. A causa di questi cambiamenti, sull’individuale noi siamo scesi in due anni dai 6 miliardi di agosto agli 800 milioni di oggi.
2) Cosa pensate delle fiere italiane del turismo: per voi hanno davvero un risvolto concreto?
M. Travagli (Take Off):
No, assolutamente.
C. Calci (I Viaggi del Toghiro): No, le fiere italiane del turismo servono semplicemente a far girare il nome dell’azienda ma risvolti concreti non ne hanno.
A. Sechi (Azeta Viaggi): Sinceramente è molto difficile stabile se ed in quale misura portino risultati concreti, soprattutto le grosse manifestazioni. Sicuramente sono un momento di incontro tra i TO e le agenzie e spesso l’occasione di dare “volto alla voce”, perciò ritengo che sia importante esserci.
D. Scidone (Misha Travel): Le fiere Italiane hanno un grosso difetto: oltre ad essere care, molto care, sono veramente tantissime; è impensabile che titolari e/o addetti di un’AdV possano partecipare a tutte o ad una parte di esse, per cui il numero di contatti per ogni Tour Operator è notevolente diminuito.
G. Mamberto (Mamberto): Molto molto concreto, specialmente quelle all’estero per il settore Incoming. In Italia prendiamo parte solo a due fiere, BIT e TTG, mentre all’estero partecipiamo da sempre a quelle di Berlino, Londra, RDA Colonia e Mosca, ed occasionalmente a quelle di Svezia, Polonia, Olanda, Spagna e Francia. In particolare, partecipiamo ininterrottamente: alla ITB di Berlino fin dal 1973 (cioè da ben 38 anni); alla RDA di Colonia fin dalla sua prima edizione (da 34 anni); alla BIT di Milano dalla sua prima edizione (da 29 anni); e a TTG Incontri dalla sua prima edizione (non ricordo la data, ma la prima fu sul Lago Maggiore, poi andò a Garda e infine ora a Rimini… Piano piano si sta ‘mangiando’ la BIT!).
P. Basili (I Viaggi delle Pleaidi): Non servono più a niente, giovano solo a chi le organizza.
3) L’attuale politica turistica aiuta o danneggia voi t. o.?
M. Travagli (Take Off): Non mi risulta che l’attuale governo stia attuando una politica turistica (né tantomeno una qualsiasi altra politica, se non il mantenimento del potere e l’emanazione di leggi «ad personam»).
C. Calci (I Viaggi del Toghiro): L’attuale politica turistica non aiuta affatto i t.o., anzi! Pone di fatto dei limiti che vanno al di là delle garanzie che ogni operatore dovrebbe fornire. L’articolo 52, con la richiesta di fideiussione e il 45 dello schema del decreto legislativo pongono a rischio di chiusura i tour operator e minacciano l’inizio di una valanga di contenziosi che il settore non sarebbe in grado di gestire. Fra l’altro, queste norme nascono in un contesto di totale liberalizzazione del sistema turistico che se da una parte non garantisce affatto il consumatore, dall’altra delegittima il settore in un contesto di organizzazioni low cost e fai da te.
A. Sechi (Azeta Viaggi): Perché, abbiamo una politica turistica?
D. Scidone (Misha Travel): Non vedo al momento una politica sul turismo che possa in qualche modo favorirci; se intendiamo politiche istituzionali, dico che sono inesistenti o quasi. Qualsiasi politica di promozione, studio del mercato, presentazione del territori (sia in incoming che in outgoing), stampa di cataloghi, partecipazione a fiere e così via è sempre fatta completamente con spese a carico del privato. Occorrerebbe che istituzioni e privati aprissero tavoli di discussione e programmazione e condividere risorse (in tutti i sensi!).
G. Mamberto (Mamberto): Personalmente non reputo il Ministro Brambilla all’altezza. L’ho sentita alla BIT di Milano e non ha la minima idea di quello che va veramente fatto. Di conseguenza…
P. Basili (I Viaggi delle Pleaidi): Stavamo meglio quando questa politica non c’era. Il governo è stato capace soltanto di proporre un’assicurazione contro il fallimento delle agenzie…
4) Cosa vi aspettereste come aiuto?
M. Travagli (Take Off): Per far ripartire i consumi (non solo turistici) bisogna abbassare il prelievo fiscale, incentivare le imprese che assumono a tempo indeterminato, combattere l’evasione fiscale e tassare le rendite finanziarie.
C. Calci (I Viaggi del Toghiro): Purtroppo non ci aspettiamo nessun tipo di aiuto. Vorremmo almeno che le normative non si stringessero sempre di più in un sistema di lacci e lacciuoli per gli operatori seri e con un allargamento delle maglie per coloro che vivono al di fuori delle regole.
A. Sechi (Azeta Viaggi): Purtroppo io non mi aspetto nulla, ma certo non guasterebbero alcuni incentivi all’occupazione, visto anche la quantità di personale rimasto disoccupato a causa della chiusura / fallimento di vari TO; come non guasterebbe anche uno snellimento degli adempimenti fiscali. Ritengo inoltre che la nostra categoria dovrebbe essere riconosciuta come tale in modo da dare l’importanza che merita alla nostra professionalità.
D. Scidone (Misha Travel): Un aiuto? Faccio un esempio banale ma significativo. Se voglio portare in Liguria 100 passeggeri a settimana da Praga, oltre alle strutture alberghiere, devo creare un collegamento aereo… Sarà molto più facile andare a Praga a promuovere la Liguria. Il problema qual è? che tutto il rischio della catena charter è il mio. Anche se sono sicuro al 90% che riempirò il volo, rimane il dubbio: e se una (o due) rotazioni vanno malissimo? fallisco! Invece, non chiedendo soldi, ma avendo un accordo con le istituzioni in cui esse si assumono l’onere dei “sedili” invenduti (che potrebbero vendere o regalare ai propri Cral, e per loro sarebbe facilissimo…) il privato naturalmente crea l’operazione.
G. Mamberto (Mamberto): Niente di diretto, ma ad esempio una riduzione dell’IVA sugli Alberghi (come in Spagna e Francia) sarebbe un fortissimo aiuto allo sviluppo del turismo Incoming.
P. Basili (I Viaggi delle Pleaidi): Dallo stato vorremmo che sostenesse i settori più in crisi, per evitare i danni: un po’ come ha fatto il governo spagnolo, tramite alcune sovvenzioni. Da noi mancano soprattutto le infrastrutture: e deve predisporle l’ente pubblico, il quale non solo non se ne cura, ma non aiuta neppure chi vorrebbe farle.
5) Cosa fate per svilupparvi e/o sopravvivere?
M. Travagli (Take Off): Cerchiamo di aumentare la nostra visibilità utilizzando i canali tradizionali e le nuove opportunità della rete.
C. Calci (I Viaggi del Toghiro): Non è purtroppo un luogo comune il dire che nel momento di crisi bisogna investire. Noi ci stiamo ristrutturando per il 2011 con un nuovo sito più elastico e dinamico per offrire sempre più informazioni e servizi ai nostri clienti. Per il resto cerchiamo di lavorare bene, come sempre, perché crediamo che la qualità alla fine ripaghi. Nell’ottica dell’investimento saremo nuovamente presenti alla BIT per promuovere il marchio.
A. Sechi (Azeta Viaggi): Noi puntiamo soprattutto al mercato agenziale, tanto è vero che abbiamo incrementato la rete commerciale con nuovi promotori, proprio quando la maggior parte dei T.O. sta mettendo in discussione questa figura: perché crediamo che il contatto umano, anche nell’era di Internet, rivesta ancora una funzione importantissima.
D. Scidone (Misha Travel): Non stare fermi a lamentarsi ma cambiare radicalmente strategie, come ho già spiegato. Internet non bisogna vederlo come un nemico, ma come un prezioso alleato!
G. Mamberto (Mamberto): Sopravvivere è una parola esagerata per noi. Ci sono purtroppo tour operator nati dal nulla, che vivono nel nulla, rischiando poco o nulla. Noi siamo un’azienda familiare, molto molto attenta a ogni Euro che viene speso. Quindi non dobbiamo sopravvivere, ma svilupparci sì. Insieme ai Soci del Consorzio Incomimg Italia, proprio entro il prossimo 31 dicembre, ben 3.019 agenzie di viaggi italiane (cioè tutte) riceveranno – oltre ad un acconto di 5 programmi Disneyland aprile-novembre 2011 – un folder per poter accedere alla registrazione e di seguito alla prenotazione gratuita online dei programmi Mamberto T.O. (ed ovviamente a quelli dei soci del consorzio). Prenotando online si riceve sempre la commissione del 10% ma non si pagano tassa d’iscrizione o spese di apertura pratica.
P. Basili (I Viaggi delle Pleaidi): Ci si riesce come ci sforziamo di fare noi, diversificando le offerte. Come detto, abbiamo eliminato i cataloghi individuali (il settore lo trattiamo solo online) e ci occupiamo prevalentemente di gruppi, specializzandoci in segmenti particolari: nel settore congressuale, nei viaggi incentive e d’autore.
6) Come vede il futuro per il turismo, e in particolare per l’azienda che dirige?
M. Travagli (Take Off): Ritengo che nel futuro rimarrano in piedi pochi grossi tour operator “generalisti” e un limitato numero di piccoli operatori che faranno della specializzazione e dell’affidabilità il loro credo. Spero che la Take Off rientri in quest’ultima categoria di aziende.
C. Calci (I Viaggi del Toghiro): Il futuro non è certo roseo per il turismo. Sicuramente cambierà molto e internet avrà sempre di più un ruolo fondamentale. Tuttavia crediamo seriamente che la nostra professionalità, acquisita in almeno venti anni di esperienza, possa essere un valido strumento per offrire un prodotto di qualità.
A. Sechi (Azeta Viaggi): Caratterialmente sono un’ottimista, perciò, nonostante tutto credo che il futuro ci consentirà di raggiungere sempre un numero maggiore di agenzie. Sicuramente il turismo sta cambiando, il cliente di oggi non è piu quello di un tempo, adesso è molto piu informato e preparato, sicché anche agli agenti di viaggio si richiede una preparazione adeguata, cosa che spesso manca.
D. Scidone (Misha Travel): Fino a quando riusciamo a costruire programmi d’importanza artistico-culturale, ovviamente con servizi di livello qualitativo e con ottimo rapporto con i prezzi; a razionalizzare il personale, ad abbattere i costi superflui, a sfruttare il sito web ed i promotori, la nostra azienda andrà come sta andando, e cioè bene. Tuttavia, se pensiamo di guadagnare con la biglietteria aerea oppure con la vendita di ” Hotels”, e/o si punta su questo… Beh, è la chiusura.
G. Mamberto (Mamberto): Dopo la fiducia di ieri alla Camera a Silvio Berlusconi siamo più tranquilli e speriamo in una buona stagione 2011.
P. Basili (I Viaggi delle Pleaidi): Francamente, lo vedo molto male. Se continua così, ho l’impressione che il 70% dei miei colleghi sarà costretto a chiudere bottega. Quanto a noi, in questi anni abbiamo investito continuamente, attuando cambiamenti radicali: e i risultati ci hanno dato ragione, perché abbiamo registrato un incremento del 35% nel settore gruppi. Curiamo i grandi eventi, come una campagna promozionale over 55 per il governo spagnolo per 14 miliardi di euro, e abbiamo contatti anche per una campagna per Cipro Nord.
Virgilio Zanolla