Secondo un sondaggio condotto da lastminute.com, il 51% degli italiani spenderà meno rispetto al 2008 per le vacanze estive e il 31% si concede meno giorni di vacanza. Per il 46% degli intervistati il prezzo è il fattore discriminante nella pianificazione delle vacanze: si riduce quindi il raggio degli spostamenti, si scelgono soggiorni più brevi e le soluzioni di viaggio più economiche.

Lastminute.com ha effettuato un sondaggio su un campione di oltre 800 persone per analizzare gli effetti della crisi economica sulle vacanze estive degli italiani. Ne risulta che alla villeggiatura non si rinuncia, ma sono cambiate profondamente le abitudini di viaggio.

Data la difficoltà e le incertezze economiche di questo periodo, il budget di spesa familiare alla voce vacanze si è sensibilmente ridotto. Le previsioni di spesa rispetto all’anno scorso sono in sicura contrazione: il 51% degli italiani infatti spenderà meno del 2008. Il 69% degli intervistati dichiara di non superare i 1.000 euro a persona.

Dovendo scendere a patti con il portafoglio, gli italiani riducono il raggio degli spostamenti, scelgono soggiorni più brevi e si orientano verso soluzioni di viaggio economiche. Il dato sulla durata media della villeggiatura parla chiaro: il 61% del campione dichiara di andare in ferie per una o due settimane e ben il 17% per meno di una settimana. Rispetto al 2008 il 31% degli intervistati si concede meno giorni di vacanza.

Anche per quanto riguarda i fattori che guidano la scelta della vacanza, la crisi si fa sentire: per il 46% del campione il prezzo è diventato il fattore discriminante nella pianificazione delle vacanze.

Secondo la rilevazione, il trend di questa estate è di prenotare la vacanza all’ultimo minuto oppure all’opposto con largo anticipo, per riuscire a sfruttare le migliori promozioni. Il campione dimostra che gli italiani sono in maggioranza dei ‘late bookers’: il 51% dichiara infatti di acquistare la vacanza scegliendo fra le offerte dell’ultimo minuto. Ma alta è anche la percentuale di coloro che sfruttano la formula advance booking: il 33% del campione sostiene di avere pianificato e acquistato il viaggio da tempo, riuscendo così ad usufruire di sconti e agevolazioni sul viaggio.

Il periodo più gettonato per le vacanze è il classico mese di agosto, scelto dal 49% del campione per motivi di ferie. Ma è in aumento il numero di persone (27%) che pianifica la vacanza ‘fuori stagione’, nei mesi di giugno o settembre, quando si sta meglio e soprattutto si risparmia.


 

Inoltre dal sondaggio emerge chiaramente come nonostante la crisi economica abbia avuto un forte impatto sui consumi, per gli italiani le vacanze continuano a rappresentare un momento irrinunciabile. Infatti il 55% degli intervistati non si fa spaventare dalla crisi e continua a viaggiare, anche se sceglie solo le offerte più economiche, mentre il 16% degli intervistati vuole vivere con le vacanze un’esperienza indimenticabile: quello che conta è la qualità e per risparmiare riduce la durata del soggiorno e si orienta su mete più vicine. Solo il 15% dichiara di essere disposto a fare sacrifici su altre cose ma non sulle vacanze.

Tra i sacrifici che si è disposti ad affrontare pur di non rinunciare alle vacanze: si va dal 30% che è disposto a rinunciare al ristorante con gli amici per un mese, al 25% che farebbe a meno di un’intera giornata di shopping, dal 24% che rinuncia all’acquisto di prodotti hi-tech o per la casa, all’8% che sacrifica le serate in discoteca con gli amici. E anche un residuale 3% che è persino disposto ad indebitarsi.

Infine nell’immaginario dei navigatori del sito lastminute.com la vacanza ideale in tempi di crisi è il ‘dolce far niente’ su una spiaggia tropicale, che ha avuto il 51% delle preferenze. Alta anche la performance del villaggio all inclusive con tutta la famiglia (26%). Segno che per la maggioranza degli Italiani le vacanze rappresentano l’idea di fuga dalle incombenze quotidiane. Nella classifica di gradimento seguono le classiche vacanze romantiche (13%), quelle all’insegna dell’adrenalina (5%) e della solidarietà (5%). La performance della fatica non ottiene un buon punteggio: solo l’1% del campione sceglie il lavoro dei campi in un agriturismo.