Verrà presentata domani a Bastia Umbra, in occasione di Vitae, la prima indagine sull’attrazione di investimenti turistici nelle diverse regioni italiane, realizzata da SL&A su commissione di Sviluppumbria spa e che costituisce il primo passo dell’Osservatorio Permanente Nazionale (scaricabile sul sito www.slea.it, nella sezione News). 

Questa iniziativa è partita proprio dalla Regione Umbria, che è l’unica Regione italiana ad avere una filiera completa nell’attrazione di investimenti turistici, con una Agenzia  regionale dedicata (appunto Sviluppumbria spa) ed un’unità di lavoro specifica sul turismo. Una filiera che ha dato luogo a progetti innovativi nell’ambito del marketing territoriale e dell’attrazione di imprese (“Essere Bene” e “Pietre d’Umbria”).

A livello nazionale non esisteva ancora una fonte di informazione al riguardo; fatto tanto più grave se si considera che il nostro Paese, uno dei più importanti economicamente e turisticamente del Mondo, non ha al momento una forma strutturata di attrazione degli investimenti. La competenza in merito viene demandata alle singole Regioni, ma anche in questo caso le interpretazioni sono varie: ogni Regione, quando si muove, lo fa come meglio crede!

La mappatura ha infatti rilevato situazioni molto differenti tra loro; escludendo le articolazioni regionali a suo tempo create da Sviluppo Italia, si ha che:
• 10 Regioni e Province Autonome hanno una struttura dedicata all’attrazione di investimenti;
• 9 Amministrazioni Regionali hanno sviluppato progetti in ambito turistico,
• solo 3 Regioni (Abruzzo, Molise ed Umbria) sono in grado di indicare il budget investito ed i risultati raggiunti.

Quello che più colpisce è che sembra esistere una relazione inversa tra sviluppo turistico ed attrazione degli investimenti specifici:  così alcune regioni leader nel turismo in Italia, come il Veneto, l’Alto Adige o il Trentino, appaiono in qualche modo non interessate alla problematica. Al contrario tra le regioni turisticamente emergenti, come l’Abruzzo e il Molise, pur non avendo strutture finalizzate, hanno impostato progetti di rilievo, in particolare sul patrimonio immobiliare storico dismesso.

Il primo e più eclatante risultato dell’azione svolta è che in Italia non si riesce a formulare un bilancio attendibile circa l’attrazione degli investimenti turistici, anche in rapporto ai budget investiti. “Sicuramente però le azioni intraprese hanno generato effetti positivi sull’immagine esterna e sull’opinione pubblica locale.
D’altra parte gli investimenti turistici effettivamente generati dai soggetti pubblici in Italia si possono misurare in singoli casi, si tratta di episodi “forti”, in cui contano di più gli effetti indotti e quelli imitativi” ha commentato Stefano Landi, Presidente di SL&A e curatore dell’indagine.