Intervento del Sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio con delega al turismo,On. Michela Vittoria Brambilla, a Riva del Garda il 10 ottobre 2008

Lo scambio di informazioni e di esperienze che questi due giorni di dibattito hanno prodotto penso che sia stato per tutti noi assai stimolante.
Da questo dibattito due fatti sono emersi in tutta la loro evidenza
Il primo, decisamente positivo, è che , con la globalizzazione, il turismo è ormai diventato un importante acceleratore per la produzione di ricchezza Il secondo è che la crescita di questo settore dell’economia è però sempre più strettamente vincolata alle  variabili imposte da una globalizzazione che talvolta riesce a produrre  effetti certamente non prevedibili.
Come quello di essere riusciti a distruggere, in  poche settimane, una ricchezza quattro, cinque, sei e forse anche dieci volte superiore a quella che il turismo internazionale dei grandi numeri era riuscito-e con grande fatica- a produrre nell’arco di un intero anno. Non c’è gara purtroppo oggi, nella globalizzazione, fra le cicale che operano nel mondo della finanza e le parsimoniose formiche che cercano di produrre, invece, nell’alveo dell’economia reale
E, difatti- lo ha annunciato l’altro ieri la Fed con più che motivate ragioni-  siamo già sulla soglia di una recessione economica globale che potrebbe mettere a rischio l’assetto di molte imprese e poi anche i consumi delle famiglie e i livelli di occupazione. Come è prevedibile che essa incida negativamente, nel breve e forse anche nel medio periodo,  sul tasso di crescita del nostro settore
Negli Stati Uniti, in Europa ma anche altrove perché la globalizzazione è in grado di produrre effetti pervasivi ed invasivi ormai ovunque. In attesa che vengano finalmente introdotti, nei mercati, regole che possano impedire il ripetersi, su scala mondiale, di fenomeni simili a quelli ora avvenuti nel campo bancario e in quello della finanza, penso che il settore del turismo debba cominciare ad elaborare strategie che servano, da un lato, a meglio difendere il patrimonio di ricchezza che già possiede ma , dall’altro, a tutelare maggiormente anche quelle che sono le sue potenziali prospettive di crescita. Muovendosi quindi su diversi fronti e vorrei provare  a citarne alcuni
Una programmazione sistemica, in primo luogo, di tutte le strutture, le energie e le risorse di cui il settore del turismo dispone. E’ stato giustamente rilevato  in alcuni degli interventi di questi giorni che, senza una più stretta ed organica collaborazione , di carattere sia logistico che operativo, tra strutture pubbliche ed imprese private, sarà sempre più difficile produrre un’offerta che possa continuare ad essere davvero competitiva.
Saranno, difatti, i mercati in cui si consoliderà questa stretta cooperazione ad attirare anche maggiori capitali da investire nel comparto turistico.  Più semplici normative per la creazione di nuovi impianti e aree già dotate di servizi di base efficienti saranno sempre di più, in questo settore, il combinato vincente.
E’ poi indispensabile che i paesi, per quanto riguarda le reti di trasporto, la grande logistica e le reti Web  operino in maggiore sinergia fra loro. Ciò vale soprattutto per le reti del trasporto aereo che sono poi quelle che, entro pochi anni, assorbiranno la maggior parte dei flussi turistici soprattutto di provenienza intercontinentale.
Che i mercati continuino a farsi la guerra su questo versante non è soltanto inutile ma anche dannoso per una promozione turistica che voglia essere di grande presa e di lungo respiro.
Nella competizione prevarrà poi chi saprà utilizzare queste reti nel modo più funzionale ed efficiente.
Terzo, bisogna cominciare a differenziare di più l’offerta. Preso atto della crescita esponenziale della domanda, penso che sia arrivato il momento di selezionare quella parte della domanda che può essere giudicata  più congeniale al tipo di bene o servizio che quello specifico mercato o quella specifica area del territorio sono in grado di offrire. Chi, ad esempio, ha cercato di potenziare il turismo di tipo congressuale coniugandolo insieme a  quello del turismo di massa ha ottenuto  scarsi risultati. Come il tipo di offerta che può essere più idoneo al turista cinese o coreano  non lo sarà mai abbastanza per il turista proveniente dai paesi del Nord Europa.
L’Italia, con il patrimonio di offerta di cui dispone, è in grado di selezionare dieci, cento, mille offerte differenziate e tutte in grado di soddisfare un particolare tipo di domanda. Ma perché ciò avvenga e porti ad una crescita dei volumi della domanda occorre una programmazione che sia assai più intensa e pianificata.
Quarto, occorre maggiore professionalità da parte degli addetti che operano all’interno delle strutture di accoglienza ed anche su questo si potrebbero trovare intese fra paesi per l’istituzione di corsi di adeguata specializzazione. Di una iniziativa del genere ne beneficerebbero tutti i mercati.
Come è vero che ci sono oggi, in questo settore, imprenditori assai capaci, ma è altrettanto vero che ce ne sono purtroppo anche altri  che non hanno ancora idee chiare su quali siano le esigenze di un turista.
Quinto, è indispensabile che soprattutto le piccole imprese che operano in questo settore si consorzino in modo da creare maggiori e assai più convenienti economie di scala per quanto riguarda sia il sistema degli approvvigionamenti e delle forniture che l’erogazione di una larga serie di servizi di supporto. Per  assumere l’identità di una vera industria il turismo deve sapersi dare strutture assai più salde e pianificate. E lo Stato ha oggi il dovere- non la facoltà ma proprio il dovere- di  programmare ogni forma di sostegno che potrà rivelarsi necessaria per il raggiungimento di questo obiettivo.
Si prospetta una congiuntura economica per nulla favorevole. E la cosa che più preoccupa è che nessuno sa ancora quanto essa potrà durare. E quanto essa potrà incidere negativamente su questo settore. In termini sia di risorse che di posti di lavoro Per questo, amici, penso che non ci sia nemmeno un minuto da perdere.
Dunque, diamoci da fare!
I miei migliori auguri di buon lavoro e di proficui risultati sul fronte turistico nel vostri Paesi.
Vi ringrazio ancora a nome mio e del governo italiano per averci onorati della vostra presenza a questo importante evento ed arrivederci a presto.