Nessuno può mettere in dubbio che il turismo sia una delle principali industrie dell’economia mondiale, così come lo è il fatto che ogni paese a vocazione turistica si regga molto sulle entrate valutarie e sull’occupazione che questo settore produce. Questo nostro Belpaese, che ha la fortuna di possedere il 70% del patrimonio culturale mondiale, incredibile a dirsi, non ha ancora sviluppato una politica che le consenta di far diventare il turismo la sua industria più importante. La nostra Penisola, l’abbiamo ripetuto all’infinito, è un museo a cielo aperto e anche il più piccolo dei nostri centri nasconde dei tesori che potrebbero offrire nuove occasioni per un turismo, sia culturale che di vacanza pura e semplice. Abbiamo tutto ciò che può generare un’occasione impedibile per diventare la destinazione numero 1 del mondo. Dalle città d’arte ai mari, dai monti ai laghi, dai parchi alle colline, dalle terme agli itinerari religiosi, dai percorsi enogastronomici a quelli sportivi, e ancora…eventi, mostre, musei straordinari ed unici. Quanti altri paesi possono vantare una varietà di segmenti turistici come quella che offre l’Italia? E allora, se siamo veramente intelligenti e sappiamo guardare oltre il nostro naso, perché non sviluppiamo, potenziamo, miglioriamo e promuoviamo questo comparto che , da solo, muove persone e miliardi di euro più di ogni altra industria?
Abbiamo a portata di mano la ‘pentola della cuccagna’ e non sappiamo colpirla nel modo giusto.
Ci riteniamo sempre i più intelligenti e i più furbi del mondo ma, in questo caso, siamo più che mai ottusi e miopi. Abbiamo la possibilità di attingere ad una cassa che può essere veramente sempre ricolma di valuta pregiata. E’ incredibile da credere, ma, in questi ultimi anni, siamo riusciti a farci superare per numero di turisti da altri Paesi che, pur essendo belli e interessanti, non possiedono ciò che immeritatamente ci ritroviamo nel nostro territorio.
Il turismo muove tante attività commerciali collaterali che ci risulta strano che non si pensi ad esso come ad una grossa industria. Ed è una classica industria formata da una catena di montaggio nella quale non sono solo gli operatori turistici e gli albergatori a beneficiare del movimento turistico.
C’è tutto un mondo di lavoro e di lavoratori dietro ogni turista, ma la gente comune e i nostri governanti (presenti e passati) sembra che non se ne accorgano. Dai mezzi di trasporto alle strutture alberghiere più economiche, dai ristoranti ai rent a car, dai bar ai mezzi pubblici, dai negozi di alimentari a quelli che vendono souvenir, dagli esercizi di abbigliamento a quelli delle calzature ecc…. sono milioni le persone che, direttamente e indirettamente, incassano soldi e con queste entrate ci arrivano fino alla fine del mese.
Milioni di persone e tanti posti di lavoro non possono essere ignorati, ed è più che mai necessario che, chi di dovere, si attivi affinché le attività turistiche vengano considerate alla stregua di quelle collegate alle industrie automobilistiche, che sono ritenute le più importanti in Italia.
Da quanto tempo sentiamo parlare della crisi del comparto automobilistico e della possibilità che circa 60mila posti di lavoro sono a rischio? Ogni sera, assieme a ciò che mangiamo,
mandiamo giù le catastrofiche notizie sulla pesante crisi del settore dell’automobile, ma di ciò che accade nel settore turistico, e delle migliaia di posti a rischio, non se ne parla affatto.
Purtroppo dobbiamo sempre constatare che noi siamo come “il 2 di coppe quando regna bastoni” – per dirla in maniera terra terra da giocatori di briscola – ovvero non contiamo niente.
Abbiamo forse una famiglia importante alle spalle o un sindacato in grado di mobilitare le masse? No, in effetti continuiamo ad essere una categoria di gente silenziosa che riesce ad avere un po’ di visibilità solo quando viene screditata dai mezzi di informazione.
E se invece di organizzare convegni e presenziare a quelli organizzati da altri, i rappresentanti delle associazioni di categoria e del Governo stesso, acquistassero coscienza della china pericolosa che sta prendendo il settore e, in maniera congiunta, iniziassero a concretizzare qualche azione per ridare respiro al turismo? In tanti anni, mi dispiace dirlo, ho sentito sempre tante belle parole ma, alla prova dei fatti, le conclusioni sono quelle che poi abbiamo sotto gli occhi.
Liliana Comandè
Liliana Comandè
Il Turismo in Italia, una bella industria invisibile…
Gentile Signora,
il turismo non é un’industria, ed infatti, da Governo Regioni Province Comuni… non viene trattato con lo stesso riguardo riservato all’industria.
Per favore la si smetta una volta e per tutte di parlare di industria perché, per fortuna, il turismo non appartiene a tale categoria.
Cordiali Saluti
Ombretta PEPE
In data 20 febbraio 2009 sul sito di Federalberghi http://www.federalberghi.it/notizia1.asp?id=5667 compare la nuova dichiarazione di Bernabò Bocca Presidente Confturismo-Confcommercio-Federalberghi in merito all’occupazione nel compartimento turistico che a causa della grave flessione produrrà nel 2009 una perdita di circa 100.000 impiegati a cui vanno aggiunti 50.000 occupanti dell’indotto; portando il totale a circa 150.000 lavoratori.
Questi dati derivano dalla preventiva chiusura ( da 8.000 a 13.000 unità) di piccole-medio imprese del settore in sentore di fallimento, in maggioranza a conduzione familiare, cui vanno sommate eventuali ricadute sull’agro-alimentare e sul Made in Italy (moda e commercio). Come dire; proprio un bel canovaccio.
La soluzione del Presidente, in collaborazione con il Sottosegretario con delega al turismo Michela Brambilla, è quella di incentivare l’offerta con i 5 mln di euro istituiti per l’adozione di un bonus commisurato al reddito familiare per i connazionali che faranno vacanze in Italia (circa 20.000), al fine di spingere la domanda e salvaguardare l’offerta. Come a dire; tutto risolto?
Come già accennato in una mia precedente questi bonus sono stati copiati dalla Francia dove però, per contribuire all’innalzamento dei turisti locali nella nazione, sono stati stanziati ben 908 mln di euro che hanno prodotto il 5% in più delle presenze. Ora, calcolando che l’impegno monetario italiano erogato è circa una duecentesima parte di quello francese e che le presenze turistiche in quel territorio sono pressoché doppie delle nostre, si avrà un incremento delle presenze pari a 0,0125.
Cose da pazzi?
Fonte : http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/
Il Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo, con il Decreto del 21 ottobre 2008, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’11 febbraio 2009, ha stabilito che la classificazione degli alberghi non sarà più affidata a norme regionali, ma a nuovi parametri nazionali che determineranno il numero di stelle delle strutture ricettive italiane.
Ricordiamo questa parole “la classificazione degli alberghi non sarà più affidata a norme regionali, ma a nuovi parametri nazionali”, più avanti ne capiremo il perché e facciamo un salto all’indietro, vale a dire a quel lontano1983, anno dell’ultima classificazione alberghiera italiana. Da un attento esame scopriremo che, a livello mondiale, solo Burundi, Ghana, Nigeria e il Pakistan hanno leggi di classificazione alberghiera più antiquate, pertanto nazioni come Burkina Faso, Angola, Gabon, Uganda e l’altra totalità degli stati del globo hanno ovviamente leggi più recenti, anzi avevano, perché dall’11 febbraio 2009 tra l’eccitazione generale da parte degli operatori e dei consumatori del settore, il sottosegretario con delega al Turismo, Michela Vittoria Brambilla ridefinisce la classificazione degli alberghi in base alle stelle, entusiasmo che però dura poco, solo il tempo di dare un primo piccolo sguardo. Infatti scorrendo il testo si incontra l’art. 3 che cita: Gli standard minimi di cui al presente provvedimento sono definiti in relazione all’apertura di nuovi alberghi o alla ristrutturazione di quelli esistenti…mentre più avanti…per gli alberghi già esistenti, per i quali e’ comunque escluso l’obbligo di adeguamento ai requisiti strutturali (?)(?)(?).
In definitiva si evince che saranno soggetti a questa direttiva solamente gli alberghi nuovi e quelli già ristrutturati (?), da fonte dell’Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori di Firenze (ADUC).
Quanti altri alberghi potranno essere costruiti considerando che in base alla popolazione residente siamo la nazione che ha più posti letto del mondo; 1 camera ogni 56 abitanti mentre gli USA, che sono secondi, ne hanno 1 ogni 61 abitanti? O per esempio la Francia che pur disponendo di circa la metà dei nostri alberghi fattura il doppio? Boh, misteri!
Vediamo ora l’art. 6 che riporta testualmente: Al fine di accrescere la competitività promozionale e commerciale internazionale e di garantire il massimo livello di tutela del turista, viene istituito ed introdotto, su base nazionale, un sistema di rating, associabile alle stelle, che consenta la misurazione e la valutazione della qualità del servizio reso ai clienti. A tale sistema aderiscono, su base volontaria, i singoli alberghi. SU BASE VOLONTARIA?
Infine agli art. 7 e 8: Con apposito atto emanato dal Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo d’intesa con le Regioni (?)…in raccordo con le associazioni dei consumatori e di categoria, vengono definiti i parametri di misurazione e valutazione della qualità del servizio turistico nonché individuati i criteri e le modalità per l’attuazione dei precedenti articoli 6 e 7. Ricordate le parole “la classificazione degli alberghi non sarà più affidata a norme regionali, ma a nuovi parametri nazionali”, scritta nell’intestazione del decreto della Gazzetta ufficiale?
Ebbene, adesso non valgono già più. Da pagina 1 a pagina 7 è tutto cambiato, o sbaglio?
Probabilmente si torna indietro e cioè a quando quotidianamente enunciavano di cercare di avere un’offerta univoca e facilmente intelligibile sul territorio nazionale e in linea con le classificazioni simili in altri Paesi d’Europa e del mondo. Dichiaravano che non era possibile, per esempio, che tra un albergo a due stelle di Trapani, ci fosse un abisso rispetto ad altrettante stelle a Rimini o a Bolzano, non solo nella qualità, ma anche nel prezzo.
Si, dichiaravano.
Avremo così ancora 20 regioni rappresentate alle varie Bit italiane ed estere con la conseguente moltiplicazione per 20 delle spese. Lotte fratricide per accaparrarsi le metrature maggiori nelle varie esposizioni internazionali, e tanto altro di veramente bello e sicuramente produttivo.
A questo punto stavo cestinando il tutto quando lo sguardo mi cade sugli standard minimi dei servizi e delle dotazioni per la classificazione degli alberghi, 12 pagine per tutte le cinque suddivisioni delle famose stelle, quando alla pag. 8…
Alberghi a 4 stelle
Servizio di ricevimento: obbligo 16 ore su 24
Portineria: obbligo Portiere notturno
Mi risulta impossibile pensare che queste 12 pagine scritte, pensate, studiate e discusse per ben 9 mesi da associazioni, istituzioni, federazioni, tecnici, sindacati, esperti, politici, commissioni parlamentari e chi più ne ha più ne metta, visionate da centinaia o addirittura migliaia di occhi, a cui nessuno sia venuto in mente che il portiere notturno, detto anche segretario di ricevimento, e ripeto ricevimento, secondo la UIPA (Unione Italiana Portieri d’Albergo), che come quello diurno, lavora alla reception e quindi bastava mettere: obbligo 24 su 24?
Incuriosito vado a dare un’occhiata alla pagina dopo, la 9 e…
Alberghi a 5 stelle
Servizio di ricevimento: obbligo 24 ore su 24
Portineria: obbligo Portiere notturno
Come volevasi dimostrare; qui per qualcuno (quelli sopra citati) il giorno dura 32 ore (night manager o night auditor, chi sono?); è questa la loro decantata qualità? E’ tardi, cestino il tutto definitivamente e buona notte Italia.
Luciano Ardoino
Fonte: http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/
Hanno scoperto la Merica
Una piccola premessa; queste elementari considerazioni sono dovute al fatto che da molti lustri siamo sommersi dalla decantata ricerca del rapporto qualità/prezzo, cosa di cui sono assolutamente d’accordo; ma considerato che su quest’ultimo non si può granchè intervenire a causa delle leggi e tasse nazionali, comunali, provinciali e regionali, credo non resti che prestare la massima attenzione possibile al miglioramento della qualità.
Il risultato ottenuto da questo documento però, a personale opinabile giudizio, non ne attesta alcuna possibile miglioria ma un infantile tentativo di nonsisabenechecosa. O forse si sa, comunque…
Gli alberghi hanno notoriamente varie dimensioni, da aree stringate fino a spazi chilometrici ma comunemente le camere occupano circa l’85% della superficie totale; scende invece al 65% per quelli che dispongono di ampie aree esterne mentre la prevalenza delle camere è della tipologia (camera doppia) che occupa una superficie che varia in media dai 16 ai 43 m2 (3*, 4* e 5*); l’ottimizzazione per le altre aree alberghiere, per definire un elevato standard di qualità, dovranno essere proporzionate al numero di camere, in particolare:
hall e aree di ingresso, 1,2 mq per camera;
zona ricezione, 0,3 mq per camera;
zona ufficio principale, 0,5 mq per camera;
area cibo e bevande, 2,5 mq per camera;
aree comuni, 3 mq per camera;
zone per il personale, 1 mq per camera;
zona di servizio e impianti, 2 mq per camera.
Tali dati sono internazionalmente riconosciuti ma di questo negli standard minimi non c’è menzione né tantomeno paragone; infatti le metrature richieste distano notevolmente dai parametri sopra citati. Il decreto appena varato per i parametri atti ad aumentare la qualità delle nuove costruzioni alberghiere portano inoltre ad un’altra considerazione; nel 1997 gli alberghi in Italia erano 33.828 mentre quelli al 2007 sono 34.058, con una differenza di sole 130 unità in 10 anni.
Ma veniamo ad alcune analisi degli standard minimi; come già detto in un precedente post, in questi non vi è alcun richiamo per quanto riguarda l’accesso e lo spostamento dei disabili, si presume e spera che detti vadano probabilmente sotto la responsabilità delle ASL regionali… forse perché i disabili sono differenti da regione a regione?
Negli alberghi 1*
Il servizio di trasporto bagagli dovrà essere assicurato a mezzo carrello
Che utilizzo avrà il carrello quando tra l’ingresso e la reception di questa categoria vi sono al massimo pochissimi metri e non dispongono di ascensore, forse per fare le scale? E’ il carrello il salto di qualità?
Radio nelle camere?
Nonostante queste siano definite metrature standard minime non c’è nessun accenno alle dimensioni della sala ristorante o colazione che però è elencata nel decreto.
Alberghi 3*
Richiesta di almeno una lingua estera
Credo che neanche nello Zinbabwe sia richiesta una sola lingua straniera per un 3*
Aria condizionata Non richiesta.
Alberghi 4*
Servizio di ricevimento assicurato 16 ore su 24 con obbligo portiere notturno
16 ore più il portiere notturno portano il totale a 24 ore su 24; il portiere notturno notoriamente lavora al ricevimento.
Frigo bar nelle camere
Dotazione minima per frigo bar, assente.
Servizio di trasporto bagagli negli orari in cui è garantito il ricevimento
In qualsiasi 4* internazionale il trasporto bagagli viene effettuato sempre, anche dal night manager in caso di disponibilità o necessità.
Richiesta di almeno due lingue estere
Come sopra riferito questa volta al Burkina Faso
Alberghi 5*
Servizio di ricevimento 24 ore su 24 con obbligo portiere notturno
Il servizio di ricevimento di 24 ore su 24 è già inclusivo di portiere notturno; così come descritto portano il totale a 32 ore giornaliere.
Frigo bar nelle camere
Come sopra
Servizio di lavaggio e stiratura biancheria ospiti con consegna in giornata
Solo in caso di lavanderia interna alla residenza si può avere sempre questo servizio altrimenti bisogna edificare in prossimità di lavanderie.
Alberghi 5*L
Non c’è menzione.
Se poi qualcuno volesse ancora approfondire consiglio la lettura della proposta di legge effettuata nel 1997 (dieci anni fa) in merito alla modifica all’articolo 4 del regolamento recante norme per le migliorie igieniche negli alberghi, approvato con regio decreto 24 maggio 1925, n. 1102 (2467). (Parere della VIII e della XI Commissione) per opera di Cascio e Pezzoli.
Nei commenti del post vi è ampia descrizione ad opera di Nicolò (pseudonimo: il violinista) a dimostrazione che queste metrature erano in parte già state definite anche se con casuali diverse; norme per le migliorie igieniche.
Ho inserito di seguito il collegamento con gli standard minimi della Cina che rappresenta l’ultima nazione che si è recentemente affacciata prepotentemente nell’ambito turistico.
A voi il giudizio di differenziazione con la nostra, io non aggiungo altro.
http://www.mapsguides.com/h/china_accommodation_hotels_hostels_apartment_lodge_cheap_en.php
Luciano Ardoino
Fonte: http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/
P.S.: L’America è un’altra cosa, almeno turisticamente parlando!