I recentissimi dati di Eurobarometro, mentre fotografano un continente di vacanzieri (il 71% dei cittadini europei lo fa almeno una volta l’anno) confermano la tendenza generale alla riduzione di durata delle vacanze principali e alla frammentazione in tanti periodi durante tutto il corso dell’anno.
La graduatoria mette il luce in modo netto le differenze nelle vacanze tra i diversi paesi: si va infatti dall’88% degli Svedesi al 45% degli Ungheresi. I tedeschi, vacanzieri per antonomasia, si piazzano al nono posto con il 77%, mentre i tanto vituperati Romeni hanno già girato la boa, con il 51%.
Confermando una valutazione già diffusa tra gli addetti ai lavori, gli Italiani che fanno almeno un vacanza l’anno sono stati nel 2008 ben più della metà: i due terzi, per la precisione.
Ma nelle microvacanze i Finlandesi sono imbattibili: il 75% ne ha fatta almeno una nel 2008, prima degli Svedesi (70%), e ben al di sopra delle media continentale, che si assesta comunque al 48%. Nel complesso, quindi, sono molti di più gli Europei che fanno anche -o soltanto- vacanze brevi (fino a 3 notti fuori casa) di quanti fanno solo vacanze “lunghe” (19%).
Ed è una tendenza generale, che taglia trasversalmente le nazioni concentrandosi nella popolazione europea con i più alti livelli di istruzione (60%), lavoratori autonomi ed impiegati (entrambi con il 57%) di età giovane-adulta (il massimo si ha nella classe 25-39 anni), con forte peso delle aree metropolitane (53%).
Da notare inoltre che la frantumazione del consumo turistico diventa un comportamento costante, ripetitivo, una abitudine: infatti ben il 16% dei microvacanzieri ne fa oltre 5 l’anno.
In conclusione, un dato congiunturale tutt’altro che negativo: il 51% dei cittadini europei ha dichiarato di aver fatto più microvacanze che nel 2007, il 22% una quantità uguale: un totale del 73% di consumatori conquistati e fedeli, quando non addirittura entusiasti, della nuova formula che oramai è diventata tendenza.
Tanto da evolversi addirittura verso le nano-vacanze (nano-breaks), modalità che inizia ad essere registrata sempre più frequentemente dalle imprese alberghiere delle grandi città europee, come illustrato nel più recente studio pubblicato sulla webzine www. turismoeterritorio.com.