Dopo la recente pioggia di stelle Michelin – ben 13 stelle distribuite su 12 ristoranti – Copenaghen torna a far parlare di se come indiscussa regina della gastronomia in Scandinavia. Il ristorante Noma è, infatti, stato eletto il migliore del mondo nella classifica stilata dalla rivista specializzata britannica Restaurant Magazine che, in partnership con l’italiana S. Pellegrino, ogni anno pubblica una graduatoria dei primi 50 ristoranti del mondo sulla base delle valutazioni di 800 esperti internazionali di gastronomia.

La stella più luminosa nel panorama culinario della capitale, è guidata dallo chef 32enne René Redzepi il quale, dopo varie esperienze in alcuni dei migliori ristoranti del mondo (tra i quali l’ex primo in classifica El Bulli di Ferran Adrià), è tornato a Copenaghen dove si è specializzato in un nuovo genere di cucina nordica, fondendo le più esilaranti tecniche contemporanee con l’utilizzo dei migliori prodotti del Nord Europa provenienti fin dall’Islanda, dalle Isole Faroe e dalla Groenlandia. Un mix di successo che ha portato Redzepi e il Noma all’assegnazione della prima stella Michelin nel 2005, seguita da una seconda nel 2007 fino alla consacrazione lo scorso 26 aprile a miglior ristorante del mondo.

Per la trasmissione gratuita del video correlato a questa notizia, siete invitati a visitare il sito www.thenewsmarket.com/denmark. È necessario registrarsi al sito. Nel caso aveste domande in merito vi prego di mandare un’email (in inglese) a [email protected]

A Copenaghen non è, però solo la gastronomia ad essere acclamata, nella capitale del design scandinavo giovedì 1 luglio 2010 il Radisson Blu Royal di Copenaghen, il capolavoro del maestro Arne Jacobsen, celebrerà con stile il suo 50esimo anniversario come primo design hotel al mondo. Una persona in particolare è molto orgogliosa di poter partecipare alla celebrazione, Roy Kappenberger, l’attuale direttore dell’albergo e figlio del primo direttore del Royal Alberto Kappenberger, che è nato e cresciuto e deve il suo nome al celebre hotel. “Un enorme parco giochi con 22 piani da esplorare”, così Roy definisce l’albergo dove iniziò come facchino fino a diventarne il direttore nel 2008, tornando a gestire la casa della sua infanzia.

Arne Jacobsen, che non si era mai occupato del design di hotel prima di essere contattato dalla SAS nel 1956, desiderava che l’edificio del Royal Hotel apparisse come una struttura molto leggera. L’area di costruzione, così vicina ai bellissimi Giardini Tivoli, era molto delicata e l’architetto non voleva che l’altezza e la massa dell’edificio stesso potessero sovrastare le costruzioni circostanti. Arne Jacobsen riuscì con successo a integrare una costruzione totalmente moderna e rivoluzionaria nel cuore classico di Copenaghen.

Alcune delle più famose opere di design di arredamento di Arne Jacobsen furono create appositamente per il Royal. Ogni anno nel mondo sono vendute migliaia dei suoi modelli  “Swan” e “Egg” e le celebri sedute rappresentano una costante in camere d’albergo, sale riunioni e nelle sale d’attesa di prima classe negli aeroporti di tutto il mondo.

Lo stile moderno e funzionalista che pervade l’intero edificio ha reso il Royal Hotel una vera attrazione, di cui la famosa stanza “606” è la punta di diamante. Ogni settimana qualcuno chiede di potervi soggiornare, desideroso di toccare con mano la stanza che conserva intatti fin nei minimi dettagli gli interni decretati da Arne Jacobsen, dai pannelli sui muri, le lampade, il letto e ovviamente le sedie.

Al 20° piano dell’edificio si trova il ristorante gourmet Alberto K, che prende il nome dal leggendario primo direttore Alberto Kappenberger. Con la sua vista sui tetti di Copenaghen e la moderna cucina da gustare ovviamente con le posate disegnate appositamente da Jacobsen, il cui design futuristico ispirò persino il regista Stanley Kubrick tanto da utilizzarle nel suo film “2001 – Odissea dallo spazio”, Albeto K è il luogo ideale per gustare a pieno l’ottima gastronomia della capitale.

Arne Jacobsen fu uno degli architetti più importanti e influenti del secondo dopoguerra e anche uno dei designer mondiali più importanti. Il Royal Hotel fu tra le pietre miliari della sua carriera e ottenne riconoscimenti internazionali, non solo per l’architettura, ma anche per gli oggetti e gli arredi progettati per gli interni.

La Danimarca non è però solo patria dei fondatori del design, ma anche fucina di nuovi e giovani designer che si fanno strada sulla scena internazionale. Negli ultimi decenni svariati volumi dedicati e articoli di giornale hanno celebrato il design danese, confermando volta su volta il ruolo dei danesi come leader nel panorama del design mondiale. Una visita nella capitale danese vi permetterà di trovare l’essenza del design danese, ovvero semplicità senza tempo, qualità dei materiali e funzionalità.