Testo e foto di Antonella Pino d’Astore

Nome di origine celtica, Berghèm significa città sul monte. Gli antichi romani cinsero la città di mura fortificate: Bergamo, sovrastando le colline, incuteva terrore come roccaforte in difesa dei confini dell’impero. Così apparve a Renzo Tramaglino, quando nel 1629 varcò le sponde dell’Adda: Bergamo sul monte, illuminata dai bagliori biancastri della luna.

Facendo un passo in dietro, la città bergamasca, sotto il dominio di Venezia, visse alcuni secoli di ricchezza sociale, politica e culturale. La Serenissima trasferì su Bergamo uno stile di vita improntato su colori, musica, ricchezza artistica. Il cuore antico palpita nella Piazza Vecchia, spazio rinascimentale ricavato nel XV secolo dall’antico spazio delle botteghe medioevali sul quale si affacciano il Palazzo della Ragione, la Biblioteca Civica e Piazza Duomo.

Nella piazza svetta la Torre dell’Orologio, i cui rintocchi sono molto amati dai bergamaschi perché ricordano epoche in cui le ore non erano scandite dalla tecnologia. Tra le cento e più torri che spiccano nel profilo di Bergamo, una tra le tante incuriosisce: la Torre degli Evasori, vicino a Porta San Alessandro, comoda dimora per chi non pagava le tasse.

Tra porticati e archi come merletti preziosi, splendono le facciate della basilica di Santa Maria Maggiore e l’elegante Cappella Colleoni, uno degli episodi più alti del rinascimento lombardo. Bergamo alta si raggiunge comodamente con la funicolare, in funzione dal 1887. Un secondo tratto, aperto nel 1912, arriva al colle di San Vigilio, con il castello, da cui si gode un magnifico panorama di Bergamo e della pianura. Ammirando le strette vie medioevali, le piazze e i palazzi rinascimentali, le basiliche e le cappelle ricche di testimonianze artistiche, si comprende perché pensando a Bergamo, Le Corbusier disse: ”Non si può toccare nemmeno una pietra, sarebbe un delitto”.

Se la città alta è il cuore medioevale, la città bassa è lo sguardo verso l’Europa: moderna, dinamica e commerciale, gioiello artistico, meta di turismo culturale italiano e straniero. Bergamo bassa permette piacevoli passeggiate all’insegna dello shopping affiancato da interessanti visite culturali. Dopo la visita al Teatro Donizetti, dedicato al grande compositore bergamasco, tappa irrinunciabile è l’Accademia Carrara, pinacoteca fondata nel 1795 e considerata una delle più ricche raccolte museali d’Italia, dove si possono ammirare dipinti delle scuole bergamasca, lombarda e veneta come quelli del Lotto, Moroni, Baschenis, Ceresa. Agli stessi pittori sono ispirate le opere contemporanee di Mariella Bettineschi: particolari di charme e personalità che caratterizzano l’Hotel Mercure, Palazzo Dolci, a un km dalla medioevale Città Alta. Tra il ricco patrimonio archeologico, storico e naturalistico echeggiano le note e s’illuminano i colori d’importanti appuntamenti teatrali e musicali: lirica, prosa, jazz, piano. Bergamo, “città bella come poche al mondo”, è entrata a far parte delle mete consigliate da tutti i principali operatori turistici internazionali. La sua posizione centrale in territorio lombardo e gli oltre ottanta collegamenti giornalieri con l’aeroporto internazionale Orio Al Serio, ne fanno un punto di partenza ideale per raggiungere le principali città europee e le attrazioni della Lombardia. 

Bergamo è anche e soprattutto buona cucina e buon vino. La regina della tavola bergamasca è sicuramente la polenta gialla, accompagnata da insaccati, carne e selvaggina. Tra i primi piatti trionfano i “casonsei” ravioli conditi con burro fuso, salvia e pancetta. Al ristorante “Ol Giopì e la Margì” non mancheranno tutte queste prelibatezze accompagnate dai vini D.O.C. bergamaschi: il Valcalepio bianco per aperitivi o piatti leggeri, il Valcalepio rosso formaggi, carni rosse e polenta, il Moscato di Scanzo, vino da dessert.