Testo di Angelo Sessa, foto di Liliana Comandè.

La Malesia è uno scrigno pronto ad aprirsi ai visitatori per mostrare le sue perle più belle: grandi montagne e fiumi, idilliache isole tropicali, spiagge costeggiate da palme ed enormi distese di foreste rendono il paese di una bellezza senza confini supportata da una straordinaria proliferazione di specie animali e vegetali  uniche al mondo.

 Per molti secoli le meravigliose terre della Malesia hanno condotto sulle sue coste mercanti, viaggiatori, invasori e colonizzatori, tutti in cerca delle sue “favolose” ricchezze. Con ogni nuovo arrivo, il “melting-pot” della popolazione e della cultura malese ne è stata ulteriormente arricchita.

Le tribù nomadi delle foreste pluviali, gli artigiani locali, pescatori e contadini delle campagne, gli astuti negozianti e le dinamiche comunità degli affari delle città moderne vivono le loro differenti vite, condividendo le loro differenti e varie culture e religioni con semplicità ed armonia in un’unica affascinante mescolanza.

La diversità dell’eredità culturale malese è eguagliata da quella dei suoi paesaggi. Grandi montagne e fiumi, le idilliache isole tropicali, le spiagge costeggiate da palme e le enormi distese di foreste rendono il paese di una bellezza senza confini supportata da una straordinaria proliferazione di specie animali e vegetali  uniche al mondo. 

Situata nel cuore del sud-est asiatico, la Malesia abbraccia oltre 330 mila chilometri quadrati di foreste tropicali, spiagge ricoperte di palme e catene di austere montagne. Essa comprende la penisola di Malay (anticamente conosciuta come Malaya) – l’estremità più meridionale del continente asiatico – e gli stati di Sabah e Sarawak nel Borneo, spesso descritti come Malesia Orientale.

La Malesia oggi è una delle “tigri economiche” del sud-est asiatico, molti villaggi hanno adesso l’elettricità, l’acqua corrente ed internet e la disoccupazione è al suo minimo storico.

La congiunzione tra passato e futuro, tra modernità e natura incontaminata è rappresentata dalla capitale Kuala Lumpur, dove i grattacieli sovrastano una prosperosa metropoli, emergendo tra i parchi dalla vegetazione lussureggiante. Ma nonostante tutti questi cambiamenti, la Malesia conserva ancora le sue bellezze naturali alle quali si aggiunge il vantaggio di una popolazione varia, multiculturale ed ospitale.

Il Borneo

 Come nelle altre nazioni emergenti, molti stili di vita tradizionali si sono trasformati per sempre sulla scia del progresso, ma la “Malesia Orientale” rimane ancora una delle “ultime frontiere” del pianeta. Appena fuori dalle città nate per lo sfruttamento del petrolio non è troppo difficile trovare l’antico Borneo, dove i fiumi ancora scorrono attraverso le più antiche foreste pluviali del mondo.

 

 

Lo Stato di Sabah

 

Conosciuta come “The land below the wind”, poiché si trova a sud dell’area monsonica, Sabah è la regione della più alta montagna della Malesia, il Kinabalu, di spettacolari parchi nazionali e marini, un affascinante riserva per Orang-utan e una popolazione multietnica.

Kota Kinabalu, la capitale offre poco dal punto di vista storico, essendo stata rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale. Da allora KK (come viene chiamata dai suoi abitanti) si è sviluppata in una fiorente città moderna.

Luoghi di interesse includono il museo e la moschea. Quest’ultima, completata nel 1975 è la seconda per grandezza in Malesia e rappresenta un importante esempio dell’architettura islamica contemporanea.

Il museo, progettato per ricostruire le forme di una longhouse, contiene reperti storici ed archeologici oltre a ceramiche e settori dedicati all’etnologia e alla storia naturale della regione.

Ma la città costituisce soprattutto una piacevole residenza dalla quale partire all’esplorazione delle bellezze dell’intero Stato di Sabah. Si comincia dal mare.

Poco distante dalla costa, infatti, si trovano le cinque isole che formano il Parco di Tunku Abdul Rahman, dove ci si può immergere per esplorare la barriera corallina e nuotare circondati da pesci tropicali.

La foresta pluviale circonda le bianche spiagge che rimandando ai vecchi racconti di pirati e bucanieri e dove è facile imbattersi nelle scimmie mangiatrici di granchi e in grossi varani.

Il monte Kinabalu ed i suoi parchi

 

Il monte Kinabalu, il più alto della Malesia, domina gran parte del paesaggio nel nord dello stato di Sabah e con la sua altezza di 4101 metri.

 La montagna prende il nome della popolazione indigena dei Kadazan per i quali Kinabalu è “il venerato luogo dei morti”ed il suo significato spirituale è facilmente comprensibile da chiunque abbia il privilegio di osservare la sua imponente cima.

Il percorso che porta alla vetta conduce gli arrampicatori attraverso una serie di differenti ecosistemi: dalla densa foresta pluviale di montagna ad un’arena naturale ricoperta di muschio e avvolta tra le nuvole, fino alle piante bonsai delle zone più alte per finire nel grande plateau in granito.

I viaggiatori meno avventurosi possono esplorare i percorsi che si snodano intorno alle strutture ricettive del parco per ammirare specie di piante e fiori che sono uniche al mondo, come orchidee e felci e rilassarsi nel clima fresco ed ombreggiato.

A pochi chilometri dal quartier generale si trova la stazione di acque termali di Poring Hot Springs dove è possibile avventurarsi nella foresta, attraversare ponti di corde sospesi a oltre 40 metri di altezza per poi concedersi un rilassante bagno nelle vasche di acque sulfuree.

Sandakan e l’incontro con gli Orang-utan

 

Attraversando la catena montuosa del Kinabalu, nei pressi della città di Sandakan si arriva alla riserva della foresta di Sepilok dove gli Orang-utan, salvati dalla cattività o dai cacciatori di frodo, sono riabilitati e quindi, dopo un lungo processo, vengono rilasciati nella foresta selvaggia.

Gli Orang-utan si trovano ormai solo nelle foreste del Borneo e di Sumatra.

Negli ultimi anni il loro numero è sceso drasticamente a causa della deforestazione a vantaggio delle coltivazioni che riducono il loro habitat naturale.

Una stima fissa in solo 15.000 gli esemplari ancora viventi allo stato selvatico e senza una seria politica di conservazione e tutela questi affascinanti “cugini” della specie umana potrebbero estinguersi rapidamente.

La riserva, iniziata nel 1964, e stanziata su una superficie di 43 km quadrati, ha lo scopo di aiutare gli Orang-utan orfani ad imparare a sopravvivere in natura. Finora il centro ha riabilitato e reintrodotto nella foresta oltre 200 giovani esemplari. La cosa più importante da insegnare è la capacità di arrampicarsi e muoversi tra gli alberi, dove questi animali passano gran parte della loro vita.

Alcune di questi esemplari sono cresciuti a così stretto contatto con gli uomini che rifiutano di abbandonare il centro. Osservare questi affascinanti ed istrionici mammiferi durante l’ora del pasto è un’esperienza da ricordare.

Al ritorno da questo affascinante incontro c’è il tempo per una visita alla città di Sandakan, con il suo Central Market, il più grande mercato ittico dello stato di Sabah.

Un’escursione al tempio buddista di Puu Jih Shih, completato nel 1987, consente una visione di tutta la Baia sottostante. Il tempio ornato con stravaganza e avvolto dalla fragranza degli incensi è uno sfavillare di colori rosso ed oro, con colonne decorate da dragoni, statue dorate di Buddha e centinaia di luccicanti lucerne.

Lo Stato del Sarawak e Sibu

 

Il Sarawak, situato anche esso nel nord del Borneo, è lo stato più grande della Malesia. Il Sarawak possiede una pianura costiera paludosa, un entroterra di colline e montagne ricoperte da una fitta jungla. Le pianure sono attraversate da una rete di larghi fiumi che costituiscono le principali arterie di comunicazione.

Alla metà del 19° secolo, Charles Darwin descrisse la regione come “una grande selvaggia, disordinata, lussureggiante serra, creata dalla natura stessa”.

Il Sarawak è il grande deposito naturale della Malesia, dove poco più di mezzo secolo fa grandi fasce di foresta erano largamente inesplorate e dove i gruppi tribali, comunemente conosciuti come i Dayak si avventuravano giù per i fiumi dall’entroterra per scambiare i prodotti della foresta, l’avorio degli hornbill e il legno pregiato.

Ancora oggi, le grandi foreste, sebbene ridotte dalla rapace industria del legname, rimangono ancora tra le più ricche di specie animali e vegetali del pianeta.

Sibu, città in forte espansione, situata sul fiume Rajang, la più lunga via d’acqua della Malesia deve la sua esistenza all’industria del legname. Lungo il fiume sorge la pagoda a sette piani, adiacente al tempio buddista di Tua Pek Kong. Salire su di essa all’imbrunire, quando i suoi tetti si illuminano di luci suggestive, consente una vista del fiume con i suoi battelli e le sue attività oltre che della graziosa città al tramonto.

La sera, una visita al mercato offre l’idea della vasta offerta gastronomica tipica di questa regione.

Lasciata la città e percorsi pochi chilometri, ai margini della foresta, si incontrano le longhouse. Questi veri e propri condomini della jungla, sviluppati in senso orizzontale, possono contenere fino a 30 famiglie, ognuna delle quali vive nella propria abitazione ma condivide con gli altri spazi comuni come il ruai, o galleria, che costituisce il centro della vita comunitaria dove si svolgono il lavoro e le attività sociali e dove vengono accolti i visitatori con bevande e cibi locali.

Collegato alla ruai si trova il tanju, una veranda aperta che percorre l’intera lunghezza della costruzione e dove vengono messi ad essiccare riso, pepe ed altri prodotti dell’agricoltura. 

Kuala Lumpur

Kuala Lumpur, la capitale della Malesia, è il più giovane dei centri di sviluppo del sud-est asiatico ed anche la più spettacolare. Nel corso dell’ultimo decennio il suo paesaggio è mutato continuamente con il completamento di alcuni progetti ambiziosi, incluso il centro della città dominato dalle torri Petronas.

La moderna architettura ha travolto Kuala Lumpur (detta anche KL) ed è diventata il maggiore elemento nello sviluppo della moderna Malesia.

Le Petronas Twin Towers illuminano la notte formando un maestoso punto di riferimento visibile per molti chilometri. Completata nel 1997, le due torri di 88 piani, collegate tra di loro da un ponte aereo all’altezza del 41 e 42 piano, sono tra le più alte costruzioni del mondo e con i loro 452 metri di altezza dominano il centro commerciale della capitale malese.

La pianta riprende un modello geometrico comune all’eredità culturale islamica, formata da due quadrati ruotati e sovrapposti che simboleggiano l’unità, l’armonia, la stabilità e la razionalità – tutti principi importanti per l’Islam.

Subito dopo la loro realizzazione anche il cinema ha reso omaggio al loro imponente fascino facendone teatro, nel 1999, di scene mozzafiato nel film holliwoodiano “The Entrapment” con Sean Connery e Catherine Zeta Jones. Passeggiare di notte nel parco che le circonda è un’esperienza suggestiva.

Sullo sfondo, dietro le torri, appare un’altro simbolo della città, che con la sua figura ed i suoi 421 metri di altezza domina il paesaggio, si tratta della Torre Menara, la quarta più alta torre per le comunicazioni del mondo. Da un ponte di osservazione posto all’altezza di 276 metri è possibile avere una visione unica della città di Kuala Lumpur.

Ma nonostante il suo costruire frenetico ed i rapidi mutamenti, rimangono ancora importanti edifici a testimoniare il passato di questa grande città, che cominciò come un insediamento minerario solo 150 anni fa sulle rive del fangoso estuario che ha dato alla città il suo nome (Kuala Lumpur significa, infatti, “confluenza fangosa”). 

La storia restituisce alla città alcune splendide costruzione dell’epoca coloniale come la stazione ferroviaria e la splendida costruzione in stile moresco del palazzo del Sultano Abdul Samad, sede oggi dell’Alta Corte, con le sue scintillanti cupole di rame e l’orologio centrale. L’edificio, che si trova in Merdeka Square (Piazza dell’Indipendenza) è fronteggiato dal vecchio campo da cricket dell’epoca della dominazione britannica è ora luogo di ritrovo per feste e celebrazioni.

La Stazione Ferroviaria, costruita nel 1911, assomiglia più ad una moschea con le sue eleganti bianche costruzioni dominate da cupole e minareti. Al di là delle forme islamiche esteriori, l’edificio ricorda le stazioni ferroviarie in vetro e ferro costruite in Inghilterra durante l’epoca vittoriana. Gli interni ora includono ristoranti dall’arredamento particolare e bancarelle di souvenir.

Ma Kuala Lumpur offre luoghi di indubbio di interesse anche agli amanti della natura. A nord della stazione ferroviaria, passando per la Moschea Nazionale, il moderno centro spirituale della città nonché simbolo dell’Islam per l’intera nazione, e per il museo di arte islamica con la sua interessante collezione di tessuti ed oggetti artigianali e la sua meravigliosa oasi di pace nel centro della città, si arriva ai “Lake Gardens”.

All’interno di questa vasta area si aprono dei parchi di notevole bellezza per gli appassionati di animali e piante: il parco delle farfalle, il parco delle orchidee e, soprattutto, il parco degli uccelli.

Quest’ultimo, aperto nel 1991, ospita più di 2.000 esemplari appartenenti a 200 diverse specie, che vanno dalle anatre ai famosi hornbill, dagli aironi ai colorati ibis. Su una superficie di 20 ettari di giardini, la maggior parte degli esemplari è libera ed abituata alla vicinanza dei visitatori.

L’area riservata agli hornbill (tucani dal becco a forma di corno) e particolarmente affascinante così assistere alla nutrizione dei rapaci.

Per chi vuole un contatto diretto con la tradizione multietnica della Malesia è indispensabile una passeggiata a Petaling Street, il cuore della Chinatown di Kuala Lumpur, il più popolare mercato della città. Famoso per le sue merci contraffatte e per i banchi ambulanti, i suoi venditori propongono di tutto, dagli articoli firmati d’imitazione, fino alla frutta tropicale.

Alle spalle della Chinatown si trova il Mercato Centrale dove gli artigiani locali vendono i loro prodotti in legno, stoffe di seta e batik tradizionali.

La vita notturna di Kuala Lumpur

Kl, moderna città in pieno sviluppo economico e sociale, offre un’eccitante vita notturna per coloro che cercano divertimento e relax. Al fianco dei teatri locali ed internazionali, delle orchestre sinfoniche, c’è un’ampia varietà di opportunità per trascorrere la notte in modo piacevole, tra i quali gruppi musicali “live”, gruppi jazz, artisti di strada, spettacoli di danza, cabaret, discoteche e locali per il karaoke.

La vita notturna cittadina è molto dinamica grazie anche ai molti pub (persino un irish pub), ai caffè all’aperto e ai bistrò.

Il viaggio in Malesia termina nella calda notte dell’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur, un vero gioiello di modernità con la sua architettura avveniristica,  simbolo di un paese dalle tradizioni antiche ma proiettato nel futuro.